martedì 26 novembre 2013


Piccolo antiquarium etrusco a Sasso Pisano.

Castel del Sasso in Val di Cornia: 2000 anni di “santità (IV)

Proprio al Sasso la leggenda vuole che abbia sostato San Rocco (in quella che da tempi immemorabili è conosciuta come la buca di San Rocco, una grotta naturale che si addentra fin sotto la piazza della chiesa parrocchiale, dov’era l’uscita), curandosi le piaghe con le acque boriche e sulfuree della Troscia, la laguna fumante che fronteggiava il Castello, ancora oggi ricca di sorgenti termali.

Di San Guglielmo l’eremita o da Malavalle, la cui vita leggendaria ci appare come una contaminazione di più episodi tratti da biografie di personaggi diversi (Guglielmo conte di Tolosa, Guglielmo IX conte di Poitou), che fu al Sasso intorno alla metà del sec. XII, restano numerosi riferimenti, in parte sul territorio, in parte su documenti per i diritti di legnatico ed in parte sulle mappe catastali dei secoli XVIII-XIX (l'Abate, il poggetto di San Guglielmo, i castagni di San Guglielmo, i campi di San Guglielmo e il luogo ove San Guglielmo fece penitenza, rustico romitorio di cui emergono dalla macchia appena pochi resti dei muri perimetrali in località Campo d’Agnolo). La chiesa sconsacrata sulla via dei Lagoni, oggi misera capanna che conserva all’esterno una rozza acquasantiera ed all’interno, su un altare barocco, un’immagine illeggibile della Madonna, la cui festa si celebrava l’8 settembre, non è estranea alle memorie di San Guglielmo in quanto, a detta dei più vecchi abitanti del paese, proprio qui, anticamente (forse nei primi anni del secolo XV), fu traslata la sua venerazione, che dovette decadere irrimediabilmente intorno agli ultimi anni del secolo XVIII. Si tratta quasi sicuramente dell’edificio adibito a spedale, che verso la metà del XV secolo possedeva solamente uno mezzo staio di terra: àssene l’anno di fitto soldi cinque; otto castagni: àssene l’anno staia quattro di castagne. Forse tale l’edificio corrisponde all’ospedale di Santa Maria eretto fuori delle mura del Castello a seguito d’una indulgenza del 1372 e dov’era dipinta la Vergine Santissima. Prima di allora l’ospitalità era stata praticata presso la chiesa di S. Guglielmo, dove il Santo aveva fatto penitenza. Don Mario Bocci scrive, in un magistrale articolo apparso sul giornale diocesano di Volterra nel maggio 1972:
«...nel 1622 il pievano Francesco Tabarrini delle Pomarance chiarisce nell’inventario il contenuto di un armadio, parato dentro e serrato con due chiavi. E’ l’armadio delle reliquie. C’è dentro tra l’altro un vaso rotondo di legno dipinto pieno di reliquie di diversi Santi e cioè, due fiaschettine di sangue di martiri, un osso del braccio di S. Silvestro papa, un osso del braccio e uno della gamba di San Guglielmo confessore. E tutte queste reliquie, la mattina del giorno consacrato a San Bartolomeo, si portano a pricissione con quella solennità maggiore che si puole. In altri inventari, di poco più recenti, si segnalano anche due teste con busto di legno e sono dei soliti santi Silvestro e Guglielmo che si dicono relativi a due chiese antiche fuori le mura. Inoltre si precisa che incombe l’onere al Comune per le loro feste, identico come per le altre popolari dei santi Bartolomeo, Ottaviano, Vittore e Rocco. Si precisa ancora che la chiesa possiede “tra quelle reliquie molte altre incognite per non ci essere le polize et per antichità, ma si segnala con precisione una croce d’avorio col crocifisso d’ottone quale si dice che fusse di San Guglielmo”. Nei secoli successivi, “…in chiesa, al posto delle antiche reliquie in venerazione, se ne segnalano altre, dal legno della S. Croce, dal velo della Madonna, dalle ossa dei santi Bartolomeo, Lorenzo e Vincenzo. Certamente ci fu un vescovo fanatico della legge, che fece bruciare quelle vecchie cose come fossero chincaglierie, essendo prive d’autenticità formale, e i busti perché troppo logori e tarliti»10.

                                                                                                          (continua)



10 BOCCI, Sasso Valdicornia, cit., pp. 6-7; id., L’ospitalità di S. Girolamo, in: «Toscana Oggi», dicembre, 1997, p. 9; C. CITTER, (a cura di), Guida agli edifici sacri della Maremma, abbazie, monasteri, pievi e chiese medievali della provincia di Grosseto, Nuova Immagine Editrice, Siena, 1996, pp. 23-35; S. DEL BENE, Sasso Pisano. Storia, visita, chiesa, Santi, Pievi, le Allumiere, dattiloscritto, s.l., 2000, pp. 9; PROVINCIA DI GROSSETO, Viaggio in Maremma nei luoghi di fede, tra le figure e le testimonianze storiche e religiose, cit., pp. 11-30; B. SANTI, (a cura di), Guida storico-artistica alla Maremma, itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine Editrice, 1995, pp. 80-83; M. SARDELLINI, (a cura di), La parrocchia di Sasso, le origini, la storia, gli sviluppi attraverso i secoli, dattiloscritto, Sasso Pisano, 1995, pp. 9.

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