venerdì 27 febbraio 2015

PUBBLICAZIONI DI CARLO GROPPI

(XIX)

2012, esce per i tipi della Grafitalia di Sandro Gherardini  il mio terzo volumetto di poesie e prose, “Viandante nella memoria”, br. rilegato, cop.na a colori, pp. 80, contenente 29 prose e 37 poesie, opera non in commercio di 200 copie, ma riservata agli amici ed amiche e subito esaurita. Riporto la “premessa”:


 
Ho conservato le testimonianze dei grandi poeti italiani del ‘900, di come hanno scoperto di possedere “il dono” della poesia e di come l’abbiano amata per tutta la vita. Non ho mai provato invidia verso di loro, l’ho accolti tutti dentro me, con struggente tenerezza. Talune volte gli ho confidato le mie ansie e le mie gioie. Altre mi sono fatto contaminare, in un colloquio ininterrotto. Nel mio taccuino segreto mi sono domandato spesso se i miei impulsi e le relative tracce d’inchiostro sulla carta fossero “poesia”, musica della parola che usciva da un’anima “vestita di luce”, come avrebbe detto Seifert. Ormai vecchio li amo più che mai, dato che non chiedono nulla, ma sono soltanto uno specchio magico, sorgente di speranzose attese. Ciò è straordinario ed anche inquietante, se si vuole. Nel libro che stai leggendo ci scorre il torrente di “meravigliamenti”, trepidazioni e amarezze del “camminare” nel mondo reale ed in quello della creatività. E’ un’edizione riservata ai soli amici ed alle sole amiche che, il più delle volte, mi hanno accompagnato e mi accompagnano in questo cammino. Ma non sarà il canto del cigno. Lo spero. Ho in mente alcuni progetti che mi incoraggiano a scrivere, se non altro per contribuire a dare risposte alla domanda posta da illustri storici: “2060, con quali fonti si farà la storia del nostro presente?” Cioè, dove attingeranno nel 2060 gli studiosi le loro fonti e con quali strumenti? Oggi i documenti cartacei sono spesso sostituiti da documenti digitali e dalla comunicazione in rete: cosa rimarrà allora dell’immensa mole di dati che si depositano dentro e fra i computer? Con quali criteri si potrà operare una selezione? Cosa intendiamo conservare per i posteri, in quanto “memorabile” e cosa lasciamo loro inconsapevolmente? Tutti temi di un Convegno di studi che si è tenuto recentemente a Torino, come mi ha gentilmente segnalato Loretta Veri dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, nel quale è conservata la mia modesta autobiografia (1938-1963), forse anch’essa, tra cinquanta o duecento anni, memorabile? Insieme alle tante altre storie di gente semplice della mia Comunità che ho raccolto?” In questo libro il lettore troverà dunque, oltre ad alcuni testi più antichi, gli ultimi scritti di un poeta, con la speranza che essi ridestino emozioni accese da non dimenticati bagliori di ideali lontani. Niente di più.” 

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