CARLO GROPPI
Un frammento di stelle lontane…
Larderello, geotermia,
dagli Etruschi all’alba del terzo millennio
SINTESI
STORICA DI UNA ORIGINALE INDUSTRIA ITALIANA:
DALLE
PRIME UTILIZZAZIONI TERMALI,
ALL'ESTRAZIONE
DELL'ALLUME, DELLO ZOLFO E DEL VETRIOLO IN ETA' MEDIEVALE,
ALLA
SCOPERTA DELL'ACIDO BORICO NELLE ACQUE DEI LAGONI,
ALLO
SVILUPPO DELLE ATTIVITA' CHIMICHE
AL
TEMPO DI FRANCESCO DE LARDEREL,
FINO
ALLE APPLICAZIONI DEL VAPORE ENDOGENO PER PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA.
LE
"NUOVE FRONTIERE" DELLA GEOTERMIA NEL TERZO MILLENNIO.
Il disco
solare che incendia volando lo spazio
prima
non c'era,
il mare
il cielo la terra l'aria le stelle
non
c'erano: neppure una cosa di queste
che sono
nel mondo. Ma un turbine informe
batteva
il vuoto degli atomi, ne urtava
l'intreccio
i colpi i pesi i moti compatti:
come
guerra discorde corpi sbandati
mischiava
chiudeva le soste le vie
a
impossibili eventi: finché
da quel
turbine irruppe una massa distinta
e il
mondo si aperse:
il cielo
si alzò sulla terra, il mare
si
estese disciolto dagli atomi d'acqua,
i fuochi
fissarono in alto i muti splendori.
(Lucrezio,
De rerum natura, V, 432-448)
UN
FRAMMENTO DI STELLE LONTANE[1]
Introduzione.
Larderello[2]
e la cosiddetta "Regione Boracifera"[3]
si trovano nell'area delle Colline Metallifere, in Toscana, tra la Maremma e le valli dei
fiumi Cecina, Cornia e Merse, un territorio a cavallo delle province di Pisa,
Grosseto e Siena. Scomparse quasi del tutto le manifestazioni geotermiche
naturali[4],
il vapore endogeno viene estratto da giacimenti profondi mediante trivellazioni
del suolo e trasportato con apposite tubazioni ("vapordotti") alle centrali elettriche dell’Enel e ad altri
impianti industriali e civili.
Agli
occhi del moderno viaggiatore il complesso industriale e residenziale di
Larderello si presenta superbo, nella sua modernità architettonica ed
impiantistica (quasi inaspettatamente stante l'asprezza dell'ambiente naturale
che lo circonda), e talvolta avveniristico per le soluzioni di impatto ambientale
adottate.
Naturalmente
lo stesso viaggiatore non potrà rendersi immediatamente conto delle sofisticate
tecnologie che sottintendono al processo produttivo e che seguono, nel suo
fantastico cammino, la piccolissima goccia di pioggia che scende (in un ciclo
"rinnovabile" della durata
di circa 30 anni), nel sottosuolo fino ad incontrare il flusso di calore emesso
dall'intrusione magmatica attiva (un vulcano rimasto sepolto a 8-10 Km . di profondità). E' in
profondità che si è costituito, in tempi geologici, il "giacimento" geotermico
pressurizzato, giacimento individuato e successivamente coltivato ed è in
profondità che avviene lo scambio termico tra l’intrusione magmatica e le rocce
calde con l’acqua meteorica infiltrata nel sottosuolo o con quella immessavi
artificialmente attraverso la “reiniezione”.
Il minerale, nel nostro caso "vapore
endogeno", viene trasportato ed utilizzato in impianti generatori di energia elettrica, con la restituzione, al
giacimento stesso, della parte condensata del fluido geotermico.
Alta
tecnologia informatica di teleconduzione delle centrali elettriche, sofisticate
procedure per i controlli geochimici e fisici dei fluidi geotermici e dell'ambiente,
collaborazione con prestigiosi Istituti di Ricerca su scala mondiale, esportazione
di conoscenze ed assistenza internazionale, fanno dell'attività geotermica,
gestita dall’ Enel, uno dei settori industriali più originali e avanzati
d'Italia.
