Francesco De Larderel, 1818, il fondatore.
Le nuove tecnologie nel campo della perforazione del sottosuolo, 2018.
PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 73.
Intervento all’assemblea generale di
Larderello sull’accordo con l’Enel per la costituzione dell’Unità Nazionale
Geotermica (14 febbraio 1980)[1]
Il Comitato direttivo della Fnle di
Larderello si è riunito recentemente per una valutazione complessiva del
documento Enel riguardante l’organizzazione delle attività geotermiche ed i
risultati dell’incontro avuto con le Direzioni del Compartimento e della Dsr,
il 19 dicembre 1979, i cui contenuti, in varie forme, sono ormai a conoscenza
dei lavoratori.
A nostro parere si è conclusa la prima
fase del confronto politico con l’Enel, iniziatosi quasi due anni fa con la
presentazione degli “indirizzi programmatici” per il Settore geotermico per gli
anni 1978-1982.
La Fnle esprime un giudizio
complessivamente positivo sui risultati ottenuti, pur rilevando che non è stata
recepita la proposta delle oo.ss. per quanto attiene una effettiva unitarietà
nella conduzione delle attività geotermiche[2].
La Fnle ritiene che per la geotermia,
per i nostri Comprensori, per la produzione di energia elettrica e per
l’occupazione si apra una nuova e più concreta possibilità di sviluppo.
L’avere imposto all’Enel investimenti e
programmi per l’energia geotermica è un successo del sindacato e della
mobilitazione dei lavoratori. Il Centro Dimostrativo Larderello per l’utenza
termica[3] potrà
assolvere un ruolo assai importante per la geotermia del futuro, cioè per il
totale sfruttamento di questa risorsa a fini non elettrici e si salda alle
richieste da sempre avanzate dai partiti politici, dagli Enti Locali e dai
cittadini. La costruzione di nuove centrali e gli obiettivi di realizzare entro
il 1990 il raddoppio della potenza elettrica (700 Mw); l’acquisto di due nuovi
impianti di perforazione e lo sforzo per dare alla ricerca un ruolo trainante
nello sviluppo della geotermia a Larderello, in Italia e all’estero; le
garanzie sul mantenimento dell’occupazione ai livelli attuali di circa 1700
unità e con ulteriori possibilità di incremento; l’impegno verso le officine di
manutenzione che non solo dovranno eseguire i tradizionali lavori per le
centrali e le perforazioni, ma si potranno proiettare in un ambito nazionale
per realizzare i progetti dell’Unità Nazionale Geotermica (Ung) e in ambito
compartimentale per le centrali termiche e le altre unità dell’Enel secondo
criteri di competitività e per diminuire l’incidenza degli appalti, aprono
nuove interessanti prospettive che, collegate a quanto è emerso in questi
ultimi anni sulla questione energetica in campo nazionale, lasciano intravedere
buone possibilità future per la geotermia.
Molto brevemente ed in relazione ad
aspetti fondamentali del documento Enel ed a quelli da sempre presenti nelle
nostre rivendicazioni, vorremmo esaminare tre-quattro questioni: usi plurimi,
perforazioni, centrali, officine, prima di passare rapidamente a concludere
questo intervento di fronte a voi, oltre seicento lavoratori, in
quest’assemblea generale delle maestranze di Larderello.
Non è utopistico affermare che
nell’avvenire la geotermia sarà sempre più orientata a coprire fabbisogni che
richiedano un basso contenuto calorico. Questo perché i risultati delle
ricerche in campo nazionale hanno evidenziato che mentre sarà difficile, anche
se auspicabile, il reperimento di altri sistemi geotermici della qualità e
potenzialità di quelli di Larderello, Travale e Amiata, è molto più facile il
reperimento di acque calde e vapore a bassa entalpia. Ciò porta alla
considerazione che, mentre da un lato non si debbono trascurare tutte le
possibilità di utilizzare il vapore per la produzione di energia elettrica,
dall’altro non si deve neanche permettere che tutte le calorie contenute nei
ritrovamenti rimangano inutilizzate, quando potrebbero essere sfruttate
variamente per scopi termici per i quali si fa attualmente uso di energia elettrica o di gas o di petrolio. In Italia
non siamo ancora giunti ad una piena consapevolezza sull’importanza di questi
temi, in quanti iniziative concrete trovano ostacoli di vario genere (vedi i
ritardi ed i conflitti per la realizzazione del grande progetto da 50 ettari di
serre sul monte Amiata, serre che dovrebbero utilizzare il vapore dello scarico
della centrale geotermoelettrica di Piancastagnaio e dare lavoro ad oltre 400
persone), e che una non idonea legislazione non contribuisce certo a superare.
