domenica 17 gennaio 2021

 



21 gennaio 1921 – 21 gennaio 2021: 1° Centenario della fondazione del Partito Comunista Italiano.

 

 

La Biblioteca “Franco Serantini” di PISA lancia il progetto per la conservazione, la tutela e la divulgazione della storia dei comunisti di Pisa e provincia. Oltre le testimonianze orali ha messo a punto un questionario scritto, attraverso rilevazione testimonianza, composto da 25 domande. Io sono stato contattato telefonicamente proponendomi di ricevere il questionario, cosa che ho accettato, inviando email le risposte il 16 gennaio 2021. Per mantenere questa testimonianza la posto sul mio blog GRAZIEALLAVITA. 

 

 

(A PARTE INVIERO' SCHEDA 1 e  SCHEDA 2 coi dati anagrafici e l’autorizzazione della no-privacy).

 

DOMANDA 1: Puoi descrivere brevemente il profilo sociale, economico, culturale ed eventualmente politico della tua famiglia (genitori e nonni)?

 

 

RISPOSTA: Genealogia da parte paterna: Abramo, Natale, Dario (1879-1948), Renzo (1915-1985), Carlo Groppi (1938). Tutti operai alla Soc. Larderello, fondata nel 1818, salvo Carlo, che sarà impiegato. La provenienza di questo ceppo  viene dall'appennino parmense. Tutti di modesta condizione economica. Culturalmente alfabeti e  Dario, Renzo e Carlo anche evoluti. La musica è stato il tratto dominante. Dario è stato emigrante negli USA (1898-1905, Pennsylvania, miniere di carbone). Soldato semplice nella Grande Guerra; socialista fino alla morte. Renzo, mai iscritto al PNF, ma nessun problema col Fascio locale dato il suo virtuosismo musicale (all'età di 12 anni era già primo clarino nel famoso "bandone" medaglia d'oro a Torino).  Per una malformazione da un parto "doppio" rimase con il collo un po' torto che gli evitò la guerra. Con altri  4-5 musicanti fondò un complessino jazz in segreto e all'arrivo dei soldati americani (29 giugno 1944) il complesso jazz denominato "Stella d'Argento) fu assoldato dalla V Armata USA  e portato  nei paesetti vicini per sollevare il morale alle popolazioni. E' stato un virtuoso fisarmonicista fino a poche settimane dalla sua morte. Nel 1945 prende la tessera del PCI, dal quale si dimetterà nel 1957 a seguito della controrivoluzione ungherese, rimanendo sempre vicino al PCI, lettore dell'Unità, del Il Calendario del Popolo e Vie Nuove. La nonna, Enélide Benucci (1884-1974), moglie di Dario, cantava nell'operette locali. Fu cameriera personale di una principessa russa sul Lago di Garda per due o tre anni di seguito, 1902 - 1904). Ritornata al paese con qualche soldo, si sposò con Dario nel 1905 e nel 1906 nacque il primo figlio, Gino; unico fratello di Renzo, anch'esso eccellente musicista. Da parte materna: nonni e mamma mezzadri, originari di un ceppo stanziato nelle Colline Metallifere Toscane, tra Castelnuovo e Monterotondo Marittimo: Mirolli, Leoncini, Fignani .. La mamma, Sestina Fignani (1921 - 2006), sposò Renzo nell'ottobre 1937 e venne ad abitare in paese a Castelnuovo. Renzo e Sestina si separarono legalmente nel 1943, avevano due figli piccoli  (Carlo e Leonia) dei quali Carlo andò con il padre e la sorella rimase  con la mamma andando ad abitare in un podere.  Renzo non ebbe più una moglie, Sestina si accompagnò con un siciliano ed ebbe altri due figli ed una figlia. Ebbero tutti e tre il cognome Groppi fino all'entrata in vigore della legge sul Divorzio. La sentenza ci fu al tribunale di Pisa nel 1972 (o 73). Non c'era nulla da spartire, nessun bene, solo il cognome dei tre figli poteva essere cambiato. Difendeva Renzo l'avvocato Mugnaini di Pisa che fu tetimone di un episodio curioso che illumina ancor di più la figura di Renzo: il Giudice  disse ai tre figli che adesso potevano prendere il cognome del padre naturale Amodeo e lasciare quello di Groppi. I tre figli (2 maschi ed una femmina) si ritirarono e discussero. Al rientro in aula  dissero che loro volevano mantenere il cognome Groppi. Al che il Giudice disse: ora bisogna sentire Renzo se è d'accordo. E Renzo disse: "Signor Giudice se anche tutti i bimbi del mondo si chiamassero Groppi io sarei molto contento!" Il Giudice batté il martello e da allora siamo 5 fratelli e sorelle e ci siamo sempre  voluti molto bene fino ad oggi!