Come
per la piccola goccia di pioggia, il cammino per raggiungere questo traguardo è
stato lungo e difficile. Esso rappresenta il sogno stesso dell'uomo, nel suo
processo di crescita e di emancipazione dal caso e dal bisogno, sogno di
civiltà per comprendere e dominare le forze brute della natura. Crescita non
solo materiale, ma spirituale, alla ricerca del mistero dell'universo e del
mistero della vita. Alla ricerca di quel frammento di stelle lontane, di
quell'infinito che, nelle scienze della terra e nel cosmo trova i suoi epigoni.
La conoscenza e
l'utilizzazione del fenomeno geotermico e delle sostanze chimiche ad esso
legate risale ad oltre tre millenni. Migliaia di anni di civiltà, di lavoro, di
intelligenza, di lotte e di fatica, di cui gli abitanti della "Regione Boracifera" vanno
giustamente fieri. E' un patrimonio culturale che appartiene all'Italia e, in
larga misura, a tutta l'umanità. Auguri alla geotermia del "terzo
millennio"!
Nel
vasto panorama delle pubblicazioni che hanno contrassegnato il cammino storico,
scientifico, tecnologico dell'utilizzazione industriale del calore interno
della terra, con particolare riferimento a quelle inerenti le vicende delle
aree geotermiche toscane e di Larderello, manca, a nostro avviso, una sintesi
che, rapidamente, esaurientemente e correttamente, offra le informazioni di
base capaci di consentire un non superficiale approccio con il tema. E' dunque
un atto di amore quello che compiamo con umile e tenace pazienza, sperando di
aiutare quanti si accingeranno, per studio o per curiosità, ad entrare
nell'affascinante, e per molti versi non indagato, universo geotermico. Per la
sua vastità il nostro lavoro non sarà esente da errori, tuttavia lo riteniamo
tra i più moderni e criticamente correlato ai più importanti studi e ricerche
apparsi sull'argomento, a partire da quelli medievali di Enrico Fiumi, per
giungere a quelli settecenteschi di Hoefer e Mascagni, a quelli ottocenteschi
dei soci dell'Accademia dei Georgofili di Firenze, fino agli studiosi
dell'Università di Pisa: Meneghini, De Stefani, Lotti, Nasini ed agli autori contemporanei
(Piero e Giovanni Ginori Conti, Sborgi, Pellegrini, Gallori, Burgassi, Cataldi,
Frattarelli-Fischer, Alinari, Fanfani, Bocci, Mazzinghi...). In esso, infine,
trovano posto molte intuizioni delle innumerevoli tesi di laurea che hanno
studiato il fenomeno geotermico e la realtà di Larderello da molteplici e
differenti angolazioni e pubblicazioni tecniche della “Larderello SpA” e
dell’ENEL.
Il mitico fiume Lynceus.
Circa 12 milioni di anni or sono l'Oreopithecus
Bambolii, un preominide, correva nella grande selva delle terre emerse di
Maremma e si inoltrava nell'alta valle del fiume caldo Lynceus (l'attuale fiume
Cornia), le cui acque di natura geotermica scorrevano dalle sorgenti fino al
mare[5].
Successivamente, gruppi umani organizzati, in età che va dal musteriano al
neolitico (35.000-70.000 a .C.),
si avvicendarono sulle Colline Metallifere e notevoli stazioni preistoriche vi
sono state localizzate con il loro corredo di utensili e armi di pietra e selce[6].
Dalle scarse presenze dell'età del
[1] G. MARINELLI, (a cura) Larderello alle origini
dell'energia geotermica, Alinari, Firenze, 1990, pp. 11-12: "Probabilmente la terra non è mai stata una
sfera incandescente ed il calore che si trova nella sua parte interna deriva
dal decadimento degli elementi radioattivi contenuti nelle rocce". Ci
è piaciuto tuttavia far riferimento alle "stelle lontane", non solo
come immagine poetica, ma come appartenenza della geotermia e, quindi, della
Terra, all'energia cosmica dell'universo, quindi al sistema galattico infinito.
