Lunario dei giorni
d’amore.
Cerco su questo lunario la data della mia nascita: 3
settembre. Ci trovo una cosa che mi piace e che ripropongo come buon auspicio
per il futuro.
Un pizzico di maliziosa e complice segretezza, nel fare
all’amore, è ancora più gustosa d’un piatto di piselli all’aneto: potete
crederlo se a testimoniare è un buongustaio romano: Giuseppe Giachino Belli
(1791-1863), l’autore di quel monumento della poesia ottocentesca che sono i
2279 sonetti (1830-1837 e 1842-1847) in romanesco. Sposatosi per calcolo a
venticinque anni con una ricca vedova, Maria Conti, il Belli, orfano di modeste
origini, beneficiò per ventun’anni dell’agiatezza di lei, che scomparve nel
1837. Cantò dunque d’amore, ma non certo in chiave autobiografica.
Er segréto.
Ner fà a l’amore un goccio de segreto
quanto è ggustoso nun potete crede.
Più assai der testamento pe un erede,
più assai de li piselli co l’aneto.
Fàsse l’occhietto, stuzzicasse er piede,
toccasse la manina pe ddereto,
spasseggià ppe li tetti e pp’er canneto,
mentre er prossimo tuo sta in bona fede;
dasse li rigaletti a la sordina,
annà scarzi e a ttastone a mmezza notte,
eppoi fàcce l’indiani la matina…
Io vorìa chiede a le perzone dotte
Per che mmotivo quer passa-e-ccammina
E cquele furberie sò accusì jjotte.
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