Morto il professor Ivano Tognarini
Piombinese, grande studioso della storia della Resistenza, aveva 70 anni
I funerali lunedì 17 a Fiesole. Il ricordo del sindaco Gianni Anselmi
I funerali lunedì 17 a Fiesole. Il ricordo del sindaco Gianni Anselmi
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PIOMBINO. E’ morto il professor Ivano Tognarini. Avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 2 giugno. Era ammalato da tempo. Tognarini, piombinese, aveva insegnato storia moderna all’Università di Siena fin dalla metà degli anni Settanta. Grande e costante il suo impegno nella ricostruzione della storia partigiana locale e non solo; così come importantissimi sono stati i suoi studi dedicati alla battaglia di Piombino contribuendo al riconoscimento della medaglia d’oro alla città. Aveva fondato l’Istituto storico della Resistenza.
IL RICORDO DEL SINDACO DI PIOMBINO GIANNI ANSELMI
Volle scrivermi del suo rammarico, l’anno scorso, per non poter essere presente in quella che
riteneva una ricorrenza storica e familiare alla quale non avrebbe mai voluto mancare: il 70°
anniversario della Battaglia del 10 settembre 1943. Ivan Tognarini mi inviò un messaggio, da
leggere pubblicamente, dove dichiarava il suo dolore per «non poter essere, in questa occasione
così importante e significativa, in mezzo ai cittadini della “mia” Piombino».
riteneva una ricorrenza storica e familiare alla quale non avrebbe mai voluto mancare: il 70°
anniversario della Battaglia del 10 settembre 1943. Ivan Tognarini mi inviò un messaggio, da
leggere pubblicamente, dove dichiarava il suo dolore per «non poter essere, in questa occasione
così importante e significativa, in mezzo ai cittadini della “mia” Piombino».
Già in quei giorni la malattia stava guadagnando terreno, ma non gli impediva di continuare a lavorare con indomabile passione e coraggio, con un pensiero sempre rivolto alla “sua città”, con la quale ha condiviso
molte battaglie e raggiunto traguardi da molti ritenuti impensabili. La storia della città operaia, il suo
ruolo nell’antifascismo e nella resistenza toscana, è sempre stata al centro della sua intensa
attività scientifica, iniziata già prima della laurea, nel 1971. Ivano era nato nell’anno della
Liberazione di Piombino; figlio di Federigo, comandante partigiano della Brigata Garibaldi, ne
aveva ereditato la passione per la verità e l’insofferenza per l’ingiustizia.
molte battaglie e raggiunto traguardi da molti ritenuti impensabili. La storia della città operaia, il suo
ruolo nell’antifascismo e nella resistenza toscana, è sempre stata al centro della sua intensa
attività scientifica, iniziata già prima della laurea, nel 1971. Ivano era nato nell’anno della
Liberazione di Piombino; figlio di Federigo, comandante partigiano della Brigata Garibaldi, ne
aveva ereditato la passione per la verità e l’insofferenza per l’ingiustizia.
La storia della società italiana, la siderurgia, il movimento cooperativo e quello operaio, in particolare tra l’avvento del fascismo e la resistenza, sono uno dei campi di studio ai quali dedicò gran parte della sua vita,
lasciando scoperte e contributi fondamentali, come la messa a punto sul piano storiografico degli
eccidi e delle rappresaglie nazifasciste durante la seconda guerra mondiale. Fu tra i primi studiosi
italiani a tirare fuori dagli “armadi della vergogna” storie, personaggi e fatti dimenticati, con una
tenacia che lo portò anche a visitare gli archivi militari di tutto il mondo. Con la stessa pervicace
passione aveva cominciato a lavorare, ancora giovane ricercatore, alla ricostruzione della battaglia
del 10 settembre 1943 e alla documentazione che, in quegli anni difficili, avrebbe portato ad un
primo straordinario risultato nel 1974 (la concessione della Medaglia d’Argento al Valor Militare,
consegnata dal presidente della Camera On. Nilde Jotti) e infine al massimo riconoscimento della
Medaglia d’Oro, appuntata al gonfalone dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
lasciando scoperte e contributi fondamentali, come la messa a punto sul piano storiografico degli
eccidi e delle rappresaglie nazifasciste durante la seconda guerra mondiale. Fu tra i primi studiosi
italiani a tirare fuori dagli “armadi della vergogna” storie, personaggi e fatti dimenticati, con una
tenacia che lo portò anche a visitare gli archivi militari di tutto il mondo. Con la stessa pervicace
passione aveva cominciato a lavorare, ancora giovane ricercatore, alla ricostruzione della battaglia
del 10 settembre 1943 e alla documentazione che, in quegli anni difficili, avrebbe portato ad un
primo straordinario risultato nel 1974 (la concessione della Medaglia d’Argento al Valor Militare,
consegnata dal presidente della Camera On. Nilde Jotti) e infine al massimo riconoscimento della
