domenica 18 marzo 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 80.

Lettera all’Unita![1]

         L’articolo a firma r.s., pubblicato sull’Unità! del 14 settembre 1980 in “Cronaca Toscana”, dal titolo “Sale con il vapore una speranza che non va dispersa in aria”, in merito al ritrovamento di un nuovo e potente soffione nell’area di Radicondoli (Siena), mi induce ad alcune brevi considerazioni.
        
 Dalla ricerca preliminare, al ritrovamento di fluido geotermico, fino alla completa utilizzazione, trascorrono tempi assai lunghi. In parte sono tempi di studio e controllo delle caratteristiche del vapore (pressione, temperatura, portata, presenza di gas), che mutano nel tempo anche sensibilmente; in parte tempi di progettazione e costruzione delle Centrali e avviamento, compresa la consegna dei macchinari da parte di Ditte elettromeccaniche che, data la piccola taglia delle turbine geotermiche e il relativo limitato ordine di acquisto, richiedono tempi costruttivi assai laboriosi. E’ bene tuttavia considerare che questi tempi “parzialmente morti” non significano uno spreco di risorse in quanto il vapore non si disperde all’atmosfera, ma resta chiuso nel serbatoio naturale del sottosuolo, e la vita, in anni di durata dello sfruttamento di un pozzo produttivo, ha la stessa durata, indipendentemente dall’inizio della messa in produzione.

Certamente, la situazione esistente nel Paese da un punto di vista energetico non solo deve spingere alla classificazione e individuazione delle risorse autoctone disponibili, ma deve anche il più rapidamente possibile far operare una diversificazione produttiva attraverso l’utilizzo delle fonti energetiche parzialmente rinnovabili, in modo da alleggerire la nostra dipendenza dal petrolio. In questo senso, dopo anni di stasi, grazie anche all’impegno del sindacato, appare interessante il programma che l’Enel in primo luogo e l’Eni hanno approntato per la geotermia, sia come produzione di energia elettrica, sia come produzione di calore per usi diversificati (civili, agricoli, industriali, termali).

L’area geotermica di Radicondoli-Chiusdino-Montieri, dopo il successo del pozzo esplorativo Travale 22, è quella che ha conosciuto il più ampio sviluppo. E’ attualmente in produzione una centrale da 30 Mw e con i recenti ritrovamenti di vapore (sondaggi Radicondoli 15 e Radicondoli 18) sarà possibile l’installazione di altri due gruppi di eguale potenza. Inoltre, un piccolo gruppo da 3 Mw sfrutta il fluido gassoso del pozzo Radicondoli 4. E’ possibile avviare la produzione della nuova centrale entro cinque anni. Allo stesso tempo proseguono le prospezioni di superficie per acquisire ulteriori informazioni di carattere geologico, geofisico e idrogeochimico per il completamento delle conoscenze sull’assetto strutturale delle aree marginali al bacino geotermico di Radicondoli-Chiusdino-Montieri. Nel programma quinquennale Enel è prevista la perforazione di 12 sondaggi per un complessivo di circa 30.000 metri ed un investimento di 15 miliardi di lire. Entro il quinquennio sarà pertanto possibile una valutazione più realistica della potenzialità di quest’area geotermica e quindi si potrà procedere all’eventuale installazione di altre unità di produzione di energia elettrica in maniera decentrata rispetto alle attuali centrali, ponendole cioè il più vicino possibile ai pozzi in erogazione per evitare le perdite che si registrano per il trasporto a lunga distanza del fluido geotermico. A quanto mi risulta, oltre ai gruppi per le centrali già progettate e in costruzione (Leccia, S. Martino, Molinetto 2 e LR/3), l’Enel sta procedendo alla ordinazione di 4 turbine unificate, di concezione avanzata, da 15 Mw, in modo da mettere rapidamente in produzione qualsiasi ritrovamento di vapore.

Un discorso a parte merita il cosiddetto “Progetto Sesta” che dovrebbe vedere l’installazione di una Centrale sperimentale, capace di sfruttare accumuli di gas nel sottosuolo, attraverso l’impiego di turbine particolari. L’area di Sesta, nel Comune di Radicondoli, è attualmente interessata da studi geologici e perforazioni, per verificarne l’idoneità.

