sabato 3 marzo 2018



Francesco De Larderel, 1818, il fondatore.


Le nuove tecnologie nel campo della perforazione del sottosuolo, 2018.

PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 73.


Intervento all’assemblea generale di Larderello sull’accordo con l’Enel per la costituzione dell’Unità Nazionale Geotermica  (14 febbraio 1980)[1]

         Il Comitato direttivo della Fnle di Larderello si è riunito recentemente per una valutazione complessiva del documento Enel riguardante l’organizzazione delle attività geotermiche ed i risultati dell’incontro avuto con le Direzioni del Compartimento e della Dsr, il 19 dicembre 1979, i cui contenuti, in varie forme, sono ormai a conoscenza dei lavoratori.
         A nostro parere si è conclusa la prima fase del confronto politico con l’Enel, iniziatosi quasi due anni fa con la presentazione degli “indirizzi programmatici” per il Settore geotermico per gli anni 1978-1982.
         La Fnle esprime un giudizio complessivamente positivo sui risultati ottenuti, pur rilevando che non è stata recepita la proposta delle oo.ss. per quanto attiene una effettiva unitarietà nella conduzione delle attività geotermiche[2].
         La Fnle ritiene che per la geotermia, per i nostri Comprensori, per la produzione di energia elettrica e per l’occupazione si apra una nuova e più concreta possibilità di sviluppo.
         L’avere imposto all’Enel investimenti e programmi per l’energia geotermica è un successo del sindacato e della mobilitazione dei lavoratori. Il Centro Dimostrativo Larderello per l’utenza termica[3] potrà assolvere un ruolo assai importante per la geotermia del futuro, cioè per il totale sfruttamento di questa risorsa a fini non elettrici e si salda alle richieste da sempre avanzate dai partiti politici, dagli Enti Locali e dai cittadini. La costruzione di nuove centrali e gli obiettivi di realizzare entro il 1990 il raddoppio della potenza elettrica (700 Mw); l’acquisto di due nuovi impianti di perforazione e lo sforzo per dare alla ricerca un ruolo trainante nello sviluppo della geotermia a Larderello, in Italia e all’estero; le garanzie sul mantenimento dell’occupazione ai livelli attuali di circa 1700 unità e con ulteriori possibilità di incremento; l’impegno verso le officine di manutenzione che non solo dovranno eseguire i tradizionali lavori per le centrali e le perforazioni, ma si potranno proiettare in un ambito nazionale per realizzare i progetti dell’Unità Nazionale Geotermica (Ung) e in ambito compartimentale per le centrali termiche e le altre unità dell’Enel secondo criteri di competitività e per diminuire l’incidenza degli appalti, aprono nuove interessanti prospettive che, collegate a quanto è emerso in questi ultimi anni sulla questione energetica in campo nazionale, lasciano intravedere buone possibilità future per la geotermia.
         Molto brevemente ed in relazione ad aspetti fondamentali del documento Enel ed a quelli da sempre presenti nelle nostre rivendicazioni, vorremmo esaminare tre-quattro questioni: usi plurimi, perforazioni, centrali, officine, prima di passare rapidamente a concludere questo intervento di fronte a voi, oltre seicento lavoratori, in quest’assemblea generale delle maestranze di Larderello.
