venerdì 29 novembre 2013


Scavo B, "Bagnone del Sasso", sito sacro-termale. La "Micene" dell'Alta Val di Cornia. 

Castel del Sasso in Val di Cornia: 2000 anni di “santità (VII)

Un altro altare era dedicato alla Madonna dei dolori o “l’Addolorata”, che tra tutte era la più venerata al Sasso con numerose svelature per la richiesta o l’ottenimento di grazie13.

I secoli seguenti non registrano avvenimenti di rilievo se non quelli connessi alla storia industriale dell’estrazione dei minerali borici (allume, zolfo, vetriolo), minerali legati alle imponenti manifestazioni endogene che ancora oggi ne caratterizzano i dintorni e che ben più grandiose apparivano agli albori dello sfruttamento moderno avviato, per opera di Francesco de Larderel, nel 1832. Nel 1850 la popolazione dello Stabilimento boracifero del Sasso, sorto a nord-ovest del Castello, aveva raggiunto le 73 unità con 16 operai occupati. Nel 1875 alla ditta De Larderel si affiancò la Ditta A. e G. Fossi, occupando in breve 40 operai. Nel 1900 gli operai del Sasso raggiunsero le 99 unità per poi diminuire, a 76 unità nel 1912, all'atto dell’unificazione di tutte le ditte boracifere esistenti, nella "Larderello S.A”. A partire da questa data inizia un favorevole sviluppo, produttivo ed occupazionale, che porterà i lavoratori del Sasso, nel 1939, a raggiungere le 125 unità, di cui 60 utilizzate a Larderello. Gli antichi lagoni, e il metodo di sfruttamento delle acque boriche per evaporazione, cedettero il passo agli innovativi sistemi d’estrazione dei minerali dai fluidi endogeni, e al Sasso i lagoni passarono dai 12 del 1904, ai 7 del 1910 ed ai 2 del 1920 per scomparire del tutto nel 1932. Nonostante l'intensificarsi delle trivellazioni del suolo non si trovarono quantità di vapore sufficienti per avviare la produzione d’energia elettrica e soltanto il 3 aprile 1943 fu messa in esercizio la prima turbina da 3350 kW. Fino alla seconda metà del secolo XIX il Sasso, dato il suo isolamento, ebbe una parziale autonomia, prima sotto il comune di Volterra, poi sotto quello di Pomarance. Nel 1870, in virtù di uno scambio di territori tra i comuni di Pomarance e Castelnuovo di Val di Cecina, scambio approvato dalla maggioranza delle rispettive popolazioni (Pomarance ebbe Sillano; Castelnuovo di Val di Cecina ebbe Sasso e Leccia), il Sasso diventò la frazione più importante di quest’ultimo, ma ben poche funzioni amministrative vi furono decentrate. Ricordiamo inoltre che a Sasso, tra l'800 e il '900, vi ebbero una forte presa i movimenti anarchici, repubblicani e socialisti che contribuirono non poco all'elevazione sociale ed economica della piccola comunità attraverso la costituzione della Società Operaia di Mutuo Soccorso, della Banda Musicale e della Cooperativa, organismi che si affiancarono alla Confraternita di Misericordia, che, sorta in anni precedenti, iniziò l’attività nel 1868. Gli abitanti del Sasso, presi in varie epoche e nei censimenti (1881-1901-2000), risultano, approssimativamente:

anno        1380    1427   1558-62    1833    1847      1881      1901      2000
abitanti     169       118      240          575      770      1390      1657        450

Nessun personaggio di rilievo nazionale o regionale vi abbiamo incontrato se non quelli di poeti, cantastorie, dirigenti d’associazioni del volontariato, dirigenti politici, parroci, la cui fama non ha oltrepassato l'ambito locale.

                                                                                  (continua)        


13 ARCHIVIO DELLA PARROCCHIA DI S. BARTOLOMEO, Sasso Pisano: documenti sciolti; libro della Compagnia della Misericordia (1866-1951); verbali di adunanza della Misericordia (8 agosto 1868 – 27 marzo 1955); Libro per la cronaca della Parrocchia, memorie (1927-1972); ARCHIVIO VESCOVILE DI VOLTERRA: fondo “Opere Pie”, filze I,II,III; Protocollo 1260, beni della Mensa, 1352, c. 41, c. 89, c. 92; visite pastorali: Da Prato (1413-1414, 1421), Adimari (1434), Cavalcanti (1440-1456), Sertori (1540), Nerli (1564-1565), Saracini (1574), Castelli (1576); BOCCI, Sasso Valdicornia, cit., pp. 6-7; O. S. PETRINI, Memoria orale sulle tradizioni religiose a Sasso Pisano (intervista, 13 luglio 1966); GROPPI, Dare qualcosa in cambio di niente…, cit. pp. 71-79.

Nessun commento:

Posta un commento