mercoledì 2 luglio 2014



Dott. Aldo Cascinelli, primo Sindaco di Castelnuovo di Val di Cecina dopo la Liberazione, 4 luglio 1944.


1 Sept. 1944.Fifth Army, Cascina Area, Italy, Crossing Arno at Ford.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte IX.

Si riavvia la vita democratica della "Comunità" dopo la lunga parentesi dei Podestà di nomina prefettizia e dei "commissari prefettizi" nei periodi più difficili: dal 9 gennaio 1942 al 16 maggio 1942 il dottor Carlo Ponzano; dal 6 giugno 1942 al 31 luglio 1943 il dottor Palumbo Federigo; il signor Nello Fusi dal 1 agosto 1943 al 29 giugno 1944. Segretario comunale con i commissari è Mario Lucacchini, ambigua figura di fanatico fascista. 

            Aldo Cascinelli, secondo la testimonianza del suo intimo amico Fulceri Alfio, non era iscritto, al momento della sua nomina a sindaco, ad alcun partito, anche se diceva di essere comunista. Era un elemento, dinamico e atletico e anche risoluto nelle decisioni; proveniva da una famiglia di antifascisti e suo padre, Pietro, era stato sindaco socialista nel 1919 e oppositore del fascismo.

            Nato nel 1907 si era laureato in chimica all'Università di Pisa, e dopo la laurea aveva seguito a Berlino un corso di specializzazione. Entrerà alla Larderello, come chimico, solo dopo la liberazione  sull'onda delle assunzioni derivate dall'epurazione e dal nuovo ruolo conquistato dagli ex partigiani e dai CLN e partiti di sinistra. Poi si ammalerà seriamente e questa serie di malattie lo porterà al distacco dalla vita politica attiva. La morte lo coglie ancor giovane, nel 1963. Al momento della sua morte comparvero gli avvisi funebri della Massoneria, il Grande Oriente d'Italia, che annunciava la scomparsa del "maestro muratore", socio, Aldo Cascinelli, ma non è da sapere quando fosse entrato a far parte di questa organizzazione. Era una persona onesta fino all'eccesso e durante la sua attività lavorativa alla Larderello subì una evidente discriminazione, non solo per quello che aveva rappresentato nel CLN , ma anche per le sue idee laiche ed anticlericali, non inclini a nessun compromesso. Tuttavia teneva in gran conto sia la madre, sia la sorella, che erano invece religiosissime. Era una famiglia unita. Anche oggi si può dare un giudizio  positivo sulla sua personalità: era un "uomo diritto", non avrebbe mai mentito ed era talmente sincero che talvolta criticava anche i suoi collaboratori, non sapeva fingere. Probabilmente le sue dimissioni, prima da sindaco, poi da membro del PCI e del PSI, partiti nei quali si era iscritto militandovi per un brevissimo periodo, sono da ricercare nelle mutate condizioni sociali di Castelnuovo. Ritornarono dalla prigionia tedesca ex militari, antifascisti, che portarono nuove idee nei partiti politici, si rafforzò la presenza operaia nelle istituzioni, si affermarono concetti di una rigida organizzazione comunista, sia per la costruzione del "partito" voluta da Togliatti, sia per le più generali idee mutuate dal corso stalinista che avevano preso il sopravvento in tutti i partiti comunisti del mondo. Insomma era un vecchio mondo che lasciava il posto al nuovo, il mondo dell'impegno politico generico, libertario e socialista, d'osteria e con un pizzico di folclore, dei canti e dei garofani, con la presenza maggioritaria degli artigiani e dei boscaioli, lasciava spazio all'organizzazione, alle cellule, al tesseramento, al bollino, al centralismo e all'unanimismo della “doppia verità”: "il Partito aveva sempre ragione! Occorrevano uomini "più di partito", meno emotivi politicamente. E infatti sarà tutto o quasi tutto l'apparato del CLN, del movimento antifascista, dei rifondatori del PCI, che a poco a poco scomparirà dalla scena politica locale, e chi vi rimarrà non avrà praticamente alcun peso effettivo. D'altra parte è nella grande fabbrica che circolano ora le idee, che viene diffusa la stampa, che avvengono continui interscambi tra elementi di diversi paesi, è nella fabbrica che la coscienza di classe matura più rapidamente che altrove. Inoltre, per la natura gerarchica del lavoro dipendente, per la consuetudine al rispetto di precise regole, è l'operaio e non l'artigiano, che meglio risponde alle esigenze del "partito massa" e delle sue ferree  leggi.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte X.    

            Il 5 luglio il Sindaco annuncia la sua nomina ufficiale con un comunicato alla popolazione. Dunque è dal 5 luglio 1944 che prende avvio il futuro "assetto istituzionale" del governo della comunità locale di Castelnuovo Val di Cecina e che tra scontri ideologici, integrazioni, dimissioni, contrasti tra il capoluogo e le frazioni, contrasti tra le singole persone, contrasti di natura politica tra i vari partiti, garantirà la fase della ricostruzione, della ripresa della legalità democratica, del superamento delle necessità più contingenti e vitali della popolazione, soprattutto degli sfollati, dei profughi, dei senzatetto, dei mutilati e delle famiglie economicamente più indigenti.

