giovedì 13 settembre 2018


VISITA AL PICCOLO CIMITERO DELLA BORGATA “LA LECCIA”.

Il piccolo cimitero si trova adiacente al “Santuario della Madonna del Libro”, dal titolo di una tela dipinta da Matteo Godi da Leccia, pittore del ‘600, dalla vita avventurosa tra Europa e America meridionale. La borgata della Leccia si ricorda anche per una “fonte” prodigiosa, detta “del latte”, perché le sue acque facevano  ritornare o mantenere il latte alle puerpere. Oggi tale fonte è scomparsa. Ma l’evento più prodigioso che richiama il nome della Leccia è una apparizione della Madonna, nella “selva lecciatina”, il bosco tra La Leccia e il villaggio del Sasso. Su questa apparizione miracolosa ad una giovinetta, non è stata ancora pronunciata la parola “inesistente”, ed il processo canonico risulta ancora aperto, a 500 anni di distanza!

Oggi La Leccia, un tempo fiorente comunità agrosilvopastorale, è praticamente disabitata e le vecchie case, solo in parte, sono state restaurate per residenze saltuarie e di vacanza estiva.  Ci sono andato, dopo molti anni di assenza, ieri 12 settembre, per documentare il piccolo cimitero. Dei miei parenti ci  ho trovato soltanto il primo marito di una sorella della mia mamma, morto per un tragico incidente stradale nel 1935.

La moglie si risposò e nella sua casa abitarono una mia sorella che fece alla Leccia  le scuole elementari ed anche una mia zia, allora bambina e ragazza. Ma io non ho praticamente avuto alcun rapporto con questa zia, che incontrai una sola volta nel 1954 o 1955 al matrimonio di un mio cugino nella Chiesa del Castello di Fosini.

Ma alla Leccia ho avuto alcuni amici, con i quali ho condiviso momenti piacevoli. Alcuni sono nel piccolo cimitero, altri sono emigrati.

Dunque metto la foto del mio zio morto nel 1935; la foto di una ragazzina tedesca che frequentava le scuole medie a Castelnuovo e morì schiacciata dai tronchi degli alberi che caddero, sull’auto dove viaggiava, da un camion mentre ritornava a casa dalla scuola; la foto di un giovane soldato morto in guerra  nel 1945; quella dello storico parroco don Orlandini, ed anche quella di Enzo Battaglini, dato che quando la sua famiglia abitava a Castelnuovo al podere Possera, andavo a giornate intere con mia nonna, che rammendava e cuciva per questi mezzadri. Tornavamo ogni sera con  preziosi viveri e frutti.

Sono andato a far due passi nel piccolo borgo, non ho trovato un’anima, soltanto da una finestra usciva la voce di un televisore, parlava di un incidente stradale con alcuni morti…e sul vialone,  il Circolo Bar che non c’è più, e poco discosto il fontanile con il lavatoio dove in un pomeriggio d’estate vidi una schiera di giovani e ragazze che si lanciavano l’acqua e ridevano coi denti bianchi nell’innocenza della sera.












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