Larderello, zona residenziale e alcuni impianti chimici.
Larderello, le centrali 2 e 3 (nate con 8 turbine ed 8 refrigeranti; ad ognuna è stata abbattuta una delle torri refrigeranti e delle turbine è in efficienza soltanto una piccola, praticamente un giocattolo!).
Veduta est della valle del Torrente Secolo.
Centrale "Valle Secolo": fabbricato macchine e refrigeranti.
Centrale "Valle Secolo" vista dalla Casanova, con rete di vapordotti.
Scorcio dei refrigeranti della centrale "Valle Secolo".
GEOTERMIA.
LARDERELLO.
La centrale geotermica “Valle Secolo”, ad ovest di
Larderello, entrata in servizio nel 1991, si compone di due gruppi
geotermoelettrici Ansaldo, della
potenza di 60 MW ciascuno, a ciclo
continuo con modulazione di carico, telecomandati, installati in un edificio di 18x118 metri e 22 metri circa di altezza.
Poco più distante, ad est di Larderello, è stata costruita, successivamente
(1996), la centrale di “Farinello”, con un altro gruppo da 60 MW. Il campo
geotermico di Larderello, che alimenta
“Valle Secolo”, è costituito da 26
pozzi, collegati alla Centrale da una
rete di vapordotti della lunghezza di 16 chilometri ,per una
portata di fluido di 800 tonnellate/ora, con una pressione variabile del
“campo” tra 5 e 9 bar. La temperatura massima del vapore surriscaldato è di 260 °C . Il vapore condensato
(per una portata di 160 metri cubi
per ora), viene reiniettato nei giacimenti
d’origine attraverso 5 pozzi profondi,
utilizzando una serie di acquedotti della lunghezza totale di 2,5 chilometri .
Stamattina, un giorno di leggera pioggia, ho scattato alcune immagini
dall’esterno dell’impianto (e altre alle vecchie Centrali n. 2 e n. 3): nessun
odore di gas nell’aria, nessun uomo in vista, rumori ovattati. Naturalmente son
già trascorsi quasi 25 anni dalla sua entrata in servizio…e, come sappiamo, la
tecnologia fa passi da gigante, in meglio, non considerando l’inevitabile
negativo effetto sulla diminuzione delle maestranze impiegate! Sono molto
contento di essere stato presente dal 1951 al 1991 allo sviluppo di questa
grande industria italiana, e di aver seguito (a distanza) fino ad oggi la sua
evoluzione. Auguri Geotermia!
A Larderello,
fabbrica amica.
Da questo antico muro cadente occhieggia
l’esile papavero, mesto ricordo di bandiere
ammainate, la pendula acacia riposa dopo
aver donato alla languida notte l’inebriante
profumo,
nello stagno, le rane, ubriache di sole,
inesauste cantano alla vita e c’è soltanto
questo vociare a rompere il perfetto silenzio,
e là, di fronte a me, dov’è adagiato il mio amore,
un fioco brusio accompagna il pigro
risveglio.
La vedo supina e discinta, i capelli arruffati,
le cosce spalancate, cambiata nel tempo
veloce, ma riconosco il suo viso, i seni
possenti, vene e arterie, slarghi e peluria,
la bella dormiente.
Ma dove sono i suoi innumerevoli amanti?
gli uomini azzurri? dove il suono della calandra?
il trambusto del coccodrillo? l’affaccendarsi
nel Cover all’imbocco del ponte?
e il va e vieni in Piazza Leopolda
tra i Nuovi Uffici e la Sorveglianza ?
e su, su, per la strada rossa del Poggione,
tra la
Raffineria e l’Infustazione?
Vuoto il nostro nido d’amore,
dove abbiamo sognato la felicità del giorno nuovo,
oh! quante ore di amplessi con la storia,
innocenza tradita, memoria svanita,
là, ora c’è una gran pace, là tutto tace!
E’ il silenzio più doloroso.
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