Il 20 luglio viene completato l'organigramma della Giunta Comunale. Su proposta del CLN e del Sindaco il rappresentante il Governo Militare Alleato nomina alla carica di Assessore i signori: VIGNALI VINCENZO (indipendente); DELL'AGNELLO Prof. ARTIDORO (socialista); FRASCONI ARNOLFO (comunista); GROPPI AZOLINO (socialista). Da queste prime nomine traspare chiaramente la politica unitaria e non settaria dei componenti il CLN, che sebbene di estrazione comunista, designano ai massimi vertici amministrativi del comune uomini che non hanno avuto un ruolo attivo nella "resistenza" e nell'antifascismo, ad esclusione del comunista Frasconi Arnolfo, lasciando addirittura minoritari i comunisti che invece costituivano la quasi totalità del Comitato di Liberazione Nazionale!

            Come abbiano detto è con il 29 giugno 1944, liberazione di Castelnuovo,  che si riavvia la vita democratica, ancora sotto quella tutela alleata che durerà fino alla definitiva riconsegna della provincia di Pisa allo Stato Italiano da parte dell'AMG.

            E' in questa data che il CLN di Castelnuovo si manifesta alla luce del sole andando a ricevere i soldati americani, proponendo il nome del sindaco Aldo Cascinelli, articolandosi sul territorio con i "Sottocomitati" di Sasso e Montecastelli. Negli stessi giorni i partiti politici avviano la propria riorganizzazione: il PCI, di cui pochi anziani ricordano o hanno vissuto la fase della scissione dal PSI e del congresso di Livorno, ma che tuttavia è stata l'unica formazione politica che durante il ventennio fascista ha diffuso materiale clandestino di propaganda e ha mantenuto contatti con dirigenti di Volterra e di Pisa e adesso, si presenta legittimamente, come la forza maggioritaria sia del CLN che del movimento partigiano e ha il gruppo più ampio di attivisti (Igino Serenari, Groppi Algeri, Bartoli Bartolino, Gino Cascinelli, Ciro Francini, Arnolfo Frasconi, Baldi Valdo Mario, Giovani Giuseppe, Ferri Steno, Tani Gualtiero, Confortini Gim, Brunetti Raffaello, Manetti Alfiero, Libertario Masselli, Cheli Ciro  ed altri); il PSIUP, che ha ereditato il ruolo del PSI come forza maggioritaria della sinistra, ma che non ha più strutture organizzative e deve affidarsi a dirigenti "esterni" quali Sommovigo Dante, Romano Leone, Groppi Azolino e poi ai socialisti locali Benso Cheli, Conti Alberto, ed altri; il Pd'A, formazione non presente prima dell'avvento del regime fascista, di estrazione intellettuale, cittadina, con le idee più avanzate su tutto l'arco dei problemi istituzionali, democrazia operaia, trasformazione dell'Italia in senso democratico e socialista, pertanto con pochi o nessun seguace nella realtà castelnuovina, nella prima fase di attività del CLN. Successivamente saranno raccolti i 10 iscritti necessari per ottenere un posto nel Comitato e un rappresentante nella giunta. Nel CLN entra il piccolo possidente, Meucci Gino e nella giunta comunale, Barsotti Gino fu Francesco. Ma sarà un atto episodico e marginale, infatti il Pd'A, pur avendo tra i suoi iscritti il dottor David Lenzi, notevole figura di tecnico della società Larderello,  sparirà rapidamente, senza lasciare tracce. Infine si organizza il Partito Democratico Cristiano (poi Democrazia Cristiana), un partito nuovo che ha ereditato i programmi del vecchio PPI, Partito Popolare Italiano, di don Sturzo. E' la forza che meno si è impegnata, anche a livello di singoli, nell'antifascismo e nella resistenza. E' la forza nella quale, oltre al clero e alle derivazioni laiche dell'associazionismo cattolico, affluiscono i moderati, e molti ex sostenitori del regime fascista. Appare la forza moderata, interclassista, ben vista dagli Alleati, e da tutto l'apparato statale non ancora - e non mai - smantellato: le questure, i prefetti, le forze armate, i carabinieri, i ministri, gli industriali ecc. ecc.-, quella forza che già si presenta come l'unica capace di impedire che le sinistre arrivino al potere in Italia. In un primo tempo il PDC, che non ha strutture, sedi, esperienza politica e di organizzazione partigiana, stenta a designare perfino i propri rappresentanti sia nel CLN che nella giunta, ricorrendo a un anziano cattolico, Menichelli Plinio, per poi arrivare ad un ruolo più attivo con un gruppo di attivisti più giovani, non compromessi con il regime fascista, gruppo che, pur rimanendo minoritario nella realtà di Castelnuovo, anche alle elezioni del 18 aprile 1948, assumerà in pochi anni un ruolo sempre più importante, fino a divenire l’unica alternativa al predominio delle sinistre Pci e Psi.

(continua)


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