domenica 27 gennaio 2019










Tempus edax rerum – O tempo, divoratore delle cose.

Oggi, 27 gennaio, è il triste giorno dedicato alla memoria della Shoah. La tardiva conoscenza e pentimento di interi popoli e nazioni del piano di annientamento e cancellazione degli ebrei messo in atto a partire dagli anni  ’30 del Novecento, dai nazisti e dai fascisti, di Hitler e Mussolini, e da molti loro più o meno complici, in Europa e in altri Continenti. E’ importante quel detto  che “la memoria diminuisce se non la si esercita”, ma è altrettanto vero  che “il tempo è divoratore delle cose”. Sono consapevole e convinto che con la definitiva scomparsa degli ultimi sopravvissuti, la memoria della Shoah, sarà sempre più confinata in strumenti elettronici, i luoghi lentamente corrosi e cancellati, oppure, tra mille o duemila anni, oggetto di gite turistiche. Se, allora, la specie homo, esisterà ancora o non sarà annientata dagli strumenti di distruzione totale che lui stesso ha fabbricato e moltiplicato su tutto il pianeta. Ma oggi, benché ottuagenario, un filo sottile eppur resistente, mi sostiene nel ricordo. E’ un filo legato all’esperienza diretta della mia vita, per questo ancora forte. E questo filo ho cercato di trasfonderlo in poesia, immagini, amore, conoscenza, sia dei luoghi simbolo della Shoah, sia di quelli meno conosciuti, ma a me vicini, come Roccatederighi e i bambini che da questo “lager” nostrano furono deportati ad Auschwitz senza più far ritorno: Franca, Enzo, Gigliola, Regina, Mary, Edita, Hans, Walter, Mosè... Mi onoro di essere stato accolto nell’Associazione “Figli della Shoah” e di aver raccolto molte memorie di quei tempi oscuri. Ad altri portare questa fiammella per illuminare la via.

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