 

 

DOMANDA  2: Come e quando sei entrato nel partito, quali esperienze politiche o associative hai fatto prima?

 

RISPOSTA: Ho la prima tessera del PCI Sezione di Castelnuovo di Val di Cecina nell'anno 1961. Cellula di Fabbrica  "Larderello" presentato da due comunisti rappresentativi: Renzo Panichi (operaio di Castelnuovo) e Sauro Marconi (impiegato) di Monterotondo Marittimo. Precedentemente ho fatto parte dei Giovani Comunisti di Castelnuovo almeno fin dal 1953, al tempo della costruzione dello Chalet, pista da ballo, al Piazzone, sotto la guida del compagno Mario di Peto. Nei primi anni '60 il sindaco comunista Gualtiero Tani mi assegnò il riordino della Biblioteca Comunale Edmondo de Amicis, fondata  nell'800, che portai a termine  ed alla riapertura, due o tre anni dopo, ricevendo due libri in regalo ed un encomio ufficiale del Sindaco.

 

 

DOMANDA  3: Come hai vissuto la vita del partito nella sua dimensione quotidiana?

 

RISPOSTA: Ho sempre avuto un ruolo attivo nel CD e nella Segreteria del PCI Sezione di Castelnuovo V.C., fino al 1990, salvo gli anni dell'impegno nella CGIL per la norma sull'incompatibilità tra le cariche politiche  (1974-1981) e gli incarichi amministrativi (1985-1995), mantenendo tuttavia un collegamento costante e quasi giornaliero con il Partito! Si può affermare che il PCI ha permeato tutta la mia vita sociale e politica.

 

 

DOMANDA  4: Quali incarichi politici e amministrativi hai svolto? (descrizione, tempo e durata, nomi dei principali militanti che hai conosciuto e con i quali hai condiviso la militanza).

 

RISPOSTA: Dal 1963 al 1989-90, sempre nel PCI: nella Segreteria della Sezione di Castelnuovo V.C., nel Comitato Politico di Fabbrica Larderello, nel Comitato di Zona PCI Alta Val di Cecina, nel Comitato Pro Vietnam (per il quale ebbi anche un processo a Pontedera, ma fui assolto perchè il fatto  denunciato non costituiva reato (offese ad un Capo di Stato straniero, diffusione volantini fuori della sbarra dello Stabilimento)! E' impossibile fare l'elenco dei militanti che che ho conosciuto di persona, centinaia, migliaia (soltanto alla Larderello SpA, poi Enel, c'erano  2000 dipendenti e molte centinaia nelle Ditte Appaltatrici), poi quelli zonali, provinciali, regionali e nazionali...Ero ai funerali di Togliatti, con Parri a Milano, con Amendola a Firenze, con Berlinguer alla Festa dell'Unità a Tirrenia, ho incontrato Barca, Ingrao, Macaluso, Occhetto...Naturalmente molti compagni dei comuni vicini in particolare quelli di Massa Marittima (Torquato Fusi), Monterotondo Marittimo (Salvi Egeo, Marconi Sauro), Pomarance (Calvani Luigi, Frosali Primo, Pineschi Cherubino), Volterra (Giustarini Mario, Nelli Mino, Fulceri Mosè, Franco Dell’Aiuto), Radicondoli (Dei Ivo), Montieri (Marconi )...

 

 

DOMANDA  5: Quali incarichi istituzionali hai ricoperto? (descrivi le iniziative istituzionali più rilevanti, tempo e durata).

 

RISPOSTA: 1963 – 1989 nella Segreteria e/o Comitato Direttivo del PCI di Castelnuovo V.C.

1985 - 1987 Assessore e Vicesindaco del Comuna di Castelnuovo V.C.   (PCI e IND.)

