Centrale geotermoelettrica di Castelnuovo Val di Cecina, costruita anni '40, in fase di revisione.
Geotermia, un frammento di stelle lontane (IV).
Uberto Hoefer e Paolo Mascagni.
Epidemie
e guerre si avvicendano per circa due secoli lasciando nella miseria e
nell'abbandono la vasta contrada. Solo con l'illuminismo e la ripresa degli
studi scientifici su scala europea nel XVIII secolo, cominciano a diffondersi
le relazioni dei viaggi di medici e geografi incaricati di mettere in evidenza le principali risorse
naturali del territorio del Granducato di Toscana. Con la pubblicazione, nella
seconda metà del XVIII secolo, delle relazioni dei viaggi compiuti a partire
dal 1742 dal naturalista Giovanni Targioni Tozzetti (Firenze, 1712 - 1783),
l'isolamento è rotto e negli ambienti scientifici e imprenditoriali si
accenderà di nuovo l'interesse per i minerali contenuti nelle acque dei
"lagoni" toscani[1].
In questo fervore di
studi e sperimentazioni esce a Firenze, nel 1778, presso la Stamperia
Granducale per i tipi di Gaetano Cambiagi, la celebre "Memoria sopra il Sal Sedativo della Toscana,
e del Borace che se ne forma", del chimico Uberto Francesco Hoefer (?
Koln, 1720 - ? Wien, 1795), memoria destinata ad avviare una delle industrie
più originali esistenti al mondo[2].
Le
due traduzioni, in lingua francese (1779), e tedesca (1781), assicurarono al
signor Hoefer, Direttore delle farmacie del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo
I e membro dell'Accademia delle Scienze di Siena e della Società Botanica di
Firenze (confluita poi nella più celebre Accademia dei Georgofili), una
grandissima fama che tuttavia nessuna luce riuscirà a gettare sulla sua
biografia[3].
Hoefer giunge quasi "casualmente" alla scoperta dell'acido borico
(allora chiamato "Sale Sedativo o
dell'Hombergio"), distillando e analizzando più volte le acque
prelevate da due "lagoni", a Monterotondo e a Castelnuovo, tra
l'autunno 1777 e la primavera 1778[4].
Appena un anno più tardi, Paolo Mascagni, insigne anatomico dell'Università di
Siena, (Pomarance, 1755 - Castelletto Mascagni, 1815), mosso dall'interesse
scientifico per la storia naturale e incuriosito "dalla celebre scoperta del Sal Sedativo fatta dal chimico sig. Uberto
Hoefer", si reca ai "lagoni"
di Castelnuovo accertando la presenza dell'acido borico nelle concrezioni lasciate
sul terreno dalla secolare circolazione delle acque geotermiche[5].
L'otto maggio 1799 Paolo Mascagni pubblica un'altra memoria "la quale ha grandissima importanza, perchè
in essa vengono tracciate le linee per l'industria dell'ottenimento dell'acido
borico e della preparazione del borace", fino alla descrizione dei
procedimenti per realizzare "lagoni
artificiali" e delle iniziative necessarie per la commercializzazione
dei prodotti ottenuti[6].
Se
il merito della "casuale scoperta” dell'acido borico nei "lagoni" deve essere attribuito
all'Hoefer, al Mascagni si deve riconoscere la geniale idea, a lungo elaborata,
dell'estrazione dell'acido borico, della preparazione del borace (attività che
dopo venti anni dalla scoperta dell'Hoefer non era stata ancora intrapresa), e
delle possibili utilizzazioni del vapore stesso dei soffioni, come sorgente
energetica. Di fronte al perdurare di una così lunga e inspiegabile inerzia
imprenditoriale, Paolo Mascagni, nel 1810, al tempo del Governo napoleonico in
Toscana, è incoraggiato a prendere il brevetto di privativa per la preparazione
del borace attraverso l'estrazione dell'acido borico dai "lagoni"[7].
