domenica 1 novembre 2015

Fosini.









Fosini [i]

Or che dei cacciatori è spento il grido
e rapide scendono le brume d'autunno
un gran silenzio avvolge le vecchie mura
del castello di Fosini sulla scogliera bianca.

Non una voce, né un passo, né un lume
per miglia intorno, la tenebra azzurrina
fredda di stelle misteriose s'accende:
solo il Riponti nella valle s'ode.

Sorge la luna a oriente sui Tre Colli
e il tenue raggio fluttua tra gli abeti,
batte ai vetri del cassero,
nell'orto spoglio indugia,
di lontane veglie suscita ricordi
di volti e nomi e baci e canti
che nel fluire del tempo son spariti.

Il signor della notte apre nel vento
l'ali piumate per ghermir la sua piccola
preda; ora è lui il padrone della torre,
delle memorie antiche, dei sogni e degli
                      amori di gioventù,
quando spensierato con gli amici salivo
al rustico ballo dei contadini:
e palpitante e caldo nella timida mano
era il seno delle ragazze
che bevevano vino, dolce lo sguardo
che prometteva amore e ingenuo
il riso, sincere le parole.

Ora ha rapito con ben più forti artigli
le immagini dolcissime e innocenti
il futuro che precipita e non da scampo
ai mortali, e il nulla ci spalanca
le sue porte e intorno a noi, come
a queste rovine, sarà tenebra e oblio.

Oltre il muricciolo, oltre la roccia
che domina la balza,
lancio una piastrella levigata
e scivolar leggera l'accompagno
verso il burrone, che il buio ha colmato.




[i] Fosini, antico castello fortificato su uno sperone di calcare bianco ai piedi del monte Le Cornate di Gerfalco, risalente al secolo XII, proprietà dei Conti Pannocchieschi, oggi nel Comune di Radicondoli (SI), nella prima metà del ‘900 ricca Fattoria con oltre quaranta poderi mezzadrili abitati da circa cinquecento persone, in rovina dagli anni ‘60. La poesia compare nel volume di C. Groppi, Il maldocchio ai maialini, Ed. Migliorini, Volterra, p. 5, 1999. 


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