1988 – 1993 Sindaco del Comune di Castelnuovo V.C.  (PCI – RIF. COMUNISTA – IND)

1994 – 1995 Consigliere Anziano del Comune di Castelnuovo V.C.

 

 

DOMANDA  6: Hai avuto altri incarichi presso associazioni, sindacati e fondazioni? (descrizione, tempo e durata).

 

RISPOSTA: Nel CD e Segreteria FIDAE (poi FNLE – CGIL) di Larderello dal 1963 al 1981. Segretario dal 1979 al 1981.

Nel CD Regionale Toscana FNLE-CGIL dal 1968 al 1981

Iscritto all’ANPI dal 1972 al 2020.

Nella Fondazione della Cassa di Risparmio di Volterra  dal 1999 al 2013 su designazione dei Comuni di Castelnuovo V.C., Pomarance, Montecatini V.C, e Volterra). Vicepresidente dell’Organo di Indirizzo 2002-2007.Impossibile entrare nel dettaglio.

 

 

DOMANDA  7: Puoi descrivere i luoghi della tua militanza? (es: descrizione della sezione e dei compagni più rilevanti con i relativi ruoli; ricostruisci una memoria storica della tua sezione, i rapporti sul territorio con altre realtà, il clima politico, episodi significativi della vita di sezione).

 

RISPOSTA: Impossibile poter rispondere a questa domanda! Condenso: i luoghi : Castelnuovo V.C. e frazioni; Pomarance; Pisa. La Sezione ere all’interno della Casa del Popolo, che comprendeva un grande salone, sia per uso PCI che PSI e Camera del Lavoro CGIL. Le riunioni  nella sede della Sezione erano frequenti, di media una ogni 10 giorni, sempre dopo cena. La domenica mattina con altri 4 o 5 compagni si faceva la diffusione dell’Unità sia a Castelnuovo che a Montecastelli Pisano. L’impegno giovanile (Vietnam)  e valorizzazione della Resistenza ed organizzazione ogni 14 giugno della ricorrenza dell’eccidio di 77 minatori di Niccioleta ed 8 partigiani  da parte dei  nazifascisti (manovali italiani, comandante tedesco), unitamente all’ANPI ed al Comune. Con la presenza degli altri comuni  dell’area delle Colline Metallifere Toscane. Tra i nomi più importanti abbiamo avuto Terracini e Boldrini, Mussi e Dalema. Poi c’era da andare al Comitato di Zona a Volterra ed a Pisa in Federazione, mi sembra già in Via Fratti,  ai Congressi, ai Comizi, ai cortei di lotta ed anche ai funerali dei compagni…oltre, naturalmente, a tutte le campagne elettorali girando con la 500 frazioni e casolari. Il clima politico, almeno dopo gli anni ’50, era buono perché Castelnuovo V.C. ed il territorio erano a maggioranza PCI e non si erano spenti gli ideali della Resistenza e della lotta contro il nazismo e le milizie fasciste della RSI ed anche i rapporti con la DC (oltre che con il PSI, per decenni nostro alleato), con il PSDI ed il PLI e la Chiesa, salvo i momenti dei referendum sul Divorzio e sull’interruzione della gravidanza…e poco più. I principali impegni della nostra Sezione erano rivolti alla Fabbrica, al lavoro, alle Feste dell’Unità, all’organizzazione del partito ed al reclutamento e, per molti anni, al “Giornale Murale” al quale collaborava Baldo Tani e, per le vignette, il compagno Alberto Antonelli.

 

 

DOMANDA  8: A quali eventi politici hai partecipato attivamente come organizzatore o oratore? (Congressi, conferenze di organizzazione, comizi, iniziative pubbliche).

 

RISPOSTA: Locali e Zonali: …centinaia… impossibile elencarli, non ho mai tenuto un conto!

 

 

DOMANDA  9: A quali vertenze e/o conflitti sociali locali hai partecipato? (Politica, lavoro, ambiente, pace, questione femminile, emancipazione sociale).

 

 

RISPOSTA: A tutti quelli elencati in questo punto. Impossibile l’elencazione.

 

 

DOMANDA  10: Hai mai frequentato scuole di partito? (descrizione dell’esperienza, date e luoghi, nomi dei militanti che hai conosciuto in queste scuole).

