domenica 5 maggio 2019












L’infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
al cui riparo, tra il Dolmi, il Carbonciolo,
i ginepri e  i roggiolai,
ancora bambino, pascolai il mio gregge
e a primavera, nell’erba novella,
le prugnolaie segrete saccheggiai.

Lassù, dove tu mai andrai,
tra terra e cielo nel fulgore d’oro,
isole, montagne, immote acque,
nebbie sottili  e un gran mistero,
portano un palpito alla memoria antica,
e un fiore solitario tra il palero.

Di quei giorni immensi e dolorosi,
l’innocenza l’ha dispersa il vento,
e più nessuno c’è a richiamarla in vita.


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