PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 81.
I problemi della Centrale di Castelnuovo
V.C. (18 settembre 1980)
La centrale geotermoelettrica di Castelnuovo V.C. –
nella quale sono occupati attualmente circa 50 lavoratori – fu costruita nel
1939 e ampliata nella prima metà degli anni ’60. Essa è ubicata in
corrispondenza ovest delle antiche manifestazioni endogene (lagoni, putizze,
soffioni naturali) su un alto strutturale del basamento che costituisce il
serbatoio produttivo del fluido geotermico. La sua localizzazione, un tempo
baricentrica all’area produttiva nota, è risultata successivamente decentrata rispetto ai più importanti sondaggi che la
alimentano. Mentre i vecchi pozzi perforati fino agli anni ’50 nelle sue
immediate vicinanze sembrano aver raggiunto un equilibrio tra alimentazione
naturale del serbatoio e produzione del vapore, del resto su livelli assai
ridotti data la sottile coltre di copertura soprastante il basamento
produttivo, che affiora in località Tommi, i sondaggi perforati successivamente
– le cui produzioni risultano coprire oltre il 50% dell’attuale produzione di
energia elettrica – si trovano nell’area a nord e distano fino a circa 3,8 Km.
dalla centrale. Le condizioni geologiche del bacino geotermico di Castelnuovo
V.C. e quindi le caratteristiche fisiche del fluido geotermico, hanno portato
alla suddivisione dei gruppi generatori di energia elettrica in tre tipi:
1) Bassa pressione (2 Mw) che sfrutta fluido tra
1,14-1,62 Ata con 104-186°C e un rapporto gas/vapore tra 0,1 -3,4%. A questa
collettrice sono allacciati 5 pozzi la cui profondità media è di circa 240
metri.
2) Media pressione (22 Mw) che sfrutta fluido tra 1,81
– 2,64 Ata con 133 – 228°C e un rapporto gas/vapore tra 0,5-7,8%. A questa
collettrice sono allacciati 19 pozzi la cui profondità media è di circa 470
metri.
3) Alta pressione (26 Mw) che sfrutta fluido tra
4,55-5,24 Ata con 160-225°C e un rapporto gas/vapore tra il 9-19%. A questa
collettrice sono allacciati 9 pozzi la cui profondità media è di circa 720
metri.
La distanza massima tra la centrale e i pozzi
allacciati alle varie collettrici di vapore è: circa 450 metri per la bassa
pressione, circa 1200 metri per la media pressione e circa 3800 metri per
l’alta pressione. La centrale, con una potenza installata di 50 Mw ha prodotto
nel mese di agosto 1980: 16.632.000 Kwh, cioè circa il 60% in meno della sua
potenzialità, e 348.000 Kwh in meno rispetto ai primi 8 mesi dell’anno
precedente. Il decremento di produzione è stato, negli ultimi dieci anni, del
27%, passando dai 298.822.000 di Kwh all’anno (1969) ai 205.317.000 Kwh (1979).
Stante la situazione attuale del bacino (ricarica naturale) e le perdite di
portata per il degradamento delle caratteristiche termodinamiche del fluido causa
il trasporto da lunga distanza (le perdite di carico variano da 0,5-1 Kg/cm2
per un chilometro di vapordotto), la produzione di energia elettrica nella
centrale di Castelnuovo V.C., non tenendo conto di recuperi possibili
attraverso modifiche migliorative del rendimento delle turbine, il cui consumo
medio globale è oggi di circa 13 Kg. di vapore per 1 Kwh., è destinata nei
prossimi anni ad un ulteriore decremento, anche se in misura più lieve che nel
passato, se non si effettueranno nuovi ritrovamenti di fluido geotermico. A
questo proposito tre sembrano le ipotesi più ragionevoli:
1) reiniezione di acqua all’interno del “campo
produttivo” per sperimentazione variazioni di portata di vapore dei pozzi a
media e bassa pressione esistenti;
2) perforazione di 3-4 nuovi sondaggi per raggiungere
strati produttivi più profondi degli attuali all’interno del basamento
scistoso-quarzitico nelle zone a sud, ovest e nord, tenuto anche conto della
relativa piccola profondità dei precedenti pozzi produttivi esistenti;
3) perforazione di un pozzo sperimentale a grande
profondità di 4 – 5.000 metri.
Un discorso a parte rimane il completamento e la messa
in funzione della piccola turbina termogravimetrica e l’avvio della costruzione
dell’impianto sperimentale al pozzo Dolmi 2, capace di produrre energia
elettrica e calore per gli usi plurimi.
La consistenza del personale di questo impianto e la
sua elevata specializzazione professionale, il costo largamente competitivo del
Kwh geotermico rispetto a quelli prodotti con altre fonti e in particolare con
quello termico (18 lire contro 31 lire per Kwh.), la possibilità di avere già
installate turbine con caratteristiche differenziate e quindi capaci di mettere
subito in sfruttamento ritrovamenti di vapore sia a bassa, media e alta
pressione, con rapido recupero e ammortamento delle cifre investite, la
possibilità di avere risposte a problemi che interessano non solo la centrale
di Castelnuovo V.C., ma tutte le vecchie aree produttive della “Regione
Boracifera”, inducono a richiedere interventi a breve termine nella direzione
sopradetta.
A quanto ci risulta nulla invece è previsto negli
attuali programmi Enel. La Fnle-Cgil di Larderello, facendosi interprete della
volontà dei lavoratori e del documento scaturito dalla assemblea del 6 giugno
1980, pubblicato integralmente nel numero 6 del nostro “giornalino”, invita le
Direzioni dell’Unità Nazionale Geotermica (UNG) e del Settore Produzione e
Trasmissione (SPT), Gruppo Impianti Geotermoelettrici (Gig), a prendere
congiuntamente in esame i problemi sollevati ed a dare quanto prima una
risposta positiva, senza la quale non ci potrà che essere l’avvio di una fase
di mobilitazione e di lotta.
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