lunedì 9 marzo 2015


 Belforte (SI), Casa della Memoria, l'Aquilante, sede dei PIL:



Una piazza enigmatica di Belforte: in realtà si tratta di un eroico partigiano caduto in combattimento, Betti Alvaro, nome di battaglia "Ciocco" della XXIII Brigata Garibaldi che operò sui nostri monti. Si potrebbe spostare la targa di 10 centimetri?


8 Marzo 2015, PIL di primavera a Belforte.


Le due coordinatrici dei Piccoli Incontri Letterari ci avevano assegnato un tema (ma si può andare sempre fuori-tema) per me accattivante: In posizione di ricordo. Quale tema più facile ed arduo per chi s’è formato sulle ricordanze leopardiane, le fanciulle in fiore proustiane, e gli accenti nostalgici per la Praga perduta di Seifert, la dolce  memoria di Guiomar di Machado? Naturalmente ho in mente anch’io di aver pubblicato un libricino di poesie dal titolo “Viandante nella memoria” e di aver depositato una autobiografia dei miei primi venticinque anni di vita al centro Diaristico Nazionale! Ma sono andato lassù, all’Aquilante, anche per ammirare nella fredda luminosità di una incombente primavera, i panorami e le viuzze deserte di un borgo del quale conservo delicate memorie. Eravamo soltanto in quattro, me compreso. C’è voluto coraggio a metterci “in posizione di ricordo”. In questi ultimi otto anni la “spinta propulsiva” della letteratura e della poesia, ironia, gioia dell’incontro e dello “scambio”, che trovai nei PIL a Belforte, mi sembra vada inesorabilmente esaurendosi. Troppe e ripetute e nemmeno sempre motivate, le assenze, difficilmente colmate da qualche nuovo ingresso,  e pochi o rari gli input creativi che ricevo. Pur stando insieme, nello sforzo di condividere, restiamo inevitabilmente solitari testimoni del tempo e delle vicende personali. Anche questa volta, a parte i meravigliosi dolcetti di cioccolato, e un cielo profondissimo  con le prime stelle e Giove di una sorprendente lucentezza sui neri profili dei  monti,  non ho trovato – ma forse ero io che non cercavo – un’emozione. Ossia, le citazioni di un libro “Mi ricordo” di Joe Brandano, m’hanno riportato alla mente una canzone del Festival di Sanremo del 1953 “Vecchia Villa Comunale” della quale ho canticchiato l’avvio di una strofa:  “…mi ricordo, mi ricordo, ero bimbo e anch’io giocavo”, che allora m’aveva procurato tanto dolore, perché quella famosa “mamma” della nostalgica canzone io non ce l’avevo più, ma qualche risolino m’ha impedito di andare avanti!  Per questa occasione avevo scelto quattro poesie del periodo 1978-2014, che non hanno destato curiosità alcuna…eppure, anche soltanto a voler applicare la formula di Ungaretti, che ogni poesia  nasconde un segreto, ce ne sarebbero potute essere di domande. Anzi, su quella del “gioco dell’anello” avevo preparato una breve spiegazione, ma che ho omesso, tanta m’era parsa l’indifferenza alla lettura del testo. Sarà per un’altra volta! 

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