         Non è utopistico affermare che nell’avvenire la geotermia sarà sempre più orientata a coprire fabbisogni che richiedano un basso contenuto calorico. Questo perché i risultati delle ricerche in campo nazionale hanno evidenziato che mentre sarà difficile, anche se auspicabile, il reperimento di altri sistemi geotermici della qualità e potenzialità di quelli di Larderello, Travale e Amiata, è molto più facile il reperimento di acque calde e vapore a bassa entalpia. Ciò porta alla considerazione che, mentre da un lato non si debbono trascurare tutte le possibilità di utilizzare il vapore per la produzione di energia elettrica, dall’altro non si deve neanche permettere che tutte le calorie contenute nei ritrovamenti rimangano inutilizzate, quando potrebbero essere sfruttate variamente per scopi termici per i quali si fa attualmente uso di energia  elettrica o di gas o di petrolio. In Italia non siamo ancora giunti ad una piena consapevolezza sull’importanza di questi temi, in quanti iniziative concrete trovano ostacoli di vario genere (vedi i ritardi ed i conflitti per la realizzazione del grande progetto da 50 ettari di serre sul monte Amiata, serre che dovrebbero utilizzare il vapore dello scarico della centrale geotermoelettrica di Piancastagnaio e dare lavoro ad oltre 400 persone), e che una non idonea legislazione non contribuisce certo a superare. Tuttavia anche qui si nota un crescente interesse e si può oggi affermare che anche le nostre zone si aprono a concrete possibilità di sviluppo. I progetti più avanzati riguardano: 10-13 miliardi di investimenti previsti da una Ditta privata multinazionale nella zona di Radicondoli (Travale 21) con prospettiva di circa 200 posti di lavoro; il mezzo miliardo circa che la Regioni Toscana ha stanziato per la costruzione di impianti terricoli e di sperimentazione al pozzo Bulera 1, che dovrebbero successivamente essere gestiti da una cooperativa di giovani appositamente costituita (Ortofiore); iniziative di studio per il riscaldamento civile abitativo da parte del Comune di Castelnuovo di Valdicecina, dove si è già realizzato quello di alcune grosse strutture pubbliche.
         A tutte le proposte indirizzate a questo scopo abbiamo dato e daremo il nostro contributo, ma crediamo che grossi stimoli possano venire da un fattivo e specifico contributo tecnico che attualmente esiste all’interno dell’Enel, per questo diamo grande rilievo alla volontà di costituire a Larderello un “Centro di Sperimentazione” per la consulenza sugli usi diversificati della geotermia a tutti i potenziali fruitori, e per svolgere una massiccia campagna promozionale.
         Una delle branche fondamentali dell’attività geotermica sono le Perforazioni. Questa attività è attualmente in espansione e ricoprirà un ruolo preminente nei prossimi anni, sia per l’allargamento dell’area esplorata, sia per i sondaggi ad alta tecnologia, sia per la realizzazione del progetto “rocce secche” e “grandi profondità”. Il programma dell’Enel e quello in Joint-venture Enel-Agip, prevede attività di prospezione e perforazione (alcune sono in corso) nelle zone di Alfina, Cesano, Latera Monti Cimini, Monti Sabatini, Colli Albani, Lago Patria, Ottaviano ed altre zone della fascia tirrenica centro meridionale e delle Isole, nonché attività prioritaria, volta alla produzione, nelle zone tradizionali di Larderello, Travale, Monte Amiata, comprese perforazioni profonde, come quella compiuta al Sasso 22 in collaborazione con la CEE, che sarà estesa anche ai campi di Lago, Radicondoli, Amiata e rialimentazione artificiale attraverso la reiniezione di acque reflue nel sottosuolo. Un programma di questo tipo, per essere realizzato, ha bisogno di grandi investimenti, di nuovi impianti di perforazione, di un aumento degli organici. Il futuro della geotermia sarà indissolubilmente legato ai successi di questa attività.
Ed è per ciò che le oo.ss.  e il Cud di Larderello hanno messo a punto una specifica vertenza, in cui si chiede la ricomposizione degli organici e una più funzionale organizzazione del lavoro sui cantieri, un aggiornamento scientifico e tecnico nelle fasi di programmazione, esecuzione e controllo della perforazione,con una maggiore cura dell’ambiente e del recupero professionale per un adeguamento alle nuove tecnologie che dovranno essere sempre più introdotte nel prossimo futuro. La vertenza assume quindi un significato molto importante ed anche su questa misureremo le nuove volontà della Direzione. Noi non intendiamo più concedere tempo all’Enel, ma dovremo andare rapidamente ad un incontro per accertarne le reali disponibilità e nel caso contrario passare alla lotta dei lavoratori.