 

RISPOSTA: Non ho mai avuto il tempo disponibile. Sono stato in visita alle Frattocchie con il compagno e parlamentare Ridi Silvano e alle Botteghe Oscure, con Luigi Calvani, per incontrare Barca e Ingrao.

 

 

DOMANDA  11: Quali sono stati i tuoi orientamenti politici personali? (coerenti o dissonanti con la posizione del partito; la militanza in sindacati, organizzazioni di massa, cooperative; l’atteggiamento nei confronti della Chiesa e/o l’orientamento religioso).

 

RISPOSTA: Coerenti con il Partito; coerenti, fino al 1991, anno del pensionamento,  con la CGIL; successivamente ho aderito allo SPI per molti anni fino a lasciare la tessera sette od otto anni fa perché ormai non mi sentivo più coinvolto, né emotivamente, né attivamente.

 

 

 

DOMANDA  12: Quali lavori hai svolto e quale è stato il tuo impegno politico nel mondo del lavoro? (descrizione dell’esperienza, date e luoghi, vertenze e nomi dei compagni).

 

 

RISPOSTA: Dal 1951 al 1955 ho studiato nella  Scuola quadriennale  aziendale della Larderello SpA,  diplomandomi con il primo premio ed entrando, nel febbraio 1956, al lavoro presso l’Ufficio Geologico della Larderello SpA, con la qualifica di manovale! Ho cambiato lavoro tra il 1966-1968 entrando nel mondo della rivoluzione industriale  con l’avvento dei Centri Olivetti ed IBM, specializzandomi  in “programmazione” di grandi impianti. Nel settore dell’informatica ho ottenuto  alcuni diplomi di specializzazione e così, da manovale sono arrivato alla categoria A, la più alta. Ho sempre avuto ottimi rapporti coi miei superiori, anche amichevoli, e la mia correttezza professionale era impeccabile. Naturalmente facevo i picchetti alle sbarre durante gli scioperi e tutta l’attività sindacale interna e zonale. Tra le vertenze ne cito solo alcune: la lotta per l’eliminazione dei lavori tradizionalmente in appalto, come l’edilizia ed il trasporto; l’impegno per la valorizzazione dell’energia geotermica in Italia, che trovò il suo apice nel Convegno Nazionale di Chianciano alla presenza del ministro Donat Cattin; l’impegno per la democraticizzazione dell’ENEL Compartimento di Firenze nell’organizzazione dei Concorsi Interni di assunzione operai e tecnici;  disciplina e tutela delle Ditte Appaltatrici, che erano necessarie;  riduzione dell’impatto ambientale delle attività geotermiche, messa in sicurezza di siti industriale dismessi ecc. ecc. Nel 1973 uscì il famoso Libro Bianco sulla politica  dell’ENEL nel settore geotermico, a cura  del nostro Segretario FIDAE CGIL di Larderello, il compagno socialista Leonfranco Becuzzi ed il sottoscritto, con la compartecipazione di tecnici operai e laureati, che dette il là ad una svolta profonda  della politica aziendale: troppi i compagni da citare, le date, i luoghi!

 

 

DOMANDA 13: Quali sono stati i tuoi impegni personali nel mondo sociale, culturale, ricreativo? (descrizione associazioni, feste dell’Unità, luoghi, periodo, nomi dei compagni, iniziative più rilevanti).

 

