NORMA PARENTI (X).
Dopo
poche ore arrivano gli uomini del CLN di
Massa Marittima, con don Luigi Rossi, e i primi soldati americani. Norma è
portata in città, e successivamente al
cimitero. Il partigiano e direttore dell’Ospedale di Massa Marittima, professor
Mario Cheli, viene incaricato dal pretore di eseguire una perizia sul cadavere
di Norma. La perizia, a lungo negatami poi giunta a me in incognito, ci racconta le violenze e la modalità della
morte di Norma. Atrocità di uomini malvagi, consci della sconfitta e della
condanna, se non altro morale e divina, che li attenderà.
Molto
rapidamente, già nel 1944, parte dal Partito comunista massetano la richiesta
di Medaglia d’oro per Norma Parenti, onorificenza che viene rapidamente
concessa con una significativa motivazione. Nel 1946 esce a cura del
Poligrafico dello Stato una vignetta commemorativa, usata anche dalle Poste per
affrancatura, con il ritratto di Norma Parenti nella serie dei cinquanta
italiani pro vittime politiche.
Di
lei, fino a poco fa, erano note soltanto sette od otto immagini e, come spesso
avviene, intorno alla figura di Norma s’era creata una icona immutabile, di
fatto uno stereotipo falso, che nessuno, nella contrapposizione politica che
contrassegnava i rapporti tra i partiti, la chiesa e le istituzioni locali, si
azzardava a modificare. Di anno in anno, decennio in decennio, siamo arrivati
alla fine degli anni ’90, quando ho avviato una vera e propria ricerca di
“microstoria”, pubblicando il primo profilo biografico di Norma sulla base di
testimonianze orali inedite e documenti d’archivio.
In
questi ultimi dieci anni l’interesse per Norma è aumentato e la sua vicenda ha
fornito materiale per il teatro, la poesia, la musica e l’approfondimento
storico. Si può affermare che i massetani si sono riappropriati della loro
“eroina”, sia le forze di sinistra che hanno da sempre amministrato la città,
che la chiesa, nella figura del suo Vescovo.
Finalmente
si sono create le condizioni per tracciare un profilo più completo di Norma e
della sua vita, in quest’anno, che è il 70° della sua morte. Un amico scrittore
Riccardo Michelucci ha pubblicato nel marzo 2013 un libro sulle donne del mondo
martiri per la libertà, 9 straniere ed una italiana. L’italiana è Norma Parenti
ed un suo ritratto compare sulla copertina. Il libro ha avuto
successo…L’accostamento di Norma al titolo “L’eredità di Antigone” ne fissa
l’alto valore etico.
Adesso
possediamo la perizia di morte, una trentina di immagini e cartoline con la
scrittura di Norma, il testo del documento di proposta per la medaglia d’oro…e
forse la “ricerca” non è ancora terminata, dato che vorrei scoprire da chi
partì l’ordine dell’uccisione di Norma, probabilmente per vendetta personale.
Ho pensato al famigerato capitano della Milizia, Giovanni Nardulli, accusato di
molti omicidi nel grossetano, fuggito alla metà del giugno 1944 coi tedeschi
verso il Nord, che compare ad Asti dove viene arrestato, processato e infine
condannato a morte, con sentenza eseguita nel 1945. Dagli atti del processo a
suo carico trapela un profilo inquietante e una vittima-testimone mette in
risalto le sue caratteristiche di morbosità sessuale, che potrebbero essere
state la causa dell’odio verso Norma. Concludo questa breve nota ricordando che
a Pomarance, Follonica, Massa Marittima ed in altri luoghi, da tempo,
esistono vie e piazze intitolate a Norma Parenti. Spero di destare un po’ di
interesse per lei, in chi vi abita o vi passerà.
(continua)
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