I morti.
Le sepolture dei morti del Borgo di Castelnuovo sono avvenute in cinque luoghi diversi, e di quattro
s’è perduta la memoria. Negli ultimi tre o quattro secoli, si seppellivano
all’interno delle chiese i morti che avevano ricevuto il battesimo, poi sul
prato di fronte alla Chiesa del SS. Salvatore, infine in un terreno confinante
con detto prato. Con le Leggi Napoleoniche le ossa furono scavate e
portate in un cimitero fuori delle mura
castellane da dove, alla fine dell’Ottocento, tale cimitero fu chiuso per la vicinanza alle abitazioni e costruito
in località La Colombaia ,
dov’è anche adesso.
Nel crescere
della popolazione il gran numero dei morti imponeva una rotazione piuttosto
breve nelle sepolture , 15-20 anni in terra, dopodiché le ossa venivano
collocate, senza indicazione alcuna di età, sesso, titolo, nell’Ossario comune.
Naturalmente ad ogni generale trasferimento delle salme, la più gran parte
andava perduta. L’asta per l’appalto della costruzione del cimitero attuale in
località “La Colombaia ”,
alla distanza di 980 metri
dalla terra di Castelnuovo, in base al progetto e perizia redatti (“con i
disegni e l’opera gratuita”), dall’ingegner Antonio Talanti per un ammontare di
11951 lire, fu vinta, il 24 luglio 1885, dal maestro muratore Giuseppe Cigni fu
Michele, paesano, con l’offerta di 9618 lire. Il costo del terreno, di
proprietà di Cammillo Fabbrini, ammontò a lire 700. Il nuovo cimitero fu
inaugurato il 30 settembre 1888 con grande concorso della popolazione. Oratori
della cerimonia furono 1888 - 30 settembre.
Viene inaugurato il nuovo cimitero del paese di Castelnuovo progettato
dall’architetto Antonio Talanti, uomo che “con i disegni e coll’opera sua
gratuita” lo fece edificare. Oratori della cerimonia furono Achille Pierattini
e Rodolfo Niccolini. La
Banda Musicale suonò la marcia dedicata all’ing. Antonio
Talanti, progettista dell’opera e Direttore della Società Fossi dove lavorano
70 e più operai del paese. La sorte di esservi sepolto per primo toccò ad un
povero ed onesto operaio morto sabato 6 ottobre seguente. Il prete per non
durar fatica ritornò indietro dal trasporto ed ebbe violente critiche. Nel
corso di pochi mesi si susseguirono incessanti le esumazioni dal vecchio
cimitero e l’inumazione nei posti distinti del nuovo di: parenti della vedova
Amabile Serri, della vedova Teresa Bruscolini e dai signori Burchianti Basilio,
Bruscolini Olinto, Pierattini Camillo. In particolare la salma di Ferdinando
Bruscolini, nato a Castelnuovo il 31 dicembre 1830, morto l’11 luglio 1888,
marito di Teresa Castroni e padre di Emilio,
per prima fu traslata nel nuovo cimitero. Vista la notevole distanza del
nuovo cimitero dal paese la
Confraternita di Misericordia chiese al Comune la costruzione
di un carro funebre. Intorno ai lati del cimitero furono piantati i cipressi.
La costruzione ha le cappelle gentilizie, un terrapieno per i posti “distinti”
e la botola per l’ossario, un sotterraneo con le cellette, ed un vasto campo
comune per le inumazioni. Nel campo non vi sono lapidi né tombe monumentali, ma
solo croci di legno. Un muro perimetrale circondava tutto il campo.
Dei miei avi ci sono soltanto alcuni morti della
seconda metà del Novecento, alcuni sepolti nei loculi, altri con i resti
nell’ossario: padre, nonni paterni, nonna materna, zie e zii, cugini e cugine. In più
ci sono quelli di mia moglie: padre, madre, nonni paterni, zie, zii, ed altri
parenti. Alle loro sepolture abbiamo portato i fiori, come segno di una memoria
che ancora in noi è viva e ci accompagna
nel cammino della vita. Al dopo non penso, ma non ho paura.
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