Per quanto concerne la produzione di calore è stata firmata la convenzione tra l’Enel e l’Azienda “Canonica-San Marco” per la realizzazione di circa 12 ettari tra serre fisse e tunnel per la coltivazione di piante floreali e ornamentali, nonché primizie ortofrutticole. L’Enel cederà calore per circa 3x10 tep all’anno. L’investimento iniziale di circa 10 miliardi di lire potrà consentire l’impiego di 120 unità lavorative. L’inizio dei lavori è previsto per il 1981.

I riflessi sull’occupazione in quest’area geotermica per la realizzazione dei piani di ricerca e di sviluppo diversificato non sono trascurabili, anche se il dato principale è costituito dal progetto sopra menzionato. Per quanto riguarda l’Enel dobbiamo distinguere tra personale occupato residente in questi tre comuni e personale direttamente utilizzato nell’area sopradetta. Infatti, a fronte dell’assunzione di una cinquantina di lavoratori, soltanto 13 sono gli addetti alla Centrale di Radicondoli, mentre i rimanenti sono impiegati o nelle perforazioni dislocate in ampie aree geografiche interregionali, o nelle officine di manutenzione di Larderello. Ci scontriamo dunque con dati non compatibili tra di loro: da un lato la volontà e la necessità dei lavoratori residenti nei Comuni di Radicondoli, Chiusdino e Montieri di lavorare in impianti ubicati sul loro territorio; dall’altro lato la necessità dell’Enel di effettuare una gestione economica della propria attività produttiva.

L’introduzione di nuove ed avanzate tecnologie ha portato al telecomando delle Centrali geotermoelettriche costruite o progettate negli ultimi anni e quindi all’abolizione del personale in turno. Anche per quelle di più antica realizzazione e in produzione, con gli sviluppi dell’automazione, è prevista una graduale riduzione del personale turnista. Un parziale recupero di occupazione si avrà con nuove figure professionali e con l’allargamento dell’area di manutenzione e della reperibilità. Le 13 unità di lavoro impiegate nell’attuale Centrale di Radicondoli appaiono inadeguate, sia per svolgere una efficace azione di manutenzione, non solo su questo impianto, sia per accogliere una indicazione contrattuale che tende, pur senza imporla in modo categorico, a migliorare il servizio di reperibilità attraverso l’aumento delle squadre. E’ in corso una vertenza sindacale per la completa ristrutturazione del Settore Produzione e Trasmissione dell’Enel, nel quale sono inserite le attività produttive degli impianti geotermoelettrici di Larderello. In questa ristrutturazione verranno definiti gli organici di tutti gli attuali impianti ed anche il grado di autonomia dei medesimi.
         E’ bene comunque precisare, per evitare equivoci, che autonomia di un impianto rispetto ad un altro impianto ubicato più o meno distante dal tradizionale centro di Larderello, di potenza più o meno grande, non significa assolutamente incremento di personale se non nel numero limitato di 2 o 3 unità, ma semmai elevamento nei livelli di inquadramento del personale. Per le centrali di Radicondoli, stante le promettenti prospettive di sviluppo dell’area, è senz’altro ipotizzabile non solo un incremento di personale, ma anche l’autonomia equiparata a quella degli altri impianti in produzione a Larderello, Castelnuovo V.C., Serrazzano, Lago ecc. ecc.
Sull’intero arco dei problemi evidenziati è in atto un confronto proficuo tra l’Enel e le Organizzazioni Sindacali, che porterà nei prossimi cinque anni all’aumento della produzione di energia elettrica, di personale occupato, di collaborazioni con gli Enti Locali per sfruttamenti plurimi, di esportazione di tecnologie avanzate, di collaborazioni scientifiche ed economiche con numerose Nazioni (Grecia, Repubblica Popolare Cinese, Indonesia, Algeria, Venezuela, Stati Uniti, El Salvador, Messico ecc.) e, quindi, alla riqualificazione di attività dove da sempre l’Italia e le zone geotermiche della Toscana hanno svolto un ruolo guida.
L’azione di divulgazione, oltre che di informazione, svolta in particolare dall’Unità! sull’energia geotermica, io credo debba tener conto di questi elementi di insieme pena il cadere in visioni soggettivo-riduttive o di mero supporto a rivendicazioni particolaristiche che sono proprio l’opposto del disegno di trasformazione della società in tutti i suoi aspetti, trasformazione che noi comunisti stiamo caparbiamente portando avanti.


[1] Lettera a firma cg., Segretario provinciale Fnle-Cgil Larderello, 17 settembre 1980.

Nessun commento:

Posta un commento