Bollo etrusco al "Bagnone del Sasso".
Castel del Sasso in Val di Cornia: 2000 anni di
“santità (III)
In queste località sembra aver
sostato S. Pietro, evangelizzando ed organizzando primi nuclei di comunità
cristiane dedicati al Santissimo Salvatore. Non è certamente casuale la
costruzione, alla metà del secolo VIII (752-753), di una potente Abbazia
benedettina nella foresta demaniale dei re Longobardi, nei pressi di
Monteverdi, in località Palatiolo
(Palazzuolo), che fin dall’atto di dotazione redatto nel luglio 754 da
Valfredo, figlio di Ratcauso cittadino pisano, fu posta sotto la protezione di
San Pietro ed era immune da qualsiasi dipendenza civile e vescovile. I
vastissimi possedimenti fondiari dell’Abbazia contribuirono a mantenere e
rafforzare la venerazione per S. Pietro in tutto il territorio delle Colline
Metallifere toscane ed anche a CastriNovi
o Castellum Novum de Montanea (Castelnuovo,
Castelnuovo di Montagna, ovvero Castelnuovo di Val di Cecina), prima della fine
del XII secolo, fu fondata a suo nome una nuova chiesa subito fuori le mura, in
località I Canali, chiesa
successivamente scomparsa, al pari del fosso e del ponticello che lo
scavalcava, i cui toponimi non lasciano dubbi interpretativi sui legami
spirituali che univano la comunità locale del SS. Salvatore all’Apostolo
Pietro: fosso di San Pietro, ponte di San Pietro8.
Scrive don Bocci: «…Si
andava a Roma per le vie dell'Apostolo Pietro, che sbarcò a Grado di Pisa,
evangelizzò le zone del basso Valdarno e della Tuscia Marittima, ove ritornò
varie volte fino all'epoca del Quo vadis Domine, che avvenne non a Roma
sull’Appia, ma in località Montalpruno di Bibbona nelle colline del Cecinese.
Queste vie dell’andata, anche se più difficili, furono praticate e vissute, in
epoche diverse, con varie soste penitenziali, da personaggi famosi della
cristianità, come San Guglielmo d'Aquitania e San Rocco di Montpelier…», santi
francesi che percorsero nel medioevo un cammino di pellegrinaggio alle tombe
degli apostoli Pietro e Paolo a Roma. In un interessante documento sulla
leggenda del Quo vadis Domine, don
Giovanni Costagli, parroco di San Martino a La Sassa , scrive: «…il romitaggio del grande S. Guglielmo al Poggio al Pruno intorno all’anno
1150, al tempo del papa Eugenio III, richiama qui numerosi eremiti…e si
diffonde la venerazione popolare verso alcune pietre quali reliquie che
attestano i viaggi di Pietro…nel 1367 anche San Rocco, il classico santo
pellegrino medievale, dimorò per un po’ di tempo nei paraggi…una leggenda
collega La Sassa
ai primi anni del cristianesimo, quando nei boschi di Poggio al Pruno sarebbe
avvenuto l’incontro tra San Pietro e Cristo Redentore. Presso il Botro della
Canonica, in località La Chiesa ,
dove oggi sono visibili alcune rovine parzialmente coperte dalla vegetazione e
dove Pietro si sarebbe rifugiato dalle persecuzioni dei Romani, gli sarebbe
apparso il Redentore il quale gli avrebbe rivolto la famosa frase “Quo vadis?”
Ricevuto l’invito di seguirlo a Roma e di accettare il martirio, Pietro avrebbe
lasciato questi luoghi, dove, a conferma dell’incontro, sarebbe rimasta
l’impronta del piede di Cristo su una pietra, al margine della strada. La
leggenda spiega il particolare culto per il Cristo Redentore che da secoli è
radicato a La Sassa»9.
(continua)
8
M. BOCCI, La devozione a S. Pietro
Apostolo nella città e diocesi, in: «Volterra», a. VI, n. 6, giugno 1967,
pp. 23-26; A. COLLETTI, Cronologia di
Monteverdi Marittimo, dattiloscritto, Monteverdi Marittimo, s.d., pp. 34;
G. GIULIANI, Il monastero di S. Pietro di
Monteverdi dalle origini (sec. VIII) sino alla metà del sec. XIII, Tesi di
laurea, rel. Prof. M. L. Ceccarelli Lemut, Università di Pisa, a.a. 1989-90;
id., Il monastero di S. Pietro in
Palazzuolo, in S. P. P. SCALFATI, (a cura di), L’Abbazia di S. Pietro in Palazzuolo e il Comune di Monteverdi,
Pisa, Pacini, 2000, pp. 9-38; C. GROPPI, Né
latino né tedesco né lombardo né francesco. La Comunità di Castelnuovo
dalle sue origini alla fine del XIII secolo, Volterra, Migliorini, 1996,
pp. 98-99.
9
BOCCI, Sasso Valdicornia, cit., pp. 6-7;
G. COSTAGLI, I luoghi della fede,
Parrocchia S. Martino, La Sassa ,
Oratorio del Redentore, dattiloscritto, 1999, pp. 4; P. DE SIMONIS, Miracoli in Toscana, prodigi, luoghi,
protagonisti, Firenze, Medicea, 1997, pp. 62-64; R. FERRETTI, L’immaginario collettivo sui monti di
Castiglione, il ciclo folklorico di S. Guglielmo, Grosseto, s.e., 1989, p.
14 e sgg.; P. PISANI, Santi, beati e
venerabili nella provincia di Grosseto, Siena, Cantagalli, 1993, pp. 39-45;
PROVINCIA DI GROSSETO, Viaggio in Maremma
nei luoghi di fede, tra le figure e le testimonianze storiche e religiose,
Cassino, La Nuova
Grafica , 1999, pp. 11-30.
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