Tuttavia anche qui si nota un crescente interesse e si può oggi affermare che anche
le nostre zone si aprono a concrete possibilità di sviluppo. I progetti più
avanzati riguardano: 10-13 miliardi di investimenti previsti da una Ditta
privata multinazionale nella zona di Radicondoli (Travale 21) con prospettiva
di circa 200 posti di lavoro; il mezzo miliardo circa che la Regioni Toscana ha
stanziato per la costruzione di impianti terricoli e di sperimentazione al
pozzo Bulera 1, che dovrebbero successivamente essere gestiti da una
cooperativa di giovani appositamente costituita (Ortofiore); iniziative di
studio per il riscaldamento civile abitativo da parte del Comune di Castelnuovo
di Valdicecina, dove si è già realizzato quello di alcune grosse strutture
pubbliche.
A tutte le proposte indirizzate a
questo scopo abbiamo dato e daremo il nostro contributo, ma crediamo che grossi
stimoli possano venire da un fattivo e specifico contributo tecnico che
attualmente esiste all’interno dell’Enel, per questo diamo grande rilievo alla
volontà di costituire a Larderello un “Centro di Sperimentazione” per la
consulenza sugli usi diversificati della geotermia a tutti i potenziali
fruitori, e per svolgere una massiccia campagna promozionale.
Una delle branche fondamentali
dell’attività geotermica sono le Perforazioni. Questa attività è attualmente in
espansione e ricoprirà un ruolo preminente nei prossimi anni, sia per
l’allargamento dell’area esplorata, sia per i sondaggi ad alta tecnologia, sia
per la realizzazione del progetto “rocce secche” e “grandi profondità”. Il
programma dell’Enel e quello in Joint-venture Enel-Agip, prevede attività di
prospezione e perforazione (alcune sono in corso) nelle zone di Alfina, Cesano,
Latera Monti Cimini, Monti Sabatini, Colli Albani, Lago Patria, Ottaviano ed
altre zone della fascia tirrenica centro meridionale e delle Isole, nonché
attività prioritaria, volta alla produzione, nelle zone tradizionali di
Larderello, Travale, Monte Amiata, comprese perforazioni profonde, come quella
compiuta al Sasso 22 in collaborazione con la CEE, che sarà estesa anche ai
campi di Lago, Radicondoli, Amiata e rialimentazione artificiale attraverso la
reiniezione di acque reflue nel sottosuolo. Un programma di questo tipo, per
essere realizzato, ha bisogno di grandi investimenti, di nuovi impianti di
perforazione, di un aumento degli organici. Il futuro della geotermia sarà
indissolubilmente legato ai successi di questa attività.
Ed è per ciò che le oo.ss. e il Cud di Larderello hanno messo a punto
una specifica vertenza, in cui si chiede la ricomposizione degli organici e una
più funzionale organizzazione del lavoro sui cantieri, un aggiornamento
scientifico e tecnico nelle fasi di programmazione, esecuzione e controllo
della perforazione,con una maggiore cura dell’ambiente e del recupero
professionale per un adeguamento alle nuove tecnologie che dovranno essere
sempre più introdotte nel prossimo futuro. La vertenza assume quindi un
significato molto importante ed anche su questa misureremo le nuove volontà
della Direzione. Noi non intendiamo più concedere tempo all’Enel, ma dovremo andare
rapidamente ad un incontro per accertarne le reali disponibilità e nel caso
contrario passare alla lotta dei lavoratori.
Anche per le centrali
geotermoelettriche si è iniziata, dopo tanti anni di immobilismo, una fase di
sviluppo. Nel dicembre è entrata in funzione la centrale da 30 Mw di Radicondoli,
sono iniziate o proseguono le costruzioni di altre quattro centrali: San
Martino da 15 Mw, Lagoni Rossi da 3 Mw, Molinetto II da 8 Mw e Leccia da 8 Mw.
