domenica 26 agosto 2012



Mi piace Obama! Sarà senz’altro un abile politico, lo dimostra il fatto di essere stato eletto Presidente del più potente Stato del mondo. Ma è anche un uomo coraggioso (ho letto la sua autobiografia), e la sua vita non è stata facile. In più, il suo colore della pelle rassomiglia molto a quello dei miei due nipotini, e il più grande, otto anni, non cela un sorrisino di compiacimento quando gli mostro le fotografie della famiglia Obama, mio amico di FB! Ogni tanto mi domanda: “Che fanno nonno le figlie di Obama?” In un mondo ancora pieno di cattiveria e stupidità razzista, Obama è come un salvagente psicologico, non per quello di buono che fa o che potrà fare, ma per il solo fatto che sia alla Casa Bianca! Mi dispiace non poterlo votare, per il secondo mandato, perché questa volta per vincere non può sostenersi, come la volta scorsa, soltanto sulle “belle parole”. E’ uscito un libro interessante “The Obamians”, di James Mann, Viking, New York, recensito da Ermanno Bencivegna, su La Domenica del SOLE24 Ore, nel quale si mettono in discussione molte delle scelte, anzi delle non scelte, del Presidente, soprattutto nelle relazioni internazionali, con compromessi, equivoci ed anche “con una buona dose di codardia”. Eppure, viste da me, iscritto al Partito Democratico, senza Obama, anche le residuali  tracce del New Deal e della recente Social Security, pur in una forma parziale e addomesticata, rischierebbero di essere spazzate via dal partito dei conservatori. Se si vuole sono le stesse ragioni che mi spingono a votare alle primarie italiane, per Bersani, uno dei più concreti baluardi contro la frantumazione dello Stato, la sua emarginazione in Europa e il prevalere selvaggio dello sfrenato liberismo in economia con il risucchiamento, verso la povertà, della “classe” lavoratrice. Ti auguro di vincere ancora, Presidente Obama,  anche in nome dell’Italia. 

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