RISPOSTA: Nel sociale: membro del Circolo Ricreativo Enel-Larderello (CRE); dell’ARCA della Regione Toscana con sede a Firenze, con la delega per i portatori di handicap;  Eletto negli Organi di rappresentanza dei genitori nella Scuola dell’obbligo di Castelnuovo; nel Consiglio dell’ASL territoriale di Volterra; eletto nel Direttivo FNLE-CGIL Regionale  con i Segretari Cesare Salvagnini e Sergio Milani (miei grandi amici, oltre che compagni); nelle Feste dell’Unità facevo il cameriere con servizio ai tavoli, così nel castagneto di Doccioli, dove avevamo realizzato un bellissimo e funzionale  fabbricato “La Pagoda” che ci garantiva la fruizione anche per le altre iniziative ricreative, culturali e gastronomiche e così feci anche alla Festa Nazionale dell’Unità di Tirrenia, espletando il servizio ai tavoli di un nostro  ristorante diventato famoso con il nome della località di Castelnuovo dove facevamo da sempre la Festa dell’Unita: DOCCIOLI!; i compagni erano tra i 50 ed i 70, sia iscritti al PCI sia simpatizzanti e dormivamo nelle Colonie Marine. Nei 70 anni di attività i compagni  ed i simpatizzandi sono stati centinaia, adesso molti sono morti…impossibile farne un elenco. Approfitto per dire che, alla fine della mia vita, credo di me rimanga soltanto la mia attività di storico locale e di poeta.  E’ nella poesia che ho parlato di alcuni compagni “storici”, delle Feste dell’Unità, di Doccioli, Tirrenia, dei funerali di Togliatti, Ungheria, Cecoslovacchia, Spagna, Marx, Gramsci, Cina, Mao, discriminazione, lotte, ecc. ecc. Sono stato Presidente di una Associazione Culturale Locale “Il Chiassino” per almeno 10 anni;  ho organizzato per la Fondazione CRV, tra i grandi eventi, una Mostra internazionale  del pittore De Witte, ho collaborato alla stesura di una ventina di tesi di Laurea…ho avuto rapporti con poeti, scrittori, pittori ed altro. Ho pubblicato 6 o 7 volumi di Storia Locale di Castelnuovo e dintorni, più altri 7 o  8 di poesie, tutti esauriti, tra i quali Fabbrica Amica, le vicende della Larderello SpA dal 1940 al 1953; La piccola banda di Ariano, storia della Resistenza nelle Coline Metallifere Toscane; ho contribuito alla salvaguardia della memoria toscana relativamente alle persecuzioni e deportazioni di ebrei, compresa la riscoperta del Campo di Concentramento di Roccatederighi (GR), raccogliendo decine di  di testimonianze, e, per tale motivo, sono stato associato ai “Figli della Shoa”. Ho contribuito alla valorizzazione di Norma Parenti, medaglia d’oro della resistenza, scrivendo, facendo conferenze ed collaborando a nuove ricerche di  compagne di Massa Marittima, come Nadia Pagni, attuale presidente ANPI e Antonella Cocolli in più,  al giornalista e storico fiorentino Alessandro Michelucci, per il suo libro “L’eredità di Antigone”. Nei confronti della Chiesa: sono battezzato, comunicato e cresimato; ho sposato in Comune, abbiamo battezzato le nostre due figlie, lasciandole la libertà di scelta nel futuro delle loro vite, praticamente non mi sento cattolico-apostolico-romano,  anche se distinguo le “persone”, esempio Giovanni XXIII ha avuto il merito di averci tolta ufficiosamente la “scomunica”, distinguendo tra “errore” ed “errante”; Papa Wojtila mi ha stretto la mano con simpatia e con il Vescovo pontederese Vasco Bertelli sono stato un buon amico, in più Bergoglio dice…parole Sante e l’ammiro moltissimo! Sono stato amico di molti preti e vescovi ed ho tre Sante Protettrici! Non so’ bene per quali meriti! Ho fatto il Cammino di Santiago, sono stato a Gerusalemmee, ad Efeso ed Istanbul, e nelle cattedrali  e luoghi sacri in tutta Europa (ma anche in quasi tutti i Campi di Sterminio nazisti), ecc. ecc. morirò senza prete e benedizione! Culturalmente, buon disceplo di Ambrogio Donini, mi affascina la storia Universale delle religioni.

 

 

DOMANDA  14: Puoi brevemente stendere un bilancio complessivo di questa esperienza, cosa ha significato per te essere comunisti nel PCI?

 

RISPOSTA: L’essere stato ed essere comunista dentro il PCI e l’intera mia vita si sono saldamente uniti. Il PCI mi ha fatto crescere, maturare, mi ha dato la consapevolezza di essere internazionalista, di amare il popolo, i popoli,  l’arte, la pace nella giustizia sociale e nel rispetto della dignità di ogni persona. Mi ha anche insegnato a lottare, e spronato alla coerenza ideale e morale.

 

 

DOMANDA  15: Secondo te cosa hanno rappresentato il fascismo e il neofascismo nella storia del nostro Paese?

 

RISPOSTA: Domanda alla quale non so’ rispondere, troppo complessa.