E’ inoltre prevista la riattivazione della centrale Travale 22 con un gruppo da
15 Mw. Sono terminati i lavori di automazione alla centrale di Castelnuovo,
sono iniziati i lavori di automazione in altre centrali, sono stati effettuati
alcuni, ancora molto insufficienti, rinnovamenti tecnologici. Come già
ricordato l’obiettivo dell’Enel è il raddoppio della produzione entro 10 anni.
Un progetto a parte è inoltre quello del turbogas di Sesta, area nella quale
sono in corso perforazioni. I programmi dell’Enel prevedono anche un graduale
orientamento verso l’automazione generale e il telecomando delle centrali
geotermiche. Questo processo ha destato e desta molte discussioni tra i
lavoratori e le popolazioni delle zone
interessate poiché vedono limitare le loro possibilità occupazionali presso gli
impianti di produzione. Noi abbiamo espresso una posizione molto chiara su
questo problema dicendo all’Enel che non ci opponiamo pregiudizialmente ai
miglioramenti tecnologici ed alle maggiori economie di gestione, in quanto
saremmo in contraddizione con la linea più generale stessa, tesa a contenere i
prezzi e le tariffe dei servizi, però l’Enel non deve trascurare ed anzi deve
cercare di far fronte alle ripercussioni negative che si potranno avere dal
lato occupazionale nell’esercizio, potenziando i comparti dove invece c’è
maggiore necessità di personale, ad esempio nelle manutenzioni. A questo scopo
abbiamo già richiesto di dare alle centrali telecomandate (ad esempio quella di
Radicondoli) una autonomia nella gestione della manutenzione, prevedendo un
organico adeguato per la manutenzione e l’esercizio di questi impianti e per la
manutenzione programmata sugli altri impianti del gruppo. L’Enel non ha
dimostrato disponibilità verso le nostre richieste, anzi, nel corso degli
incontri avuti con la direzione del Settore produzione e trasmissione e del
Settore termoelettrico, abbiamo riscontrato molta improvvisazione nel formulare
i programmi di automazione e telecomando, la mancanza di una visione più
generale del problema e l’incapacità a trovare adeguate soluzioni alle
ripercussioni sul personale delle innovazioni previste. A questo scopo abbiamo
richiesto unitariamente all’Enel, di affrontare in una apposita vertenza i
problemi della produzione nel loro complesso ed a cominciare da quelli urgenti
di Radicondoli abbiamo dichiarato lo stato di agitazione in tutto il Gig e
richiesto un urgente incontro all’Enel.
L’ultimo punto cui vorrei brevemente
accennare sono le Officine. Le officine di Larderello come struttura
organizzativa interna all’Enel in campo manutentivo, sono praticamente rimaste
le uniche sul territorio nazionale. A Larderello queste officine, che occupano
oltre 600 lavoratori nei vari campi della meccanica, elettromeccanica,
carpenteria metallica, edilizia, falegnameria, trasporti, sono riuscite a
sopravvivere nonostante le varie e più volte denunciate precarietà ambientali,
di spazio e organizzative. Difettano nella programmazione, nell’organizzazione
del lavoro, vi sono scarsamente valorizzate le capacità tecnico-manuali (basti
vedere il numero dei concorrenti che dalle officine si riversa su concorsi
esterni ad esse per posti anche meno qualificati, solo perché vi si intravedono
in futuro maggiori prospettive di carriera). Nonostante ciò, le esperienze che
in esse si sono maturate con tanti anni
di attività hanno consentito che talune prestazioni da esse prodotte
riscuotessero un buon apprezzamento, sia sotto il profilo della qualità del
lavoro, sia dal punto di vista dei tempi di esecuzione confrontati con le
onerose lungaggini e le talvolta pessime qualità dei lavori svolti da Ditte
esterne. E’ stato raggiunto infatti su talune lavorazioni , un grado di
competitività e di economicità produttiva tali da incoraggiare l’Enel ad
orientarsi verso una maggiore valorizzazione ed un potenziamento delle
Officine. Tale fatto ci dimostra ancora una volta che come oo.ss. e lavoratori
