sabato 17 dicembre 2011


PIL ALL’AQUILANTE, Belforte, 4 dicembre 2011.
Tema: …tutto è prima sognato…


Troppo ampio il tema di oggi…il sogno, che qualche volta si avvera ed il più delle volte si lascia tra le lenzuola. Senza considerare i “sogni ad occhi aperti”, ma soltanto quelli onirici del sonno.
Nel lungo arco della mia vita ho sempre tratto ispirazione, per i miei pensieri poetici, dal sogno romantico ed anche, se si può dire, dal sogno di un mondo nuovo, di una società nuova. Dunque vi leggerò due brevi testi, uno tratto dal mio diario  (19 maggio 2009), l’altro è la poesia  che Mathilde Wesendonck  dedicò al suo amante, Richard Wagner e che il Maestro musicò in un lieder (i  cinque famosi Wesendonck lieder). Si sappia che a Mathilde si deve l’ispirazione dell’opera di Wagner “Tristan und Isolde”, forse il suo capolavoro.

martedì

…le onde elettromagnetiche hanno portato stasera, inattesi, ma desiderati messaggi. Uno viene dalla luminosa scia della cometa che m’ha stregato il cuore; l’altro dal materializzarsi di un sogno, sbocciato nell’istante casuale in cui lo incontrai, in una sperduta stazioncina ferroviaria tra le crete senesi…Forse è perché sono stato metà del giorno immerso nella poesia faticando a trascrivere  i versi di un grande vecchio amico, un tempo maestro per me, soprattutto di vita, che ho ricevuto il premio. Ho ricercato la profondità divinatoria dei messaggi in un libro bellissimo, la leggenda del principe Ahmed Al Kamel e della sua inesausta brama di sapere cosa fosse l’amore. Una docile colomba, alla quale aveva ridato la libertà, venne una sera a posarsi sulla sua spalla. Dove sei stata fin’ora, felice creatura? – le disse il principe stringendola al cuore.  – Vengo da un paese lontano, mio principe, e ti porto una lieta novella in cambio della libertà che mi hai data. Nel mio peregrinare per pianure e montagne, un giorno scorsi sotto di me, in una verde prateria lungo un fiume serpeggiante, un giardino delizioso, ricolmo di fiori e di frutti. In mezzo al giardino, si elevava un palazzo magnifico. Allora, io scesi per riposarmi un po’ e sulla riva erbosa del fiume scorsi una giovane principessa di una bellezza straordinaria. Ella era circondata da altre fanciulle che la adornavano con ghirlande e corone di fiori, ma nessun fiore di campo o di giardino poteva competere con lei. In quel giardino essa fioriva in segreto, perché il luogo era cinto con alte muraglie e nessuno poteva penetrarvi….A queste parole il cuore ardente di Ahmed si infiammò: tutta la piena d’amore del suo temperamento sentimentale si concentrò ad un tratto, su un oggetto preciso, ed egli s’innamorò perdutamente della principessa sconosciuta. Le scrisse una lettera e con parole appassionate le confessò il suo amore e le descrisse l’impossibilità di poter correre ai sui piedi. Aggiunse delle strofe di commovente tenerezza, perché era un poeta ispirato dall’amore. La dedica diceva: “Alla bellezza sconosciuta da parte del principe prigioniero”; profumò la lettera di muschio e di rosa e l’affidò alla colomba…và, messaggera fedele! Sorvola monti e pianure, fiumi e mari e non riposarti né sull’erba né sui rami, finché non avrai raggiunto la bella fanciulla del mio cuore…La lettera fu consegnata, la risposta giunse nell’ultimo volo della colomba morente, ma…ancora a lungo dovette soffrire quel principe per abbracciare la sua amata…grazie alla musicalità delle sue canzoni  e al vibrare dell’anima. E, poi, come andò a finire? Vi lascio con un briciolo di curiosità.

Il secondo: poesia di Mathilde Wesendonck

Sogni (Studio per Tristano e Isotta)

Dimmi, perché sogni meravigliosi
avvolgono il mio spirito,
senza svanire nel vuoto nulla
come vane spume?

Sogni che più belli
ogni ora, ogni giorno fioriscono,
costellazioni beate
che mi attraversano l’animo!

Sogni che come raggi sublimi
si immergono nel cuore
per dipingervi un’immagine eterna:
oblio assoluto che tutto ricorda!

Sogni, come quando il sole di primavera
bacia i fiori liberati dalla neve,
perché a delizie mai immaginate,
il nuovo giorno li inviti,

perché crescano, fioriscano,
effondano sognanti il loro aroma,
dolcemente sul tuo petto si spengano
e infine nella cripta sprofondino.

(trad. di K.) 

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