lunedì 21 luglio 2014



Gentilissimo Direttore de IL TIRRENO
mi congratulo con Lei e con la Sua Redazione per l’interessante fascicolo TOSCANA 1944, Cronaca e storie di un anno che ha cambiato le nostre vite. L’ho letto attentamente e le pagine sono piene di sottolineature su aspetti che approfondirò, dato che ha risvegliato in me molta curiosità sulle vicende toscane lasciate in disparte, perché mi sono occupato per cinquanta e più anni alla microstoria della Resistenza nelle Colline Metallifere Toscane, tra le città di Volterra e Massa Marittima, senza andare oltre.

Già la copertina del fascicolo, con l’immagine dell’entrata in Massa Marittima dei soldati americani nel primo pomeriggio del 24 giugno 1944, mi aveva fatto sperare che alcuni degli avvenimenti salienti della resistenza e delle stragi avvenute nelle Colline Metallifere Toscane fossero almeno menzionati o, meglio, brevemente trattati. Invece nelle cinquanta pagine non c’è praticamente nulla, salvo ad un accenno alle Bande partigiane che “combattono sull’Amiata e nel Grossetano”. Mi dispiace, perché la grande tiratura del suo giornale n. 186 del 19 luglio 2014, avrebbe consentito una conoscenza di tali avvenimenti presso un pubblico più vasto.

Le indico solo con i titoli cosa avrebbe potuto esserci, sinteticamente:

1)    Una delle prime formazioni partigiane d’Italia nasce a Massa Marittima  tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, poi III Brigata Garibaldi, al comando di Mario Chirici e XXIII Brigata Garibaldi “Boscaglia”, al comando di Bargagna e Stoppa..

2)      13 e 14 giugno 1944: il 13 giugno a  Niccioleta, villaggio minerario, in Comune di Massa Marittima vengono fucilati 6 minatori; altri 150 vengono trasportati a Castelnuovo di Val di Cecina (PI) e il 14 giugno 77 di loro vengono trucidati mentre 19 sono deportati in Germania. La dinamica del rastrellamento e della strage, che fece altre 10 vittime tra i partigiani, è stata ampiamente trattata anche da storici nazionali.


3)      23 giugno 1944, a Massa Marittima viene assassinata Norma Parenti, eroina della Resistenza, di appena 23 anni, Medaglia d’Oro al Valor Militare una delle 19 medaglie d’oro della Resistenza ed una delle sole tre medaglie al valor militare. Una donna che oltrepassa la vicenda bellica e si proietta nel mito, nell’arte e nella storia futura, come testimoniano i recenti allestimenti teatrali, documentari cinematografici, profili biografici,  ed il volume recentissimo NORMA PARENTI ed. Effègi 2014, di Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi, tre ricercatrici di Massa Marittima..

4)      Dal Campo di Internamento per ebrei, allestito nel 1943 nell’ex Seminario Vescovile di Grosseto, a Roccatederighi nel comune di Roccastrada (GR), partono nella primavera 1944 due trasporti per Auschwitz con oltre 50 deportati, tra loro anche i Finzi, livornesi, dei quali solo 3 si salveranno. E’ il primo esempio nella storia d’Europa della concessione in affitto di una struttura e un terreno di proprietà di una Curia Vescovile alle SS per farne un Campo di Concentramento per gli ebrei. Libri, memorie, immagini e un documentario su RAI NEWS 24 firmato da Vera Paggi, oltre alle mie personali ricerche avviate alla fine degli anni ’90, ne hanno svelato l’esistenza e la storia. Due livornesi, Ariel Paggi e la scrittrice Laura Paggini hanno recentemente pubblicato storia ed un racconto, ispirato, quest’ultimo alla piccola bambina, nata dentro il Campo, Gigliola Finzi, livornese…

Le invio il volumetto stampato dal Comune di Castelnuovo di Val di Cecina e diffuso tra la popolazione il 29 giugno 2014, giorno della Liberazione del paese da parte dei soldati americani. In esso si tracciano tre profili di partigiani sardi morti in combattimento la cui memoria è riemersa negli ultimi anni, dato che la loro vicenda era stata schiacciata e nascosta dalla concomitante strage degli 83 minatori di Niccioleta, avvenuta a poche centinaia di metri di distanza. Avrei da aggiungere che si tratta di un episodio in certo modo emblematico di cosa fu il movimento resistenziale: infatti troviamo uniti in una piccola banda partigiana “indipendente”, due sottoproletari sardi e due nobiluomini tra le casate nobiliari più importati della Toscana: gli Stucchi Prinetti e gli Antinori-Spinola-Giuntini. Per fortuna ho potuto pubblicare nel 2003 il volume “La Piccola Banda di Ariano. Storie di guerra e di Resistenza nelle Colline Metallifere Toscane (1940-1945)” il quale, se non altro, ne fissa le storie, anche se oggi introvabile e ignorato, essendo scritto da un dilettante. Ormai alla mia età di 76 anni non ho più le forze per proseguire nelle ricerche, anche se il tema mi appassiona. E nemmeno vorrei far parte dei “criticoni”, accetti pertanto i miei più vivi ringraziamenti per avermi dato lo spunto a scrivere questa lettera. Con i migliori auguri, la saluto cordialmente.

Carlo Groppi
Via Renato Fucini, 11
56041 Castelnuovo di Val di Cecina (PI)






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