         Anche per le centrali geotermoelettriche si è iniziata, dopo tanti anni di immobilismo, una fase di sviluppo. Nel dicembre è entrata in funzione la centrale da 30 Mw di Radicondoli, sono iniziate o proseguono le costruzioni di altre quattro centrali: San Martino da 15 Mw, Lagoni Rossi da 3 Mw, Molinetto II da 8 Mw e Leccia da 8 Mw. E’ inoltre prevista la riattivazione della centrale Travale 22 con un gruppo da 15 Mw. Sono terminati i lavori di automazione alla centrale di Castelnuovo, sono iniziati i lavori di automazione in altre centrali, sono stati effettuati alcuni, ancora molto insufficienti, rinnovamenti tecnologici. Come già ricordato l’obiettivo dell’Enel è il raddoppio della produzione entro 10 anni. Un progetto a parte è inoltre quello del turbogas di Sesta, area nella quale sono in corso perforazioni. I programmi dell’Enel prevedono anche un graduale orientamento verso l’automazione generale e il telecomando delle centrali geotermiche. Questo processo ha destato e desta molte discussioni tra i lavoratori  e le popolazioni delle zone interessate poiché vedono limitare le loro possibilità occupazionali presso gli impianti di produzione. Noi abbiamo espresso una posizione molto chiara su questo problema dicendo all’Enel che non ci opponiamo pregiudizialmente ai miglioramenti tecnologici ed alle maggiori economie di gestione, in quanto saremmo in contraddizione con la linea più generale stessa, tesa a contenere i prezzi e le tariffe dei servizi, però l’Enel non deve trascurare ed anzi deve cercare di far fronte alle ripercussioni negative che si potranno avere dal lato occupazionale nell’esercizio, potenziando i comparti dove invece c’è maggiore necessità di personale, ad esempio nelle manutenzioni. A questo scopo abbiamo già richiesto di dare alle centrali telecomandate (ad esempio quella di Radicondoli) una autonomia nella gestione della manutenzione, prevedendo un organico adeguato per la manutenzione e l’esercizio di questi impianti e per la manutenzione programmata sugli altri impianti del gruppo. L’Enel non ha dimostrato disponibilità verso le nostre richieste, anzi, nel corso degli incontri avuti con la direzione del Settore produzione e trasmissione e del Settore termoelettrico, abbiamo riscontrato molta improvvisazione nel formulare i programmi di automazione e telecomando, la mancanza di una visione più generale del problema e l’incapacità a trovare adeguate soluzioni alle ripercussioni sul personale delle innovazioni previste. A questo scopo abbiamo richiesto unitariamente all’Enel, di affrontare in una apposita vertenza i problemi della produzione nel loro complesso ed a cominciare da quelli urgenti di Radicondoli abbiamo dichiarato lo stato di agitazione in tutto il Gig e richiesto un urgente incontro all’Enel.
         L’ultimo punto cui vorrei brevemente accennare sono le Officine. Le officine di Larderello come struttura organizzativa interna all’Enel in campo manutentivo, sono praticamente rimaste le uniche sul territorio nazionale. A Larderello queste officine, che occupano oltre 600 lavoratori nei vari campi della meccanica, elettromeccanica, carpenteria metallica, edilizia, falegnameria, trasporti, sono riuscite a sopravvivere nonostante le varie e più volte denunciate precarietà ambientali, di spazio e organizzative. Difettano nella programmazione, nell’organizzazione del lavoro, vi sono scarsamente valorizzate le capacità tecnico-manuali (basti vedere il numero dei concorrenti che dalle officine si riversa su concorsi esterni ad esse per posti anche meno qualificati, solo perché vi si intravedono in futuro maggiori prospettive di carriera). Nonostante ciò, le esperienze che in esse si sono maturate  con tanti anni di attività hanno consentito che talune prestazioni da esse prodotte riscuotessero un buon apprezzamento, sia sotto il profilo della qualità del lavoro, sia dal punto di vista dei tempi di esecuzione confrontati con le onerose lungaggini e le talvolta pessime qualità dei lavori svolti da Ditte esterne. E’ stato raggiunto infatti su talune lavorazioni , un grado di competitività e di economicità produttiva tali da incoraggiare l’Enel ad orientarsi