Tuttavia, data l'esiguità delle risorse economiche possedute, non essendo stato
in grado di costituire una Ditta o Società, i suoi tentativi rimasero
infruttuosi. Né si deve dimenticare che Mascagni, nonostante la fama
derivantegli dagli studi sui "vasi
linfatici" e le due cattedre all'ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova[8],
subì l'arresto e la prigione per aver professato idee "giacobine" e
anticlericali e che, quindi, non godeva certamente di alcun appoggio e
protezione presso il governo reazionario della Toscana di Ferdinando III,
susseguente il breve periodo della dominazione francese.
L'età dei pionieri.
[1] G. TARGIONI-TOZZETTI, Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per
osservare le produzioni naturali e gli antichi monumenti di essa, Stamperia
Granducale, Firenze, 1768-1779, voll. XII.
[2] R. NASINI, I
soffioni e i lagoni della Toscana, cit., p. 69 e seg.; AA.VV., Enciclopedia Europea Garzanti, cit., vol. II, pp. 462;
482-483: "Borace, sale sodico
dell'acido tetraborico (Na2B4O7 10H2O) che per riscaldamento perde acqua. Il borace si isola da alcuni
borati (di sodio, di calcio e di potassio) e da terreni boracici che si trovano
presso i grandi laghi salati; in Italia è presente nei soffioni boraciferi di
Larderello. Boro, elemento chimico assai difficile da ottenere allo stato elementare
puro. Non esiste libero in natura; i suoi principali minerali sono il
"borace" e la "kernite" (Na2B4O7 4H2O). Si trova come acido
ortoborico (H3BO3 in emanazioni vulcaniche (famosi, sotto questo aspetto, i
soffioni boraciferi di Larderello). I più ricchi giacimenti di minerali di boro
si trovano in California e Turchia".
[3] R. NASINI,
I soffioni e i lagoni della Toscana, cit., p. 79 e seg.
[4] id., cit., pp. 73-75; D. LENZI, P.L. PELLEGRINI,
L'industria borica in Toscana e in
California, (L'epoca dei pionieri), xerocopie, pp. 1-15, 1962; G. GINORI CONTI, I progressi scientifico-tecnici realizzati
a Larderello nel 1° decennio di regime fascista, Roma, 1933, pp. 1-79.
[5] P. MASCAGNI, Dei
Lagoni del senese e del volterrano, commentario di Paolo Mascagni al signor
Francesco Caluri, professore nella regia Università di Siena, Stamperia di
Vinc. Pazzini Carli e Figli, Siena, 1779, pp. 8-9 e seg; G. FANFANI, Un pomarancino illustre: Paolo Mascagni,
in "La Comunità
di Pomarance", n. 1, 1997, pp. 15-17; F. VANNOZZI, La scienza illuminata, Paolo Mascagni nel suo tempo (1755-1815),
Nuova Immagine Editrice, Siena, 1996, pp. 37-46.
[6] R. NASINI, I
soffioni e i lagoni della Toscana, cit., pp. 97-109.
[7] R.
NASINI, I
soffioni e i lagoni della Toscana, cit., pp. 109-110.
[8] C. GROPPI,
Uberto Hoefer e Paolo Mascagni: il secolo
dei lumi. La Comunità
di Castelnuovo dagli inizi del XVI secolo alla scoperta dell'acido borico nei
lagoni, mns. inedito; T. BOCCI, P. MAZZINGHI, I Soffioni boraciferi di Larderello, Ed. La Magione , Poggibonsi, 1994,
p. 45.
[9] F. DE
LARDEREL, Risposta del conte cav. priore Francesco de Larderel alle osservazioni
fatte dal dott. Giuseppe Guerrazzi intorno ai rapporti sulla Maremma Volterrana
pubblicati dal cav. Lapo de' Ricci, Firenze, 1837; G.E. FRANCESCHINI, (a
cura) Lo statuto del Comune di
Monterotondo Marittimo (1578), Il Leccio, Siena, 1997, p. 136.
[10] R. NASINI, I
soffioni e i lagoni della Toscana, cit., pp. 110-111; G. GUERRAZZI, Sui lavori riguardanti l'estrazioni e
l'applicazioni dell'acido borico dei così detti Lagoni del Volterrano e del
Senese, in "Atti dell'Accademia dei Georgofili", vol. I, Firenze,
1818.
[11] R. NASINI, I
soffioni e i lagoni della Toscana, cit., p. 111.
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