domenica 23 agosto 2015






Fosini, 23 agosto.

Nel pomeriggio (Ore 15) decidiamo di andare a camminare. Dove? Scartiamo la costa Tirrenica, probabilmente invasa dai turisti e dal traffico a “bollino rosso” su tutte le strade, e non vorremmo allontanarci troppo da Castelnuovo, scegliamo perciò Fosini, come punto di arrivo. Con la “Panda” impieghiamo circa 20’ a raggiungere la località “Palazzaccio”, dove adesso è installata una trivella dell’Enel per la ricerca del vapore geotermico, ben visibile in lontananza dal terrazzo della mia stanza (nella quale sto’ scrivendo questo post). Lasciata l’auto sul bordo della strada (stretta, ma asfaltata) ci incamminiamo in leggera salita (che non ricordavamo così lunga!) costeggiando il monte chiamato “Carlina” (per la pianta spinosa che vi abbonda) fino allo scollinamento ed al cambio del versante tutto in leggera discesa. Si attraversa un magnifico bosco, incontrando freschi ruscelli d’acqua purissima, con belle viste sui grandi boschi e, sul lato destro, i versanti dei monti contrapposti, cioè l’Aia dei diavoli e il Monte di Castelnuovo. Anche il paese è visibile e le alte torri refrigeranti della Centrale geotermoelettrica. Dunque, abbiamo compiuto un lungo giro, in auto ed a piedi, ma in linea d’aria siamo molto vicini. Non a caso negli anni della mia giovinezza, attraversando il castagneto di Castelnuovo fino al Torrente Pavone, e poi, oltrepassato, su un sentiero ben battuto, arrivare in uno dei tanti poderi che appartenevano alla Fattoria di Fosini, dove si svolgeva il rustico ballo dei contadini. Però, cammina, cammina, dopo un’ora e venti minuti il Castello di Fosini sembrava ancora molto lontano. Giunti al piede di una enorme quercia, abbiamo deciso di tornare indietro. Aumentando leggermente il passo, ma soffermandoci a cogliere le more mature, abbiamo impiegato un’ora. Saliti in automobile abbaiamo deciso di misurare il percorso, andata e ritorno, e in più andare a visitare il piccolo camposanto di Fosini e la chiesina di San Rocco, immersi nella campagna, recentemente restaurati ad memoriam, perché ormai non vi si praticano più sepolture. Il piccolo cimitero l’avevo visto e fotografato cinquant’anni fa, nel corso di una memorabile ascesa al monte “Cornata”, nel prato c’erano ancora le tombe e molte lastre di marmo fissate nei muri perimetrali, ma già allora esso era in stato di abbandono e tutti i poderi della immensa Fattoria si stavano spopolando. In tutto questo percorso (auto+camminare, circa 50 chilometri. Abbiamo incontrato soltanto due auto! e tre persone a passeggiare, nei pressi di Solaio!

Doccia e riposo, sobria cena (ma deliziosa pastasciutta con i fiori freschi di zucca), e sorprendentemente nessun affaticamento né fisico né mentale. Alla nostra età c’è da preoccuparsi?  

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