domenica 5 marzo 2017



Apparente isolamento.


Dal mio apparente isolamento comunico ai miei amati ignoti lettori che, in realtà, le mie giornate sono ricche di lavoro e di speranze. Nulla, o poco, influiscono sulla mia vita le vicende della deriva della politica dell’Italia, alle quali, in ottanta anni  di esistenza mi sono “vaccinato”, anche se avrei voluto qualcosa di meglio, non per me, ma per il popolo italiano, nel quale conteggio anche gli ultimi arrivati, extracomunitari e profughi. Forse ci vorranno ancora alcuni decenni di pace per veder operante una nuova umanità. Lo spero, ma non ci sarò a vederla. Come diceva un altro Karl, i vecchi possono solo prevedere, ma non vedere, e il messaggio e la speranza li lascio ai nipoti che amo.  Intanto ho terminato la lettura di un libro meraviglioso: Vita della signora Curie, scritto dalla figlia Eva nel 1937 e pubblicato in tutto il mondo. In Italia Mondadori pubblicò il volume nel 1938, proprio nell’anno non solo della mia nascita, ma della introduzione delle tristemente note Leggi Razziali di Mussolini! Quale contraddizione con il contenuto di questo affascinante libro! Si dice che molte volte non siamo noi, esseri umani, a cercare, ma talvolta noi siamo i cercati! E me lo fa pensare anche questo libro che ho potuto prelevare dalla quotidiana esposizione di libri usati presso  la COOP ITALIA alle Grondaie di Siena, dove mi reco abitualmente a fare la spesa! Per un modicissimo  volontario contributo economico. In più lavoro alla compilazione di un Dizionario (per uso personale)  ed oggi ho preparato la scheda relativa a Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana e poi Imperatore d’Austria, colui che riformò la giustizia penale  nel Granducato abolendo per la prima volta nel Mondo la pena di morte. Ho infine aggiunto un verso ad una vecchia poesia che m’è venuto a mente in mezzo al sonno stanotte, la poesia finiva con sposa.  E vi ho aggiunto  il verso “portando in dote una appassita rosa”.   Ieri ho steso  la prima bozza di una lunga poesia-prosa, L’anno della grande neve, il 1956, del quale mi ero occupato circa trentacinque o quaranta anni fa’. Dunque la memoria è ancora viva e capace di accendere nuove luci e per mia buona sorte anche la creatività continua  a sostenermi.. 

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