UN LIBRO INSOLITO.
Sto leggendo un libro insolito –
per i miei gusti – un romanzo, diciamo pure “giallo”: “Il teorema del
pappagallo” di Denis Guedj, nato ad Algeri nel 1940 e morto a Parigi nel 2010.
Pubblicato da Salani nel 2013 nella traduzione dal francese di Lidia Perria.
Pagine 562. Sulla copertina, in neretto, c’è una frase tratta dal Il Sole24
Ore: “Il libro si legge d’un fiato, e la matematica risulta avvincente come un
romanzo”. Poiché ho sempre amato la matematica, la geometria, la trigonometria
e l’algebra, l’astronomia, la fisica, ecc. ecc. nonostante i miei modesti
percorsi scolastici, mi sono accinto
all’ardua impresa (lasciando momentaneamente in disparte il secondo volume
delle vite parallele di Plutarco), visto che non leggo più di otto-dieci pagine
al giorno! Impresa che mi s’è rivelata assai più difficile rispetto alle
indicazioni del Sole e di altri quotidiani che ne parlarono a suo tempo, quando
il libro fu stampato, ma, tuttavia, molto molto interessante, dato che non
parla soltanto di argomenti scientifici, ma anche di libri e della loro
millenaria storia. In primo luogo ho capito come fece Talete a misurare
l’altezza della grande piramide di Cheope a Giza, alta ben 147 metri . E,
successivamente (adesso sono arrivato alla pagina 312) ho appreso la vicenda
della famosa Biblioteca di Alessandria e di quella di Baghdad, la scoperta dello ZERO e la rivoluzione che
essa portò nel calcolo, fino alle vicende dei grandi italiani, tra i quali il
pisano Fibonacci, cioè “Leonardo di Bonaccio” (Leonardo figlio di Bonaccio:
“filius Bonacci”) che è diventato celebre per aver scritto il primo grande
libro di matematica composto in Occidente, il “liber abaci”. Ossia “Libro
dell’abaco”. Appassionanti le storie degli “umanisti” Tartaglia e Cardano, non solo
per le scoperte scientifiche, ma anche per le loro vite private. Quella di
Gerolamo Cardano, che egli scrisse in età avanzata col titolo “De vita
propria”, è una delle prime autobiografie della letteratura occidentale e avrei
voglia di leggerla!
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