venerdì 11 gennaio 2013


Marsili: il vulcano che potrebbe dare un grosso contributo all’elettricità prodotta da energia geotermica ?


Iniziate le trivellazioni per verificare le condizioni e la fattibilità del progetto per sfruttare l’energia geotermica del più grande vulcano sottomarino del Mediterraneo
GeotermiaNews
Redazione
11/01/2013

Come da programma (erano previsti infatti nel 2013) sono iniziati i lavori di trivellazione della parte più superficiale del vulcano sottomarino Marsili, che si trova circa 140 chilometri a Nord della Sicilia e che deve il suo nome a Luigi Ferdinando Marsili, fondatore dell’oceanografia marina.
L’area vulcanica sottomarina di Marsili è considerata una delle zone più ricche di giacimenti di calore fluido tra quelle conosciute: l'acqua che si infiltra nei numerosi vulcani presenti si surriscalda raggiungendo temperature fra 350 e 400 gradi, e potrebbe essere utilizzata per produrre energia elettrica.
Il Marsili è lungo 70 km e largo 30 km e raggiunge con la sommità –partendo da circa 3.000 metri dal fondo marino- una quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mare. È ritenuto fra i vulcani sottomarini più attivi del Tirreno.
Con il Marsili Project Eurobuilding, il vulcano potrebbe dunque diventare la prima fonte di approvvigionamento di energia geotermica off-shore, aprendo la strada ad una nuova frontiera della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il progetto è guidato da Eurobuilding spa e condotto in collaborazione con Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Centro di Ricerche e Studi Sperimentali per le Geotecnologie dell'Università di Chieti (CERS), Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR e Politecnico dell'Università di Bari.
La prima fase, con che ha ricevuto l'autorizzazione da parte del ministero per lo Sviluppo Economico, prevede di realizzare una prima trivellazione del “coperchio” per verificare le condizioni e la fattibilità dell'opera. Se i risultati saranno positivi proseguirà la fase del progetto industriale che prevede di pompare una parte dell'acqua calda presente nel giacimento sottomarino e utilizzarla, sotto forma di vapore, per azionare delle turbine per la produzione di energia elettrica.
«E’ un progetto unico al mondo e che punta a sfruttare entro il 2020 circa 200 MW di potenza elettrica sfruttando il calore dell’acqua che circola all’interno della struttura sottomarina del vulcano Marsili» ha spiegato il responsabile della comunicazione scientifica del Marsili Project Eurobuilding, Diego Paltrinieri.
«L’obiettivo –dice ancora Paltrinieri- è di ricavare quattro piattaforme senza fare troppi scavi: con quattro o cinque pozzi ricaveremo 200 MW; le piattaforme saranno poste a 80-100 km dalla costa e sarà il primo impianto off-shore di geotermia».
«Il Marsili –aveva spiegato Paltrinieri in una recente intervista su Lucida.mente.com e ripresa da distrettoenergierinnovabili.it- non erutta da tempo imprecisato, ma ha una elevata attività geotermica. Il vulcano si comporta come un bollitore: abbiamo trovato a circa 10 km di profondità la camera magmatica. In essa il magma risale lentamente, ma resta all’interno. Non è come il Vesuvio: è più di tipo effusivo. Il corpo del vulcano, all’interno, ha fratture e l’acqua si infiltra. Su questo bollitore abbiamo un coperchio costituito da uno strato sedimentario, ma l’acqua all'interno ha una pressione che supera i 200 bar. Si ipotizzano 400-500 gradi di temperatura. Siamo in una fase della vita del vulcano matura per sfruttare la geotermia, perché il suo magma ha alta capacità di generare elettricità».
In merito alla pericolosità del vulcano e della possibilità che una sua possibile eruzione possa provocare uno tsunami, lo stesso Paltrinieri rassicurava che erano già state fatte valutazioni tenendo conto delle indicazioni fornite dalla protezione civile.
«L’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia –spiegava il responsabile della comunicazione scientifica del Marsili Project Eurobuilding- ha esaminato tutta la zona siciliana, calabra e campana: non sarebbero stati rilevati tsunamiti (depositi lasciati dal passaggio di onde di tsunami nel record geologico ndr). Risulterebbe dunque che non ci siano stati fenomeni di tsunami importanti nelle ultime migliaia di anni».
L’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) a fianco del progetto di sfruttamento del vulcano Marsili dovrebbe comunque creare una rete di monitoraggio permanente, finanziata con fondi europei e della Regione siciliana, che prevede il posizionamento di sistemi di rilevamento nel Tirreno meridionale in grado di fornire dati 24 ore su 24 tramite Internet, sulla base di quanto è già stato fatto nell’ambito di un altro progetto europeo guidato sempre da INGV, ovvero l’European Multidisciplinary Seafloor Observatory, che studia i processi di varia natura che hanno luogo nelle profondità oceaniche.
I vantaggi del portare a termine questo progetto secondo Paltrinieri sono di grande levatura, per quanto riguarda la possibilità di «generare energia elettrica dalla geotermica con minore dipendenza energetica dai Paesi esteri».
«Se il Marsili Project funzionerà -dice Paltrinieri- si potrà sfruttare un potenziale compreso tra 800 MW e 1 GW. Questo progetto apre, dunque, le porte a una fonte energetica pulita e inesauribile».

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