sabato 30 novembre 2013


Al Bagnone del Sasso: tiepidi lavacri...con l'acqua termale degli etruschi.

Castel del Sasso in Val di Cornia: 2000 anni di santità (IIX)

Tra le cose più significative da vedere, oltre alle manifestazioni geotermiche nella zona dei Pelaghi, ai vasti castagneti, alle sorgenti termali ed ai lagoni, si segnalano: la struttura architettonica dell'antico Castello longobardo che sorge direttamente sul sasso (calcare massiccio del Lias), nel quale si entra da una porta con sottopassaggio, assai ben munita; i paramenti murari antichi su alcune case nella stradina che dal centro del borgo circonda il Castello e conduce al camposanto; la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo (infelice ingrandimento Ottocentesco, voluto da un prete locale, don Casimirro Trenti, recentemente restaurata). Nella primitiva chiesa castellana (secolo XI-XII), di cui si può vedere quel che resta entrando da una porta all’estremità della navata di sinistra e nel portale esterno a fianco di quello principale, è collocato il quadro d’ignoto pittore locale, datato 1575, commissionato da Iacopo e Camillo di Santi Bartolini, senz’altro benestanti del Sasso: Madonna col bambino e i Santi Bartolomeo e Giovanni Battista, nel quale par riassumersi l'intera vicenda religiosa del paese: il culto per la Madonna, le memorie della Pieve di Commessano e il culto per l'Apostolo San Bartolomeo. La tavola, una tempera di cm. 202x149, è ritenuta copia del pittore volterrano Daniele Ricciarelli per la chiesa d’Ulignano, ma in realtà i riferimenti culturali dell’opera sono assai più originali e complessi. La chiesa del Sasso è ad una sola navata, a croce latina, coperta a volta. Prima della recente ristrutturazione aveva sette altari: l’altare maggiore, dedicato a San Bartolomeo, in marmo, dono dei conti Florestano e Gastone De Larderel; gli altri, erano collocati tre a sinistra e tre a destra. In quelli di sinistra si veneravano: nel primo la Madonna del Rosario, nel secondo il Sacro Cuore, nel terzo l'Addolorata; in quelli di destra: nel primo S. Teresa, nel secondo S. Antonio, nel terzo S. Giuseppe.  Attualmente, dopo i lavori eseguiti nel 1970, sono rimasti tre altari: a sinistra la Madonna del Rosario, a destra S. Giuseppe e al centro l’altare maggiore dedicato al patrono S. Bartolomeo. L’altare donato dai conti Florestano e Gastone De Larderel fu completamente smontato e, in pratica, distrutto per fare posto, come richiedeva la nuova liturgia, ad un tavolo di marmo.

In una continuità temporale lunghissima, che si snoda per quasi due millenni, la “santità” del territorio del Sasso è riconfermata con forza dal grande architetto Giovanni Michelucci (Pistoia, 1891 – Firenze, 1990), con la costruzione, negli anni ’50 del XX secolo, di una chiesa dedicata alla Vergine Maria nel nuovo villaggio residenziale dei dipendenti della “Larderello SpA”. Egli, costruttore di chiese, non era religioso, e soleva ripetere: “Non credo in Dio, ma vorrei credere!” Ad un suo collaboratore nella realizzazione del progetto urbanistico che trasformò Larderello e le fabbriche dell’acido borico, ebbe a scrivere, quasi centenario, queste intense parole:

“…ricambio l’augurio di vivere sereni, lungamente, di quella serenità che io provo, anche se so che il mio indugio sulla terra avrà ormai un tempo limitato: ma questa considerazione non mi turba perché penso e credo che dal momento in cui la vita abbandona il corpo, l’Essere s’immerge nello spazio che è per sua natura stessa conforme a ciò che l’uomo può aver desiderato e desiderare nei momenti più significativi e creativi del suo tempo terreno”.

Michelucci entrò in crisi dopo la costruzione della chiesa di Larderello e più volte dichiarò che “oltre Larderello non sarebbe più potuto andare nell’impostare un edificio geometrico così preciso, perfetto, ricco…”. Con Larderello era avvenuto dentro di lui un qualcosa che lo costringeva a svincolarsi dagli elementi tradizionali per riconquistare, in piena libertà creativa, il senso di murare con fantasia. L’occasione fu colta in quel momento con l’affidamento del progetto della cappella nella modesta zona residenziale, adiacente la centrale elettrica di Sasso Pisano.


                                                                                              (continua)

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