del geotermico avevamo visto giusto quando richiedevamo con forza un
potenziamento delle nostre attività manutentive e di nuove costruzioni. A noi,
questo, sembra un fatto di grande valore, specialmente se lo traguardiamo
attraverso la realtà di fabbrica, in cui, con sempre maggiore proiezione verso
più vaste aree nazionali della ricerca e della perforazione e con la tendenza
ad una stasi occupazionale nelle centrali dovuta alle innovazioni tecnologiche,
le Officine ci offrono al momento l’unica vera garanzia di occupazione la cui
entità dipenderà quasi esclusivamente dalla capacità dell’Ente e dei lavoratori
di svincolarsi il più possibile dall’assistenzialismo (che già tanto grava sui bilanci
dello Stato italiano) e di ristrutturare queste attività in senso produttivo ed
economico a cui deve essere subordinato ogni allargamento di organici
Riteniamo perciò di dover condividere
l’intenzione dell’Enel di operare indagini in tutte le centrali compartimentali
al fine di concentrare su Larderello le commesse di tutti quei lavori di alta
specializzazione, difficilmente reperibili sul mercato, o reperibili a costo
enormi e con tempi indipendenti dalla urgenza dei lavori medesimi. Condividiamo
anche l’intenzione di costituire un preciso regolamento che stabilisca tra i
lavori commissionabili, quelli che dovranno avere diritto di precedenza su
altri nell’esecuzione. Non ci sembra però che le Officine debbano essere
riconvertite completamente, come si afferma nell’Appendice al documento Enel
del dicembre scorso, in quanto molte attività che in esse già attualmente si
svolgono, non debbono essere cambiate, ma meglio organizzate, potenziate e rese
funzionali e più rispondenti, in primo luogo, alle necessità manutentive delle
realtà che operano nella geotermia, garantendo quindi una più adeguata
assistenza alle centrali ed alle perforazioni. Se devono cessare lavori di
serie improduttivi in quanto reperibili a costi minori sul mercato,
l’approvvigionamento deve però essere garantito attraverso una migliore
gestione dei Magazzini e delle scorte.
La cessazione di questi lavori deve favorire l’orientamento ad estendere almeno
in tutto il Compartimento di Firenze il campo di azione manutentivo delle
Officine per giungere, attraverso anche una adeguata riqualificazione
professionale delle maestranze, ad una graduale limitazione del ricorso agli
appalti. E’ necessario poi un sollecito adeguamento degli organici alle nuove
attività, una maggiore valutazione della professionalità e delle capacità
tecnico-manuali attraverso l’applicazione delle ultime conquiste contrattuali.
Noi riteniamo pertanto che l’Enel debba
passare rapidamente alla fase applicativa perché perdere altro tempo sarebbe
estremamente negativo anche per le indispensabili soluzioni della vertenza di
ristrutturazione aperte, come abbiamo visto, in importanti Reparti della nostra fabbrica. Ciò presuppone una
nuova volontà politica, un quadro dirigente adeguato, un impegno di lavoro e di
serietà professionale in tutti i dipendenti.
Certo, noi non possiamo garantire a
nessuno che con le attuali decisioni dell’Enel tutto si realizzerà
positivamente, come non avremmo potuto garantire a nessuno un futuro migliore
se le decisioni fossero state diverse. La situazione generale del nostro Paese,
come ben conosce ogni lavoratore, è molto deteriorata. Manca un quadro organico
di direzione politica e l’Italia pare avviarsi ad una crisi drammatica se non
cadranno le arroganti preclusioni poste da alcuni partiti per la costituzione
di un Governo di emergenza e di “unità nazionale” più rappresentativo
dell’attuale.
Gli Enti Pubblici sono stati per troppo
tempo organismi del sottogoverno e della spartizione del potere , e ciò ha
pesato enormemente sulla qualità gestionale. L’Enel non è indenne da ciò, e se
non si affermeranno nel suo gruppo dirigente uomini di chiara onestà e marcata
professionalità, nessuno potrà garantire quel ruolo di sviluppo e di progresso
che il Paese ci chiede.
