PUBBLICAZIONI DI CARLO
GROPPI
(VII)
1999, giugno. Comincio a stampare
“privatamente”, con una sigla di comodo, anche se prestigiosa, IL CHIASSINO,
denominazione dell’Associazione culturale della quale sono il presidente pro
tempore, i miei libri in edizioni a
bassa tiratura e riservati ai patrocinatori delle ricerche storiche. Devo dire
che tutte le edizioni che da questa data si sono succedute fino ad oggi, sono
andate esaurite, senza passare dai circuiti commerciali, edicole,
librerie…potendo in ciò contenere i costi rendendoli accessibili a tutti e
favorendo l’incontro diretto con centinaia di persone. Esce in questa data “Il
maldocchio ai maialini. Lotta politica e vita quotidiana dei mezzadri nelle
Colline Metallifere (1944-1955)”, terzo tomo del 5° volume della Cronologia storica della
Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, brossura, pp. 220, con 16 ill.ni in nero, f.t., con un ampio repertorio di note,
cronologia di riferimento per il periodo trattato, fonti e bibliografia. E’ una
delle ricerche più originali alle quale mi sia dedicato e il volume, stampato
in 800 copie, si esaurì in brevissimo tempo.
La cronaca degli avvenimenti inizia molto prima del periodo
indicato, si può dire nei primi decenni del secolo con la data di nascita di
alcuni dei protagonisti, ma ho ritenuto opportuno circoscriverla agli anni più
rappresentativi e rappresentati ai quali si riferiscono, compenetrandosi, il
diario della "cellula" e la Cronologia. Il casuale ritrovamento di un
quaderno manoscritto contenente i verbali della "cellula comunista del
Pianaggello", dal nome di un podere appartenente alla Fattoria del Canale
di proprietà dei Bresciani di Volterra, negli anni 1947-1951, ha svegliato in me
il forte desiderio di ridar voce a
un'epoca ed uomini che non ci sono più: il primo dopoguerra, il Partito
Comunista Italiano (Pci), i mezzadri. Subito dopo la fine della guerra avevo
lasciato, con una fuga rocambolesca, il podere Carbonciolo e tutta la famiglia
materna per vivere in paese con quella
paterna. I miei genitori si erano separati e una riconciliazione appariva
impossibile. Eppure, quei brevi-lunghissimi anni trascorsi in campagna, in una
famiglia di poveri mezzadri, non li ho più dimenticati ed anzi, man mano che le
stagioni della vita si accumulano essi ritornano più vividi nella mia memoria.
Una folla di personaggi, di animali, di stornelli, di proverbi, di fumo e di
cenere, di fossi e di sorgenti, di lontane mutevoli visioni marine, di funghi e
di neve, di ginepri e ginestre e di donne vecchie prima del tempo, imbacuccate
ed alacri e di bambini con le scarpe sformate, mi si para continuamente
innanzi. E con loro la mestizia dei magri raccolti, la gioia del rubare agnelli
e formaggio al Fattore, i vaghi ed incomprensibili accenni a "dare la
terra a chi la lavora": perché la terra e tutto il monte, il bosco e i
prati della pastura mi parevano soltanto nostri! Questo lavoro è dunque
dedicato ai mezzadri che ho conosciuto nella primissima infanzia, anche se il
tema politico va oltre l'intimo e il particolare, ed insieme a loro a tutti gli
uomini e alle donne che hanno lottato e sperato in un mondo nuovo, prima di
arrendersi e fuggire dalla terra amara e
amata, quel mondo irripetibile tradito da una speranza troppo immensa e ardita.
Il quaderno a righe di quinta con la copertina in brossura nera, contenente i
verbali delle riunioni della "cellula" comunista del Pianaggello, mi è
stato gentilmente mostrato da Alvaro Cheli e Angelica Senesi nell'agosto 1994. L 'intervista ai due
ex mezzadri e le relative note biografiche risalgono a poche settimane dopo. E'
grazie alla loro affabile disponibilità che ho potuto realizzare questa
interessante ricerca. Ad Alvaro ed Angelica, a tutti coloro che mi hanno
offerto collaborazione fornendomi immagini, indizi e cronache (anche se,
talvolta, solo in minima parte riportate nel testo), alle numerose persone
intervistate, ad Angelo Marrucci (direttore della Biblioteca Comunale di
Volterra) ed Alvaro Bracaloni (responsabile dell'Archivio Storico Regionale della
Cgil Toscana), che mi hanno assistito nella ricerca della stampa e dei documenti dell'epoca, va il mio riconoscente ringraziamento. In
particolare desidero sottolineare l'importante contributo di: Enzo Bartoli,
Ferrero Bellini, Aldo Bianciardi, Alvaro Cappellini, Adelmo Carli, Paolo
Cascinelli, Dino Ceccarelli, Navarino Cerboneschi, Antonio Cini, Renato
Confortini, Steno Ferri, Alberto Ferrini, Duilio (Treves) Fillini, Primo
Frosali, Ilva Gorini, Rita Guarguaglini, Ario Lolini, Wanda Masi, Ettore Mazzinghi,
Moderino Neri, Mirella Pacini, Maria Pericci, Bruno Ricci, Eugenio Rossi, don
Mario Sardellini, Ermanno Serenari, Nada Tani, Paola Triolo, Tomaso Urso,
Leonardo Viola. La ricerca della
documentazione fotografica si è rivelata
assai ardua. Abbiamo trovato, infatti, poche immagini, di incerta datazione, ed
eterogenee nei soggetti. Nessun gruppo, rarissimi i ritratti, nessuna foto di
manifestazioni politiche o feste. Per tali motivi ho ritenuto più opportuno
utilizzare una serie di fotogrammi relativi ad una "trebbia" al
podere "Fossoni II°" di Castelnuovo V.C., da me scattati alla fine
degli anni '60, che documentano, anche se parzialmente, le fasi del faticoso
lavoro.
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