verso una maggiore valorizzazione ed un potenziamento delle Officine. Tale fatto ci dimostra ancora una volta che come oo.ss. e lavoratori del geotermico avevamo visto giusto quando richiedevamo con forza un potenziamento delle nostre attività manutentive e di nuove costruzioni. A noi, questo, sembra un fatto di grande valore, specialmente se lo traguardiamo attraverso la realtà di fabbrica, in cui, con sempre maggiore proiezione verso più vaste aree nazionali della ricerca e della perforazione e con la tendenza ad una stasi occupazionale nelle centrali dovuta alle innovazioni tecnologiche, le Officine ci offrono al momento l’unica vera garanzia di occupazione la cui entità dipenderà quasi esclusivamente dalla capacità dell’Ente e dei lavoratori di svincolarsi il più possibile dall’assistenzialismo (che già tanto grava sui bilanci dello Stato italiano) e di ristrutturare queste attività in senso produttivo ed economico a cui deve essere subordinato ogni allargamento di organici
         Riteniamo perciò di dover condividere l’intenzione dell’Enel di operare indagini in tutte le centrali compartimentali al fine di concentrare su Larderello le commesse di tutti quei lavori di alta specializzazione, difficilmente reperibili sul mercato, o reperibili a costo enormi e con tempi indipendenti dalla urgenza dei lavori medesimi. Condividiamo anche l’intenzione di costituire un preciso regolamento che stabilisca tra i lavori commissionabili, quelli che dovranno avere diritto di precedenza su altri nell’esecuzione. Non ci sembra però che le Officine debbano essere riconvertite completamente, come si afferma nell’Appendice al documento Enel del dicembre scorso, in quanto molte attività che in esse già attualmente si svolgono, non debbono essere cambiate, ma meglio organizzate, potenziate e rese funzionali e più rispondenti, in primo luogo, alle necessità manutentive delle realtà che operano nella geotermia, garantendo quindi una più adeguata assistenza alle centrali ed alle perforazioni. Se devono cessare lavori di serie improduttivi in quanto reperibili a costi minori sul mercato, l’approvvigionamento deve però essere garantito attraverso una migliore gestione  dei Magazzini e delle scorte. La cessazione di questi lavori deve favorire l’orientamento ad estendere almeno in tutto il Compartimento di Firenze il campo di azione manutentivo delle Officine per giungere, attraverso anche una adeguata riqualificazione professionale delle maestranze, ad una graduale limitazione del ricorso agli appalti. E’ necessario poi un sollecito adeguamento degli organici alle nuove attività, una maggiore valutazione della professionalità e delle capacità tecnico-manuali attraverso l’applicazione delle ultime conquiste contrattuali.
         Noi riteniamo pertanto che l’Enel debba passare rapidamente alla fase applicativa perché perdere altro tempo sarebbe estremamente negativo anche per le indispensabili soluzioni della vertenza di ristrutturazione aperte, come abbiamo visto, in importanti Reparti  della nostra fabbrica. Ciò presuppone una nuova volontà politica, un quadro dirigente adeguato, un impegno di lavoro e di serietà professionale in tutti i dipendenti.
         Certo, noi non possiamo garantire a nessuno che con le attuali decisioni dell’Enel tutto si realizzerà positivamente, come non avremmo potuto garantire a nessuno un futuro migliore se le decisioni fossero state diverse. La situazione generale del nostro Paese, come ben conosce ogni lavoratore, è molto deteriorata. Manca un quadro organico di direzione politica e l’Italia pare avviarsi ad una crisi drammatica se non cadranno le arroganti preclusioni poste da alcuni partiti per la costituzione di un Governo di emergenza e di “unità nazionale” più rappresentativo dell’attuale.
         Gli Enti Pubblici sono stati per troppo tempo organismi del sottogoverno e della spartizione del potere , e ciò ha pesato enormemente sulla qualità gestionale. L’Enel non è indenne da ciò, e se non si affermeranno nel suo gruppo dirigente uomini di chiara onestà e marcata professionalità, nessuno potrà garantire quel ruolo di sviluppo e di progresso che il Paese ci chiede.
