giovedì 8 ottobre 2015





Di fotografi e del fotografare.

 Abbiamo, tra le tante altre Associazioni, anche un “Gruppo Fotografico” ricco di  più di venti iscritti, tutti fotografi dilettanti, ed alcuni di loro “evoluti”, diciamo pure di livello professionale molto alto. Ma tutti animati dalla passione d’imparare l’arte della tecnica  fotografica e l’arte del linguaggio fotografico, oggi più che mai, al centro della comunicazione globale. Ne faccio parte anch’io, nonostante non mi sia adeguato ai cambiamenti nel settore, abbia da almeno venti anni riposto le due Nikon e gli accessori, non usi più pellicola, ma porti sempre con me la piccola fotocamera digitale, non certo adatta a fare “la bella immagine” o “il capolavoro”, ma mi sia utile per i miei “racconti”, una specie di emozioni non scritte,.ma catturate dagli impulsi elettronici nell’istante medesimo che sbocciano. In questo caso non è necessaria “la bella immagine”, ma l’immagine, che da sola, o con altre, racconti una storia. Si potrebbe anche dire, come una volta, “reportage”. Ieri sera ho partecipato alla riunione del Gruppo per scegliere quattro fotografie da esporre i prossimi 17 e 18 ottobre nei giardini pubblici di Castelnuovo in occasione della tradizionale festa della “castagna”, cioè “Castagnalandia”, il frutto che da secoli caratterizza il nostro Comune toscano. Esporremo in 15. Ci saranno delle immagini bellissime ed altre, come le mie, più modeste, ma pur sempre testimoni di un amore. Abbiamo la sede del Gruppo in una stanza dell’ex Asilo Infantile delle suore, proprio sulla sommità del Borgo, lassù dove un tempo sorse il “Warding” longobardo, forse nell’VIII° secolo e dal quale si espanse circolarmente l’antico Borgo. E’ un luogo semiabbandonato, decaduto, ma di grande suggestione, nonostante i radicali mutamenti architettonici del secolo scorso, i primi negli anni ’20 ed i secondo negli anni ’50. Adesso, nel progetto LUX che anima le discussioni dei castelnuovini, esso è stato rivestito di immagini su tela trasparente, illuminate di un colore rosso acceso, tratte dalle sculture del Battistero di Pisa, a dare l’impressione, per chi le vede la prima volta, che si tratti di una “castello” vero e proprio! E’ solo una “impressione”, purtroppo. E alla fine, tutto ritornerà come prima, deserto e buio.  

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