Carlo Groppi
dalla
Raccolta
Viandante
nella memoria
poesie e
prose
2012
" ...tutto ciò che ho scritto è
affidato alla forza o alla debolezza, forse alla mitezza, della parola, essa
sola capace di suscitare un moto d'immersione interiore. Quando confesso che
scrivo poesie, o che penso poesie non scritte (non dicendo che senza la poesia
non potrei vivere), noto quasi sempre nei miei interlocutori un moto d'ironia,
eccone un altro dei perditempo...infatti a me le poesie non sgorgano come
sorgente perenne e copiosa d'acque purissime, già pronte per essere
imbottigliate come "minerali", ma si aggregano intorno ad una parola,
tre o quattro parole, e si formano e si completano attraverso una depurazione
lunghissima, credo mai portata al limite estremo della purezza, attraverso un
"lavoro", nella solitudine e nell'ansia di "partecipare alla
vita di tutti".
Da "Domande
e riflessioni: sulla parola e sull'essere poeta".
Grazie Karl, per la meraviglia dei tuoi pensieri. Questa pagina per abbracciarti.
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