sabato 1 agosto 2015



Resistenza taciuta, eroismi ignorati.
Che se ne faranno i “grandi storici” del nostro mezzo secolo di ricerca?

Ho ripreso in mano la “Storia della Resistenza Italiana”, di Roberto Battaglia, Einaudi, prima ristampa della nuova edizione, 1964, cercando Norma Parenti, una delle poche medaglie d’oro al valor militare alla memoria nella storia della Liberazione, ma nell’indice non l’ho trovata. Ho trovato invece Anna Maria Enriques Agnoletti “ferocemente torturata dalla Gestapo e fucilata sul greto del Mugnone, alla vigilia dell’insurrezione fiorentina”, già appartenente al Partito d’Azione e a “Rinascita”, foglio toscano del movimento cristiano sociale. D’altra parte Firenze è all’avanguardia del movimento popolare per intensità delle azioni gappiste e il vigore della sua classe operaia. Ha sede a Firenze il Servizio informazioni di “Radio CORA”, diretto da Carlo Campolmi, uno dei maggiori dirigenti azionisti della lotta armata. Spetta a questo Servizio – scrive Battaglia - , che perderà quasi tutti i suoi quadri nel corso della lotta, il merito d’aver tempestivamente segnalato il trasferimento della Goering dal Passo del Brennero all’Italia centrale, tanto da permettere la sua distruzione pressoché completa a opera dell’aviazione alleata e da impedire, in conseguenza, che essa gettasse il suo peso nella battaglia di Roma: uno dei fatti tipici, e meno noti, in cui la Resistenza italiana, uscendo dagli schemi regionali, ha influito direttamente sull’intero corso della guerra regolare”. Per il resto però, la Toscana e molto trascurata e Battaglia si limita a citare la “battaglia di Monticchiello” del 6 aprile 1944 fra i partigiani della “Monte Amiata” e i fascisti. Quando arriveranno i tedeschi di rinforzo troveranno a Monticchiello solo una bandiera rossa che sventola sul castello. Infine, a pagina 238, si accenna alla Spartaco Lavagnini che “controlla numerosi villaggi e centri rurali del senese”. Fine. Dunque né Norma, né Niccioleta,  né guerra ai civili, né XXIII BR. Garibaldi, né III Brigata Garibaldi…
Ho trovato anche un altro libro molto interessante: “Partigiane della libertà”, edito a cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI per il 1973 “Anno Antifascista”, con una bella introduzione di Gian Carlo Pajetta. Visto che si parla di donne sono andato a cercare Norma Parenti. Andiamo a pagina 95, inizio della cronistoria dell’anno 1944. Quando nell’ottobre 1944 la Direzione del PCI emana le direttive “per le compagne staffette”, che avranno una tessera di identificazione rilasciata dal Comando di brigata, e un lasciapassare del CLN, la nostra Norma era già stata uccisa. Giungiamo infine a pagina 199: Le medaglie d’oro al valor militare. Sono al momento 16. A pagina 202 ecco Norma: ma si sbaglia il cognome scrivendo Norma Fratelli Parenti. Ecco la sua scheda: “da Massa Marittima, partigiana combattente (alla memoria)” e poi tra virgolette, si riporta il testo della m.d’o. La brevissima nota si chiude con: “Massa Marittima, giugno 1944”. Alle medaglie d’oro seguono le “Stelle d’oro delle Brigate Garibaldi”. Sono 15. Delle toscane si citano: Rina Chiarini, e Giuliana Serafini.


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