[2] AA.VV., Enciclopedia
Europea Garzanti, Milano, voll. XII, 1976, vol. VI, pp. 707-708: "Centro industriale della Toscana, in
provincia di Pisa (frazione del comune di Pomarance), nel bacino del fiume
Cecina. Le sue attività si basano sullo sfruttamento dei soffioni boraciferi".
[3] A. MAZZONI, I
soffioni boraciferi toscani e gli impianti della "Larderello, seconda
ediz. aggiornata ed ampliata, Bologna, 1951, pp. 7-8: "per "Regione Boracifera" si
intende una vasta area di oltre 200 Kmq. di superficie nell'alta Maremma
toscana ove sono localizzate manifestazioni pseudo-vulcaniche dei soffioni e
lagoni".
[4] F. TONANI, Geotermia,
in AA.VV,.”Enciclopedia della Chimica",
vol. VI, Uses, Ed. Scientifiche, Firenze, sd., pp. 93-104: "Con geotermia si indica l'insieme delle
attività e delle conoscenze sviluppate al fine di sfruttare l'energia geotermica. L'energia geotermica è l'energia
termica terrestre che può essere utilizzata per produrre elettricità, lavoro
meccanico, calore. Oggi essa è limitata allo sfruttamento di una parte del
calore terrestre. Quando la tecnologia aprirà l'accesso alle enormi quantità di
energia termica immagazzinata ad alta temperatura a profondità in linea di
principio accessibili (ad esempio, entro i 10 Km .), l'energia geotermica
potrà diventare di importanza sostanziale per l'umanità"; C. GROPPI, Appunti documentativi delle attività
connesse allo sfruttamento dell'energia geotermica, dts., 1979, p. 2:
"…una grande quantità di energia,
sotto forma di calore, è immagazzinata nei primi dieci chilometri della
superficie terrestre. La maggior parte di questa energia si trova in forma
troppo dispersa per poter essere sfruttata industrialmente. In alcune aree,
però, l'energia della terra si presenta in forme concentrate. Queste aree,
costituiscono le fasce di debolezza crostale del pianeta. In esse si
verificano, attualmente, con maggiore frequenza, i fenomeni di magmatismo (con
o senza effusione) ed una intensa attività tettonica. Esse sono anche le aree
dove il flusso di calore raggiunge valori 10-20 volte superiori a quello medio
terrestre e dove si hanno una serie di manifestazioni superficiali spontanee
del calore rappresentate da fumarole, putizze, geyser, lagoni e soffioni. Molte
di queste aree costituiscono, per altro, anche le zone dove sono localizzati i
serbatoi geotermici conosciuti e dove vengono concentrate le ricerche per
reperirne ulteriori"; G. CELLO, La
localizzazione delle fonti di energia geotermica, in ENEL, “Rassegna Tecnica di problemi dell'energia
elettrica", a. XXV, fsc. 5, sett.-ott. 1977.
[5] C. GROPPI, Né
latino né tedesco né lombardo né francesco, la Comunità di Castelnuovo
dalle origini alla fine del XIII secolo, Migliorini, Volterra, 1996, pp.
15-16; P. BERTELLI, M. MORETTI, Il
Cornia, viaggio su un piccolo fiume, Pontedera, 1986, pp. 9-10.
[6] C. GROPPI, Né
latino né tedesco..., cit., p. 16; A. GALIBERTI, Stazioni preistoriche all'aperto nelle province di Grosseto e Livorno,
in "Rivista di Scienze Preistoriche",
XXV, fsc. 1, 1970; F. MINELLONO, Riparo
di Vado all’Arancio. Un microcosmo del paleolitico superiore nell’Alta Maremma,
Firenze, 2002.
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