Medaglia d’Oro, appuntata al gonfalone dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Sempre nel 1974 organizzò a Piombino il primo di una lunga serie di convegni (Il sindacalismo
rivoluzionario in Italia nel periodo della Seconda Internazionale), molti dei quali volle organizzare
nella città che rappresentava il centro di ispirazione del suo sentire etico e culturale. Nel suo
sconfinato curriculum scientifico e accademico figurano centinaia di conferenze, incarichi
prestigiosi e pubblicazioni con le più importanti case editrici italiane, molte delle quali dedicate alla
storia piombinese, come il fondamentale saggio Là dove impera il ribellismo, del 1988. Dal 1976 si
era dedicato all’insegnamento ed è stato uno dei più apprezzati docenti di Storia Moderna
dell’Università di Siena. Membro della Deputazione Toscana di Storia Patria di Firenze, era stato
nominato Direttore e dal 2000 Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Fin dalla
sua fondazione, nel 1973, aveva diretto la rivista Ricerche Storiche, centro di promozione per
iniziative di studio sui grandi temi della storia economica, sociale e culturale italiana ed europea,
dal Medioevo all’Età contemporanea, ma anche per il lavoro di molti giovani ricercatori. Ivano
credeva fortemente nell’immortalità degli ideali, nel valore dei ragazzi e nel dovere della memoria:
nel 1999, con l’Amministrazione Comunale, firmò l’ormai celebre fumetto su La Battaglia di
Piombino (ESI, testi di Tognarini, disegni di Massimo Panicucci), che volle presentare
personalmente agli studenti in una serie di incontri nelle scuole della città.
Gli piaceva avere un contatto diretto con la gente: aveva raccolto personalmente decine e decine di testimonianze, conservate all’archivio storico, e collaborava da anni con la rivista Piombino Oggi, dove aveva una
pagina a disposizione che utilizzava oculatamente, scegliendo volta per volta argomenti,
approfondimenti e notizie da comunicare ai suoi lettori. Perché Ivano era un uomo generoso, come
solo i grandi sanno essere: sapeva dare spazio agli altri, ne riconosceva il merito e ne apprezzava
sinceramente il successo; traeva la sua forza da salde radici e dal calore della famiglia che lo ha
sempre sostenuto, l’adorata moglie Gabriella e il figlio Niccolò, che ne segue le orme di storico.
Con lo stesso entusiasmo e instancabile impegno lavorava per progetti di rilievo internazionale
come per piccole iniziative locali, a fianco delle massime istituzioni come delle amministrazioni
locali e delle associazioni.
pagina a disposizione che utilizzava oculatamente, scegliendo volta per volta argomenti,
approfondimenti e notizie da comunicare ai suoi lettori. Perché Ivano era un uomo generoso, come
solo i grandi sanno essere: sapeva dare spazio agli altri, ne riconosceva il merito e ne apprezzava
sinceramente il successo; traeva la sua forza da salde radici e dal calore della famiglia che lo ha
sempre sostenuto, l’adorata moglie Gabriella e il figlio Niccolò, che ne segue le orme di storico.
Con lo stesso entusiasmo e instancabile impegno lavorava per progetti di rilievo internazionale
come per piccole iniziative locali, a fianco delle massime istituzioni come delle amministrazioni
locali e delle associazioni.
Molti paesi toscani, che hanno avuto un ruolo “minore” nella Resistenza
italiana, hanno potuto avere un riconoscimento ufficiale proprio grazie ai suoi studi e ricerche.
Piombino ha ricambiato questo affetto, offrendogli la cittadinanza onoraria, segno di un legame
condiviso fatto di impegno e integrità, passione e coraggio. Le stesse doti che lo hanno spinto a
lottare contro la malattia fino all’ultimo. La sua ultima fatica, ancora una volta, è stata per la sua
amata città: a gennaio ha pubblicato con il Comune il volume dedicato al letterato piombinese
Licurgo Cappelletti.
italiana, hanno potuto avere un riconoscimento ufficiale proprio grazie ai suoi studi e ricerche.
Piombino ha ricambiato questo affetto, offrendogli la cittadinanza onoraria, segno di un legame
condiviso fatto di impegno e integrità, passione e coraggio. Le stesse doti che lo hanno spinto a
lottare contro la malattia fino all’ultimo. La sua ultima fatica, ancora una volta, è stata per la sua
amata città: a gennaio ha pubblicato con il Comune il volume dedicato al letterato piombinese
Licurgo Cappelletti.
E' stato per le istituzioni un prezioso alleato sul terreno del lavoro culturale, per i cittadini un punto
di riferimento, per me un maestro, un amico, un compagno.
Voglio salutarlo con le parole di Arrigo Boldrini:
"Noi abbiamo combattuto per quelli che c'erano, per quelli che non c'erano e anche per chi era
contro."
Così ha fatto anche lui, facendo della propria vita un esempio.
Grazie Ivano, per tutto.
Gianni Anselmi
Sindaco di Piombino
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