giovedì 23 luglio 2015

IRIS CHELI (1924-2015).

In ritardo ho notato l'annuncio della morte di Iris. Abitava a Montecerboli e poiché fino a due-tre anni fa passavo alcune volte alla settimana proprio davanti alla sua casa per recarmi a Volterra, la vedevo, d'estate e d'inverno, con la sua vestaglia celeste, sulla soglia oppure sul marciapiede nella seggiolina, e questa vista mi rallegrava riportandomi indietro nel tempo, di quando abitava in Posserella ed io, insieme alla nonna, vi andavamo a "opre", cioè la nonna cuciva, rattoppava, accorciava o allargava abiti da lavoro di tutta quella famiglia, vi rimanevamo a desinare e alla sera  ritornavamo a casa, naturalmente a piedi, con una sportina piena di frutta, o di verdura, una dozzina d'uova e un panetto di pane, e qualche volta con un coniglio o un pollo! Credo che gli anni siano stati quelli tra il 1949 e il 1953. Giorni indimenticabili che cercai di fissare in una poesia "Iris", appunto che ripropongo:

Iris

Già il vederla viva mi rallegra
spazzare la soglia della casa,
macchia d’azzurro nel meriggio
greve e lieve la saluto perché
è misura della mia lunga vita,
lei giovane sposa ed io bambino
giocare tra il ciuffo dei bambù
mentre ridendo correvamo al desco
di Guglielma. La nonna posava
il suo rammendo e Nello e Piero
venivano dal pozzo
con l’acqua fresca e il vino.

Il giorno lungo un anno
allor pareva, né paura, né male
né rancore ci stringeva il cuore.

E dolore d’amore io non sapeva!

Lungo la strada che cipria
pareva, s’andava scalzi
per godere il sole intrecciando
ghirlande di viole.

Oh! dolce passato che sei vivo
ancora e speranza  concedi
al mio domani, ad incontrare
la nuova Aurora!





la nuova Aurora!  

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