domenica 11 febbraio 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI    -  CAP. 69.

e’ stata costituita l’Unità Nazionale Geotermica![1]

         Il 5 dicembre 1979 il Consiglio di Amministrazione dell’Enel ha finalmente approvato la costituzione dell’Unità Nazionale Geotermica e il giorno seguente il Capo del Compartimento, ing. Remo Scappini, ha illustrato alle organizzazioni sindacali i contenuti del documento (che ci sarà consegnato entro questa settimana), mentre è stato convocato per il giorno 19 dicembre, a Firenze, un ulteriore incontro, al quale sarà presente anche l’ing. Paris, responsabile della Direzione Studi e Ricerche, per un approfondimento di tutti i temi riguardanti la geotermia.
        
         La costante pressione esercitata dalle organizzazioni sindacali e la mobilitazione dei lavoratori hanno ottenuto un risultato positivo riuscendo a sbloccare una stasi che rischiava di compromettere seriamente non solo le soluzioni degli importanti problemi emersi negli ultimi anni nella nostra fabbrica, ma addirittura lo sviluppo stesso dell’espansione produttiva, elettrica e per usi diversificati, attraverso lo sfruttamento della geotermia.
        
         Si tratta adesso, al di là delle formule organizzative, che andranno pure adeguatamente studiate e valutate da parte di tutti i lavoratori, di rimboccarsi le maniche e mettersi seriamente al lavoro. Ciò deve valere in primo luogo per il gruppo dirigente che non può mascherare le proprie inefficienze e mancanza di volontà e responsabilità dietro l’alibi della “vertenza geotermia”. Per i lavoratori ciò vale minimamente perché si deve a loro se nella lunga crisi aperta da un reale vuoto di poteri, le cose a Larderello sono andate avanti. A loro ed a quel personale tecnico ed amministrativo che ha dimostrato di voler ancora bene al proprio lavoro e consente oggi di guardare con positività alla fase di sviluppo nazionale che la geotermia sta attraversando.

         Noi pensiamo, e lo abbiamo ripetuto tante volte, che per la geotermia, per i nostri comprensori, per la produzione di energia elettrica e per l’incremento di occupazione, ci sia un grande avvenire. Per questo non contano tanto le formule organizzative quanto le volontà politiche, gli investimenti, la professionalità manageriale, i rapporti democratici con i lavoratori e le loro organizzazioni.

         Certo, noi non possiamo garantire a nessuno che con le attuali decisioni dell’Enel tutto ciò si realizzerà. Come non avremmo potuto garantire  a nessuno un futuro migliore se le decisioni fossero state diverse.

         La situazione politica generale è, come ogni lavoratore conosce, molto deteriorata. Manca un quadro organico di direzione e l’Italia pare avviarsi a una crisi drammatica se non cadranno le arroganti preclusioni poste dalla Democrazia Cristiana per la costituzione di un Governo di Unità Nazionale. Gli Enti pubblici sono stati per troppo tempo organismi del sottogoverno e della spartizione del potere di vertice e ciò ha pesato enormemente sulla qualità gestionale. L’Enel non è indenne da ciò e se non si affermeranno nel suo gruppo dirigente uomini di chiara matrice democratica ed essenzialmente validi da un punto di vista professionale, nessuno potrà garantire quel ruolo di sviluppo e di progresso che il Paese ci chiede.

         Per quanto riguarda la geotermia valgono le stesse regole. Se la costituzione dell’Unità Nazionale Geotermica (Ung) sarà l’ennesima manovra trasformista e clientelare di accaparramento del potere e delle poltrone, se la qualità non prevarrà sulla lottizzazione politica, se aumenteranno i doppioni, i conflitti, gli sprechi e le ruberie, se il personale operaio sarà lasciato allo sbando e non si opereranno le improcrastinabili ristrutturazioni con il riconoscimento dei livelli di professionalità acquisiti, vorrà dire che avremo perduto una grande, forse irripetibile occasione. Non solo utile per noi, ma per il Paese intero.

         Non ci vogliamo innanzi tempo schierare tra i profeti di sventura e nemmeno tra gli entusiasti di quanto l’Enel ha fatto. Nemmeno vogliamo crearci alibi precostituiti per sfuggire la realtà dei problemi. Non siamo catastrofici: con la lotta siamo andati avanti (ed ora si tratta di proseguire per consolidare i successi) ed alla lotta non rinunceremo. Ma che sia una lotta positiva e decisa insieme ai lavoratori, per interessi di fondo, per l’apertura al futuro ed allo sviluppo e non per mantenere esclusivamente tutto immutato.  Mantenere l’esistente, adagiarsi nella pigrizia gestionale, gestire qualche piccolo ritaglio di potere personale, significherebbe la definitiva emarginazione della geotermia. Con questo spirito andremo agli appuntamenti dei prossimi giorni ed al confronto e dibattito con le altre organizzazioni sindacali e con tutti i lavoratori.  




[1] In due numeri di “Ifcl”, n. 3 marzo 1980 e numero “speciale 4 febbraio 1982” saranno pubblicati tutti i documenti relativi all’Unità Nazionale Geotermica ed al Settore Produzione e Trasmissione/Gruppo Impianti Geotermoelettrici.

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