mercoledì 2 luglio 2014



CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte VII.

            Il 20 giugno il comandante delle truppe tedesche, generale Kesserling, transita in ritirata e pernotta nella Villa Ginori a Castelnuovo. Racconta l'episodio il dottor Biondi Bartolini di Pomarance che fu prelevato dalle SS e condotto alla ricerca di una "degna" dimora per Kesserling. Poichè la villa dei Coutret non andava bene presero la strada di Castelnuovo: "...vi era un fracasso infernale mentre andavamo per la strada di Castelnuovo. Essi (i tedeschi) domandavano continuamente dei partigiani. Per tranquillizzarli dicevo che non c'era pericolo. Li accompagnai alla Villa del principe Ginori. Entrammo dentro e vedemmo che c'erano dei soldati mongoli e tedeschi che depredavano la villa. Un ufficiale tedesco disse: "Questi non sono soldati, sono dei maiali!". Urlando in tedesco fece rimettere tutto al suo posto ed è probabile che il Generale Kesserling abbia dormito nella Villa di Castelnuovo".

            I cannoneggiamenti degli americani si fanno sempre più intensi e precisi avendo ormai le coordinate dal paese di Gerfalco, già liberato. Ed è così che alle vittime delle rappresaglie e degli scontri armati in combattimento, si devono purtroppo aggiungere i morti e i feriti civili: il 26 giugno 1944, alla fine di un chiaro giorno d'estate, cade su Castelnuovo il primo obice del cannoneggiamento che accompagna l'avanzata dei soldati americani, ormai prossimi. La cannonata colpisce la campana maggiore frantumandola. Le schegge piovono sul sacrato della parrocchiale affollato per la fine delle funzioni mariane: il prete, don Stanislao Menichelli, rimane gravemente ferito all'inguine; suor Francesca Romana ha una gamba amputata e muore dopo tre giorni di dolorosa agonia; Elvira Giovani, paesana, muore sul colpo; la giovanetta Lenin Manetti rimane ferita ad un piede (più tardi si farà suora). A soccorrere il prete Menichelli accorrono Renzo Groppi e il Ghelli: lo spogliano e gli prodigano le prime cure. Il dottor Cappelli lo manda a Grosseto in un ospedale semiabbandonato e pieno di mosche dove don Stanislao sarebbe certamente morto se provvidenzialmente il dottor Santarnecchi non lo avesse fatto trasferire a Massa Marittima dove viene curato e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Rientra a Castelnuovo nel mese di settembre e celebra la prima messa l'8 dicembre dello stesso anno. La seconda cannonata colpisce l'arco che immette nella cripta della Porta Santa devastando anche i soprastanti locali della sacrestia, per fortuna non facendo vittime. Un'altra cannonata centra il seccatoio del podere Pagliaole al Monte facendo due vittime: Giorgio Pedani e Alfredo Benini. I cannoneggiamenti durano alcuni giorni gettando nel terrore la popolazione e cessano solo all'arrivo dei primi soldati americani. A Castelnuovo si registrano altre due vittime tra i civili: una bambina, Vichi.....viene colpita da un proiettile di mitraglia nelle terre di Nicotera Barsotti, dove la sua famiglia era "sfollata", morendo sul colpo; un operaio della Boracifera Rinaldo Sabatelli cade fulminato dalla mitraglia dei rossi caccia inglesi (spitfire) di fronte al Circolo dei Lagoni. Molte case del borgo vengono colpite e distrutte.

            Nonostante la disgregazione dell'apparato istituzionale e repressivo del regime fascista  (il Direttorio, i CC.RR, gli ufficiali della milizia, i gerarchi capi delle varie organizzazioni dopolavoristiche e sindacali), il CLN è costretto ad operare ancora nella semiclandestinità sino al 29 giugno 1944, il giorno del contatto con gli esploratori americani della 1^ Divisione Corazzata del generale Harmon. Tale Divisione, ormai esausta, sarà sostituita sul fronte della Val di Cecina, il 6 luglio 1944 (a Pomarance) dal 349° Reggimento dell’88^ Divisione di fanteria della V^ Armata, i famosi “Blue Devils” al comando del colonnello Joseph Crawford che entrò in azione alle ore 2,30 dell’8 luglio1944 partendo da Mazzolla per liberare la città di Volterra, mentre da sinistra avanzava il 350° Reggimento del colonnello James Fry. Volterra venne liberata la mattina di domenica 9 luglio 1944 da una pattuglia del 349° Reggimento che, con Doc in testa, oltrepasso la Porta a Selci. Entrando in una città ormai sgombra dai soldati tedeschi.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.