Per quanto riguarda la geotermia
valgono le stesse considerazioni. Se la costituzione dell’Ung sarà l’ennesima
manovra clientelare di accaparramento del potere e delle laute prebende, se la
qualità non prevarrà sulla lottizzazione politica, se aumenteranno i doppioni,
gli appalti, i conflitti e gli sprechi, se si organizzerà il Centro di Pisa
come il “cervello della geotermia” relegando Larderello al ruolo di “braccio
della geotermia” e non prevedendovi, invece, importanti funzioni di ricerca,
progettazione, studio, che sono strettamente legate alla fase operativa, se il
personale sarà lasciato allo sbando e non si opereranno le improcrastinabili
ristrutturazioni con il riconoscimento dei livelli di professionalità
acquisiti, vorrà dire che avremo perduto una grande occasione. Non solo utile
per noi, ma per il Paese intero.
La Fnle sottolinea che in una
trattativa lunga e complessa, condotta a livello nazionale e regionale, non
tutte le proposte fatte da sempre unitariamente dalle oo.ss. di Larderello sono
state recepite dall’Enel. Non era del resto pensabile di ottenere il 100%. Pur
ritenendo ancora valide le iniziali richieste di unitarietà della geotermia e
di centralità di Larderello, ci siamo misurati con quelle dell’Enel, cercando
di ottenere il massimo dei risultati positivi, sia per quanto riguarda le
prospettive per i lavoratori della Fabbrica, sia per interessi più generali di
sviluppo territoriale. Noi riteniamo fondamentale invitare i lavoratori a
dibattere queste tematiche, al fine di superare pregiudiziali posizioni di
chiusura al nuovo, che, al di là della vigile cautela, della disponibilità alla
mobilitazione ed alla lotta che accompagnerà l’attuazione dei programmi e della
struttura elaborati dall’Enel, sembrano dettate dalla preoccupazione di perdere
posizioni di potere e di privilegio, di poco lavoro, presenti in alcuni settori
dei nostri Stabilimenti.
Non ci vogliamo innanzi
tempo schierare tra i “profeti di sventura” e nemmeno tra gli entusiasti di
quanto l’Enel ha fatto. Abbiamo una concezione dinamica del sindacato e fidiamo
nella sola arma a disposizione dei lavoratori: la lotta. Con la lotta di questi
anni siamo andati avanti ed ora si tratta di proseguire per consolidare i
successi. Ma che sia una lotta per interessi di fondo, per l’apertura al futuro
e allo sviluppo e non per mantenere immutato tutto quello che c’è che vorrebbe
veramente dire la definitiva emarginazione della geotermia. Con questo spirito
noi andremo ai prossimi appuntamenti con l’Enel, per l’attuazione dei programmi
e dell’organizzazione ed al confronto e dibattito con le altre oo.ss., gli Enti
Locali, i Partiti Politici e con i lavoratori anche in una successiva fase di
verifica come potrebbe essere, ad
esempio, un Conferenza di Produzione da tenersi in autunno
[1]
L’intervento di cg., segretario della Fnle-Cgil, al Teatro Florentia di
Larderello gremito da oltre 600 lavoratori, ottenne un notevole successo.
[2] Il
problema si riferisce allo spostamento a Pisa (dove esisteva, fin dai tempi
della “Larderello SpA” nel Palazzo “Pacinotti” sul Lungarno, una sede
decentrata di uffici commerciali e direzionali), di importanti funzioni di
ricerca, amministrative e Direzionali trasferendo attività svolte a Larderello
ed a Firenze, ma, di fatto, impoverendo la realtà di Larderello. Nei decenni a
venire la realtà pisana, trasferita in una apposita sede, acquisterà sempre un
maggior peso raggiungendo livelli occupazioni rilevanti, mentre la realtà di
Larderello si svuoterà di personale e di funzioni direttive e di
rappresentanza. Causa questa di una dequalificazione professionale e
occupazionale delle aree geotermiche tradizionali.
[3] Il
Centro Dimostrativo fu ubicato nella ex Villa Ginori di Castelnuovo V.C. Dotato
di esigue strutture tecniche non rappresenterà mai un elemento importante nella
strategia che Enel e Governo avevano delineato a Cianciano, finendo per essere
smantellato tra il 2004-2005.
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