         Per quanto riguarda la geotermia valgono le stesse considerazioni. Se la costituzione dell’Ung sarà l’ennesima manovra clientelare di accaparramento del potere e delle laute prebende, se la qualità non prevarrà sulla lottizzazione politica, se aumenteranno i doppioni, gli appalti, i conflitti e gli sprechi, se si organizzerà il Centro di Pisa come il “cervello della geotermia” relegando Larderello al ruolo di “braccio della geotermia” e non prevedendovi, invece, importanti funzioni di ricerca, progettazione, studio, che sono strettamente legate alla fase operativa, se il personale sarà lasciato allo sbando e non si opereranno le improcrastinabili ristrutturazioni con il riconoscimento dei livelli di professionalità acquisiti, vorrà dire che avremo perduto una grande occasione. Non solo utile per noi, ma per il Paese intero.
         La Fnle sottolinea che in una trattativa lunga e complessa, condotta a livello nazionale e regionale, non tutte le proposte fatte da sempre unitariamente dalle oo.ss. di Larderello sono state recepite dall’Enel. Non era del resto pensabile di ottenere il 100%. Pur ritenendo ancora valide le iniziali richieste di unitarietà della geotermia e di centralità di Larderello, ci siamo misurati con quelle dell’Enel, cercando di ottenere il massimo dei risultati positivi, sia per quanto riguarda le prospettive per i lavoratori della Fabbrica, sia per interessi più generali di sviluppo territoriale. Noi riteniamo fondamentale invitare i lavoratori a dibattere queste tematiche, al fine di superare pregiudiziali posizioni di chiusura al nuovo, che, al di là della vigile cautela, della disponibilità alla mobilitazione ed alla lotta che accompagnerà l’attuazione dei programmi e della struttura elaborati dall’Enel, sembrano dettate dalla preoccupazione di perdere posizioni di potere e di privilegio, di poco lavoro, presenti in alcuni settori dei nostri Stabilimenti.
         Non ci vogliamo innanzi tempo schierare tra i “profeti di sventura” e nemmeno tra gli entusiasti di quanto l’Enel ha fatto. Abbiamo una concezione dinamica del sindacato e fidiamo nella sola arma a disposizione dei lavoratori: la lotta. Con la lotta di questi anni siamo andati avanti ed ora si tratta di proseguire per consolidare i successi. Ma che sia una lotta per interessi di fondo, per l’apertura al futuro e allo sviluppo e non per mantenere immutato tutto quello che c’è che vorrebbe veramente dire la definitiva emarginazione della geotermia. Con questo spirito noi andremo ai prossimi appuntamenti con l’Enel, per l’attuazione dei programmi e dell’organizzazione ed al confronto e dibattito con le altre oo.ss., gli Enti Locali, i Partiti Politici e con i lavoratori anche in una successiva fase di verifica  come potrebbe essere, ad esempio, un Conferenza di Produzione da tenersi in autunno


[1] L’intervento di cg., segretario della Fnle-Cgil, al Teatro Florentia di Larderello gremito da oltre 600 lavoratori, ottenne un notevole successo.
[2] Il problema si riferisce allo spostamento a Pisa (dove esisteva, fin dai tempi della “Larderello SpA” nel Palazzo “Pacinotti” sul Lungarno, una sede decentrata di uffici commerciali e direzionali), di importanti funzioni di ricerca, amministrative e Direzionali trasferendo attività svolte a Larderello ed a Firenze, ma, di fatto, impoverendo la realtà di Larderello. Nei decenni a venire la realtà pisana, trasferita in una apposita sede, acquisterà sempre un maggior peso raggiungendo livelli occupazioni rilevanti, mentre la realtà di Larderello si svuoterà di personale e di funzioni direttive e di rappresentanza. Causa questa di una dequalificazione professionale e occupazionale delle aree geotermiche tradizionali.
[3] Il Centro Dimostrativo fu ubicato nella ex Villa Ginori di Castelnuovo V.C. Dotato di esigue strutture tecniche non rappresenterà mai un elemento importante nella strategia che Enel e Governo avevano delineato a Cianciano, finendo per essere smantellato tra il 2004-2005.

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