martedì 27 febbraio 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 72.

Successo dello sciopero generale del 15 gennaio 1980

Lo sciopero generale nazionale del 15 gennaio 1980 ha rappresentato un grande momento di mobilitazione unitaria che ha coinvolto milioni di lavoratori intorno agli obiettivi di natura sociale, politica ed economica posto dal sindacato.

“Questo sciopero è una risposta ferma al non governo” ha detto Giorgio Benvenuto a Venezia. E Pierre Carniti a Milano: “Occorre una risposta chiara e vigorosa, una precisa assunzione di responsabilità e, quindi, una direzione politica rappresentativa”. E Luciano Lama ha sottolineato la “denuncia di una direzione politica inadeguata e l’appello rivolto ai partiti democratici affinché essi si predispongano a dare al Paese un Governo diverso, fondato sul più vasto consenso popolare”.

Sciopero politico, dunque? La questione è un’altra: non riguarda le formule, non è di appoggio a questo o quel partito, riguarda la sostanza di una crisi, la necessità di una svolta, di un programma, di nuovi contenuti.

All’Enel-Larderello il risultato è stato complessivamente meno positivo, stante l’alto numero di assenti per ferie e malattia. Purtuttavia non è questo l’unico motivo: non poco ha influito l’esclusione dei turnisti addetti alla produzione (che per una precisa scelta del movimento, onde evitare gravi ripercussioni economiche, occupazionali, psicologiche e politiche all’intero Paese, con rischi per l’assetto democratico, non sono stati coinvolti nello sciopero).

In tale quadro ci sembra grave l’atteggiamento assunto dalla Flaei/Cisl nazionale con il comunicato del 4 gennaio 1980, affisso anche in alcuni reparti di Larderello, che maschera dietro problemi pur vivi e presenti tra i lavoratori, il proprio spirito conservatore e strettamente legato alla Democrazia cristiana ed al “Governo Cossiga”, contraddicendo il comunicato della Federazione Fnle/Flaei/Uilsp, che invitava in modo chiaro ed unitario i lavoratori alla lotta.

A questo proposito rileviamo con sorpresa l’atteggiamento di alcuni dirigenti la Flaei di Larderello, che non solo hanno fatto propaganda contraria allo sciopero, ma si sono recati essi stessi al lavoro.

Nell’invitare i lavoratori a riflettere e discutere su quanto sopra, mentre ci impegneremo come Fnle-Cgil a trovare migliori soluzioni per garantire la più ampia adesione alle future lotte, sollecitiamo uno sforzo per recuperare quella coscienza politica e di classe unica vera difesa agli interessi complessivi delle maestranze di Larderello e di tutti i lavoratori italiani.


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