Parte VIII.

            La 88^ Divisione di fanteria degli Stati Uniti fu creata durante la prima guerra mondiale e combattè con grande coraggio si da avere le bandiere decorate. Nel 1942 il Dipartimento della Guerra decise di riattivare la Divisione incaricando il Major General John Emmitt Sloan di comandare il nuovo raggruppamento. Dalla selezione di migliaia di soldati di leva e volontari, dalla scelta operata in altre divisioni di fanteria e nei centri di addestramento sparsi negli Stati Uniti, unitamente ad elementi scelti della Guardia Nazionale e Ufficiali di Riserva,  si costituì l'88^ Divisione che venne sottoposta a speciali esercitazioni. Il 4 e 15 luglio 1942 avvennero le cerimonie per la consegna della bandiera ufficiale della Divisione Comando e di quelle di reggimento. Il suo stemma rimase un quadrifoglio di colore blu. Inizialmente componevano la Divisione tre reggimenti di fanteria e alcuni battaglioni di soldati ad alta specializzazione in vari settori militari. Fu la prima delle Divisioni di fanteria ad entrare a combattere in ogni fronte di guerra e fu tra le Divisioni più importanti dell'esercito degli Stati Uniti d'America. Ebbe un ruolo decisivo nella battaglia d'Italia, dove fu temuta e nello stesso tempo ammirata dai tedeschi dopo l'estate del 1944 come la migliore divisione della V^ Armata. Per il loro ardimento i soldati della Wermacht chiamarono i fanti dell' 88^divisione americana i "diavoli blu". Da Cassino al Minturno, alla linea "Gustav", a Roma, a Volterra, sull'Arno e fino alla "linea Gotica", poi il Po e la valle Padana fino al Brennero: questo il percorso dell'88^ che conquistò a prezzo di molte vite umane onore e gloria sul suolo italiano contribuendo alla liberazione del paese dal nazifascismo.

                                   Con l’arrivo degli americani, finalmente vengono cancellate a colpi di scalpello le scritte fasciste sui muri delle case, scritte che si trovavano all'ingresso di ogni paese. Sulla facciata della sede dei sindacati corporativi in piazza XX settembre a Castelnuovo si leggeva: "Credere, obbedire e se necessario morire!" e in piazza Roma: "E' l'aratro che traccia il solco è la spada che lo difende!". Sulle baracche delle perforazioni che si trovavano in località Madonna, si leggeva "Roma doma". A Sasso e Montecastelli era un crescendo di retorica mussoliniana scritta a lettere cubitali all’ingresso dei borghi, come incitamento ed ammonimento. Lettere e frasi che in molti casi si leggono ancora.

            Il 4 luglio, nella sede di Municipio, il maggiore americano Clive Robertson, incaricato degli affari civili dei territori liberati, poi con poteri di Governatore sul sud della provincia di Pisa fino alla definitiva riconsegna da parte dell'AMG allo Stato Italiano, si incontra con il CLN  e con il commissario prefettizio  Fusi Nello, esponendo, a mezzo del suo interprete, ai convenuti che scopo del presente raduno è quello della nomina del Sindaco di questo Comune che deve avvenire con la designazione del nominativo per ricoprire la carica di Sindaco con il criterio  della rappresentatività delle forze antifasciste presenti nel CLN e dell'unanimità della designazione, pregando i convenuti a suggerirgli la persona che si ritiene più opportuna. Dopo pochi scambi di osservazioni i convenuti stessi suggeriscono all'unanimità al citato Rappresentante il Governo Militare Alleato il nome del signor Dottor Aldo Cascinelli fu Pietro. Il Rappresentante il Governo Militare Alleato dichiara nominato, seduta stante, Sindaco del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina lo stesso signor dottor Cascinelli Aldo, che è  presente, e si rallegra con lui per "...essere stato scelto primo sindaco del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina dopo la caduta del fascismo".

                                                                                                                     (continua)

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