PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 72.
Successo dello sciopero generale del 15
gennaio 1980
Lo sciopero generale nazionale del 15 gennaio 1980 ha
rappresentato un grande momento di mobilitazione unitaria che ha coinvolto
milioni di lavoratori intorno agli obiettivi di natura sociale, politica ed
economica posto dal sindacato.
“Questo sciopero è una risposta ferma al non governo”
ha detto Giorgio Benvenuto a Venezia. E Pierre Carniti a Milano: “Occorre una
risposta chiara e vigorosa, una precisa assunzione di responsabilità e, quindi,
una direzione politica rappresentativa”. E Luciano Lama ha sottolineato la
“denuncia di una direzione politica inadeguata e l’appello rivolto ai partiti
democratici affinché essi si predispongano a dare al Paese un Governo diverso,
fondato sul più vasto consenso popolare”.
Sciopero politico, dunque? La questione è un’altra:
non riguarda le formule, non è di appoggio a questo o quel partito, riguarda la
sostanza di una crisi, la necessità di una svolta, di un programma, di nuovi
contenuti.
All’Enel-Larderello il risultato è stato
complessivamente meno positivo, stante l’alto numero di assenti per ferie e
malattia. Purtuttavia non è questo l’unico motivo: non poco ha influito
l’esclusione dei turnisti addetti alla produzione (che per una precisa scelta
del movimento, onde evitare gravi ripercussioni economiche, occupazionali,
psicologiche e politiche all’intero Paese, con rischi per l’assetto
democratico, non sono stati coinvolti nello sciopero).
In tale quadro ci sembra grave l’atteggiamento assunto
dalla Flaei/Cisl nazionale con il comunicato del 4 gennaio 1980, affisso anche
in alcuni reparti di Larderello, che maschera dietro problemi pur vivi e
presenti tra i lavoratori, il proprio spirito conservatore e strettamente
legato alla Democrazia cristiana ed al “Governo Cossiga”, contraddicendo il
comunicato della Federazione Fnle/Flaei/Uilsp, che invitava in modo chiaro ed
unitario i lavoratori alla lotta.
A questo proposito rileviamo con sorpresa
l’atteggiamento di alcuni dirigenti la Flaei di Larderello, che non solo hanno
fatto propaganda contraria allo sciopero, ma si sono recati essi stessi al
lavoro.
Nell’invitare i lavoratori a riflettere e discutere su
quanto sopra, mentre ci impegneremo come Fnle-Cgil a trovare migliori soluzioni
per garantire la più ampia adesione alle future lotte, sollecitiamo uno sforzo
per recuperare quella coscienza politica e di classe unica vera difesa agli
interessi complessivi delle maestranze di Larderello e di tutti i lavoratori
italiani.
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