martedì 6 ottobre 2015


PLUTARCO
VITE PARALLELE


Dalla Vita di Antonio. “…il piccolo Antonio nacque da Giulia, della casa dei Cesari, che non era inferiore a nessuna donna del tempo in nobiltà e pudicizia…Morto precocemente il padre, Giulia si risposò con Cornelio Lentulo, che Cicerone fece uccidere per aver partecipato alla congiura di Catilina. Questo sembra sia stato il motivo e l’origine dell’odio violento che Antonio nutrì verso Cicerone. Antonio in gioventù era luminosamente promettente. Però l’amicizia e intimità con Curione lo investirono, dicono come una sorta di peste. Curione, sregolato per conto suo nell’uso dei piaceri, immerse anche il giovane amico, per dominarlo meglio, nelle orge, negli amorazzi, nelle spese pazze e sfrenate, finché Antonio si trovò coinvolto in un debito grave e sproporzionato alla sua età: duecentocinquanta talenti. Dopo aver preso parte ad un  periodo di torbidi che stavano a quel tempo sconvolgendo lo Stato, nell’anno 57 passò dall’Italia nell’Ellade e là cominciò a combattere…fino alla morte che avvenne per mano propria, avendo perduto gloria, potere, ricchezze e, soprattutto, avendo appreso la falsa notizia della morte di Cleopatra, la sua amata sposa, mentre Cleopatra era, in quel tempo, prigioniera strettamente sorvegliata di Cesare che stava per spedirla a Roma come un trofeo”.  A sentir ciò Cleopatra chiese a Cesare il permesso di potersi recare sulla tomba di Antonio e abbracciando l’urna, circondata dalle donne del seguito, disse: “ O caro Antonio, poc’anzi ti seppellivo con mani ancora libere, e ora verso libagioni in condizioni di prigioniera e tenuta dì’occhio perché non possa, né battendomi il petto né piangendo, deturpare questo corpo schiavo e serbato per i trionfi che si celebreranno su di te. Non attendere altri onori e libagioni, queste sono le ultime che Cleopatra ti può fare, poiché la trascinano via prigioniera. In vita nulla ci separò uno dall’altro; con la morte temo che dovremo scambiaci i luoghi della nostra origine: tu romano, giacerai qui, io, derelitta, in Italia, e solo la parte che coprirò col mio corpo, riceverò della tua terra. Ma se gli dèi che stanno ove tu sei hanno forza e potenza, visto che quelli di quassù ci hanno tradito, non abbandonare la tua donna finché sia viva, e non permettere che egli trionfi su di te nella mia persona; nascondimi invece e seppelliscimi qui con te, poiché, se pure innumerevoli sono i miei mali, nessuno è così grande e atroce quanto questo breve tempo che ho dovuto vivere senza di te”. Dopo aver espresso questi lamenti, inghirlandò e baciò l’urna; quindi comandò di prepararle un bagno. Lavata, si sdraiò e consumò un magnifico pasto…” Grazie a Plutarco sappiamo come avvenne, poco dopo il pasto, la morte della più bella tra le donne, Cleopatra, la quale aveva superato per potenza e splendore tutti i re del suo tempo. Le guardie la trovarono morta, distesa su un letto d’oro, ornata come una regina, morsicata dall’aspide portatole, su suo segreto ordine, da un contadino, rettile nascosto tra le foglie in un paniere di fichi. Cleopatra morì a trentanove anni di età, dopo aver regnato per ventidue e per più di quattordici aver governato con Antonio. Antonio alcuni storici dicono che aveva passato i cinquantasei anni, altri i cinquantatre. Antonio lasciò sette figli, avuti dalle tre mogli”. Sono, questi, solo frammenti della grande opera di Plutarco, scritta circa 2000 anni fa.

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