 

 

DOMANDA  16: Che significa per te la scelta antifascista e resistenziale?

 

 

RISPOSTA: Essere antifascista è una scelta e una natura elementare che si collega alle aspirazioni più alte e profonde dell’umanità. La Resistenza al fascismo, al razzismo, al nazismo,  alla schiavitù, allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo  è  stato,  e per me è ancora, il “vaccino” antivirale della Storia umana.

 

 

DOMANDA  17: Pensi che nella storia della Repubblica ci sia stato realmente il pericolo di una “svolta autoritaria” di marca neofascista?

 

RISPOSTA: Si, pericolo sventato, ma occorre vigilare!E, allo stesso tempo, operare nei mutamenti sociali.

 

 

DOMANDA  18: Quali sono state le figure storiche del PCI che ti hanno maggiormente affascinato?

 

RISPOSTA: Gramsci, Terracini, Togliatti, Berlinguer, Nilde Jotti, Di Vittorio…e molti altri.

 

 

 DOMANDA  19: Che significato dai agli avvenimenti dell’anno 1956? (XX Congresso del PCUS, Rivolta in Polonia e in Ungheria, l’VIII Congresso del PCI ecc.)

 

RISPOSTA: Quando vidi il rogo dei libri a Budapet  e le tonache nere, col cardinale in testa, incitare alla rivolta, coi miei 18 anni mi schierai con l’URSS! Considerai il mio babbo un traditore, perché lasciò la tessera del PCI. Leggevo l’Unità, il Calendario del Popolo, “Come fu temprato l’acciaio”, La strada di Volamosky, Il poema di Lenin di Majakowski, Il poema pedagogico di Makarenko, Il Canto Generale di Neruda, le poesie di Nazin Kihmet..e vedevo, in fabbrica, le guardie padronali spadroneggiare e punire…ed anche alcuni personaggi, già ufficiali della RSI, ritornare ai posti di comando…brutti segnali! Le guardie passarono ufficio per ufficio per invitare gli impiegati a partecipare alla messa funebre nella chiesa dello Stabilimento di Larderello per le vittime degli insorti ungheresi, e, confesso, io non mi nascosi in un bagno, come  fece il mio amico ex partigiano Mauro Tanzini, ma andai in chiesa mettendomi  nelle prime file perché avevo visto i fotografi  ben piazzati per riprendere i presenti, ed io che ero entrato da poco al lavoro avevo paura di essere licenziato dalla Cooperativa Nuova liberlavoro, che forniva manovalanza alla Larderello SpA! Mi barcamenavo, in attesa dell’assunzione effettiva dalla Larderello SpA, che, infatti, avvenne il 15 settembre 1959, mantenedo lo stesso posto di lavoro, che mi piaceva tanto!

 

 

DOMANDA 20: Come giudichi il ciclo delle lotte del biennio 1968/69 anche alla luce dell’emergere di nuovi movimenti giovanili che nell’azione e nella pratica spesso si contrapponevano al Partito?

 

RISPOSTA: Non ho un’idea precisa. Stavo ben saldo dentro il PCI, e non ero più giovane, ma allora, in quegli anni e negli anni ’70, non mi sono mai associato alle condanne contro le lotte giovanili e studentesche, ho sempre mantenuto un confronto, senza scomuniche. E vedendo successivamente la CGIL in fabbrica ritornare ad essere il sindacato più forte, dopo le sconfitte del 1953-1954, grazie ai giovani, pensavo che la politica del coinvolgimento e della fiducia fosse la linea giusta. Tantè che sostenni un compagno di un “collettivo operaio”, iscritto alla CGIL, ad assumere il ruolo di Presidente del Consiglio dei delegati di Reparto, ruolo che svolse con successo!

 

 

DOMANDA  21: Cosa ha significato per te la scelta del Compromesso storico?

 

RISPOSTA: La ritenevo una scelta coraggiosa e giusta.

 

 

DOMANDA  22: Come giudichi la figura di Enrico Berlinguer?

 

RISPOSTA: Berlinguer è stato un uomo saggio, è morto prematuramente ed è mancato non solo a noi comunisti ma all’Italia.

 

 

DOMANDA  23: Quale è il tuo giudizio storico su Bettino Craxi e la svolta del Partito socialista italiano a cavallo degli anni Settanta e Ottanta?

