Scavo B, "Bagnone del Sasso", sito sacro-termale. La "Micene" dell'Alta Val di Cornia.
Castel del Sasso in Val di Cornia: 2000 anni di
“santità (VII)
Un altro altare era dedicato alla Madonna dei dolori o “l’Addolorata”,
che tra tutte era la più venerata al Sasso con numerose svelature per la richiesta o l’ottenimento di grazie13.
I secoli seguenti non registrano avvenimenti di rilievo se non quelli
connessi alla storia industriale dell’estrazione dei minerali borici (allume,
zolfo, vetriolo), minerali legati alle imponenti manifestazioni endogene che
ancora oggi ne caratterizzano i dintorni e che ben più grandiose apparivano
agli albori dello sfruttamento moderno avviato, per opera di Francesco de
Larderel, nel 1832. Nel 1850 la popolazione dello Stabilimento boracifero del
Sasso, sorto a nord-ovest del Castello, aveva raggiunto le 73 unità con 16
operai occupati. Nel 1875 alla ditta De Larderel si affiancò la Ditta A. e G. Fossi,
occupando in breve 40 operai. Nel 1900 gli operai del Sasso raggiunsero le 99
unità per poi diminuire, a 76 unità nel 1912, all'atto dell’unificazione di
tutte le ditte boracifere esistenti, nella "Larderello S.A”. A partire da
questa data inizia un favorevole sviluppo, produttivo ed occupazionale, che porterà
i lavoratori del Sasso, nel 1939,
a raggiungere le 125 unità, di cui 60 utilizzate a
Larderello. Gli antichi lagoni, e il
metodo di sfruttamento delle acque boriche per evaporazione, cedettero il passo
agli innovativi sistemi d’estrazione dei minerali dai fluidi endogeni, e al
Sasso i lagoni passarono dai 12 del
1904, ai 7 del 1910 ed ai 2 del 1920 per scomparire del tutto nel 1932.
Nonostante l'intensificarsi delle trivellazioni del suolo non si trovarono
quantità di vapore sufficienti per avviare la produzione d’energia elettrica e
soltanto il 3 aprile 1943 fu messa in esercizio la prima turbina da 3350 kW.
Fino alla seconda metà del secolo XIX il Sasso, dato il suo isolamento, ebbe
una parziale autonomia, prima sotto il comune di Volterra, poi sotto quello di
Pomarance. Nel 1870, in
virtù di uno scambio di territori tra i comuni di Pomarance e Castelnuovo di
Val di Cecina, scambio approvato dalla maggioranza delle rispettive popolazioni
(Pomarance ebbe Sillano; Castelnuovo di Val di Cecina ebbe Sasso e Leccia), il
Sasso diventò la frazione più importante di quest’ultimo, ma ben poche funzioni
amministrative vi furono decentrate. Ricordiamo inoltre che a Sasso, tra l'800
e il '900, vi ebbero una forte presa i movimenti anarchici, repubblicani e
socialisti che contribuirono non poco all'elevazione sociale ed economica della
piccola comunità attraverso la costituzione della Società Operaia di Mutuo
Soccorso, della Banda Musicale e della Cooperativa, organismi che si
affiancarono alla Confraternita di Misericordia, che, sorta in anni precedenti,
iniziò l’attività nel 1868. Gli abitanti del Sasso, presi in varie epoche e nei
censimenti (1881-1901-2000), risultano, approssimativamente:
anno 1380
1427 1558-62 1833
1847 1881 1901
2000
abitanti 169
118 240 575 770
1390 1657 450
Nessun personaggio di rilievo nazionale o regionale vi abbiamo incontrato
se non quelli di poeti, cantastorie, dirigenti d’associazioni del volontariato,
dirigenti politici, parroci, la cui fama non ha oltrepassato l'ambito locale.
13 ARCHIVIO DELLA PARROCCHIA DI S. BARTOLOMEO, Sasso
Pisano: documenti sciolti; libro della Compagnia della Misericordia
(1866-1951); verbali di adunanza della Misericordia (8 agosto 1868 – 27 marzo
1955); Libro per la cronaca della Parrocchia, memorie (1927-1972); ARCHIVIO
VESCOVILE DI VOLTERRA: fondo “Opere Pie”,
filze I,II,III; Protocollo 1260, beni della Mensa, 1352, c. 41, c. 89, c. 92;
visite pastorali: Da Prato (1413-1414, 1421), Adimari (1434), Cavalcanti
(1440-1456), Sertori (1540), Nerli (1564-1565), Saracini (1574), Castelli
(1576); BOCCI, Sasso Valdicornia, cit.,
pp. 6-7; O. S. PETRINI, Memoria orale
sulle tradizioni religiose a Sasso Pisano (intervista, 13 luglio 1966);
GROPPI, Dare qualcosa in cambio di
niente…, cit. pp. 71-79.
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