 

RISPOSTA: Craxi mi rimaneva antipatico, a prescindere di cosa facesse col PSI. Preferivo Lombardi e molti “lombardiani” erano buoni compagni nella CGIL di Fabbrica e negli organismi direttivi.

 

 

 DOMANDA   24: Cosa ha rappresentato per te il 1989 e la conseguente “svolta della Bolognina”?

 

RISPOSTA: La “bolognina” era inevitabile. Con il 1990 mi presentai candidato a Sindaco del mio Comune, ero stato l’ultimo Sindaco del PCI ed ero il primo post PCI in una lista di sinistra con la maggioranza di ex comunisti, indipendenti, e rappresentanti della sinistra estrema! In particolare una compagna, che poi sarà mio assessore! Vinsi con una scarto di 35 voti sul candidato della lista civica di centro-destra! Dopo 45 anni di social-comunisti alla guida del Comune, c’era tra la gente voglia del cambiamento. Tuttavia dovevamo arrivare al 2008 per vedere la vittoria della lista di destra con un sindaco che adesso è al suo 3° mandato ed è ben saldo!

 

 

DOMANDA  25: Vuoi aggiungere altre riflessioni libere a questo questionario?

 

RISPOSTA: Il questionario è stato per me un tuffo nel passato. Degli ultra ottantenni politicizzati, sono rimasto tra i pochi in vita nel mio Comune! Come Cambi Rino, Serenari Renzo, Giuntini Osvaldo e pochi altri. Nel 1972 eravamo 437 iscritti al PCI nel Comune. Dopo il 1989 rimanemmo in 303 iscritti a  Castelnuovo  e insieme alle  frazioni  di Sasso Pisano, Montecastelli Pisano, e Leccia, toccavamo  500 iscritti su un totale di circa 3000 abitanti. Adesso in tutto il Comune siamo circa 30 iscritti al PD! Cambia, tutto cambia…sono tra i più vecchi e molte cose, anche del PD, non le capisco, ma voglio morire  con la “tessera” in tasca in una continuità che non posso tradire.

 

 

Postscriptum

 

 

Ho un Diario (1938-1963) depositato al Centro Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR) nel quale la genesi e il consolidamento  della mia militanza comunista nel PCI sono molto presenti.  Tra le mie “poesie” ne metto una “L’ultimo inganno”, e l’ho scritta dopo aver partecipato nell’aprile 2007, come INVITATO, al Congresso di Firenze di scioglimento dei Democratici di Sinistra (DS) ed all’avvio della costituente del nuovo Partito Democratico, nato principalmente dalla fusione dei comunisti (DS) con la Margherita, uno dei tronconi della DC e dell’Ulivo.

 

L’ultimo inganno

 

Aprile, una città sporca e infelice

m’attira nell’ultimo inganno

della lunga mia vita;

son nuove le parole, le persone

e mancano gli amati simboli,

bandiere del color del sangue,

e d’unire a fratellanza

gli sfruttati del mondo la canzone.

 

E’ morta una strana idea, un sogno,

forse un’illusione che m’ha guidato,

- e mio nonno e mio padre e tanti amici,

 che non si turbino là, dove son felici! –

su strade impervie e sconosciute,

in mezzo a tremende bufere.

 

Il funerale è sobrio, come si conviene

tra poveri di spirito e di bene.

Nascerà da questa morte una gracile

creatura, una vita stentata, senza voce,

o crescerà come simulacro

di quella bruciante fede che sgorgò

da Marx e da una croce?

 

Mi domando, di nuovo, chi sono,

cosa cerco e perché mi trovo

in questo luogo alieno? ed esco

frastornato nella calda sera fiorentina,

lungo muri scrostati che sanno di urina,

tra dolenti sguardi d’immigrati neri

e spente donne dei balcani, in cerca

di  fortuna.

Nessuno mi conosce, né conosce la

mia pena, la gente è indifferente

e ostile, a nulla loro importa

di sapere cosa urlino, tra qualche falsa

lacrima, là al Mandela Forum

nell’ultimo addio; soltanto una ragazza,

in un caffè di periferia, a un complimento

ardito, mi mostra maliziosa

il bianco seno e luminoso un sorriso

amico! Ed è l’unica gioia, in questo

giorno triste.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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