giovedì 27 dicembre 2018









Rimpiattarello

Nascondermi è sempre stato
Il preferito gioco,  lo pratico ora che son vecchio
e l’amavo da bambino, allora i vicoli e le piazzette
pulsavano di vita, le fioche lampadine
erano complici, e gli anditi bui i più ambiti.

Quando  il cercatore finiva la conta, con ritornello
ventuno, nel mondo non c’è più nessuno,
chi al Chiassino, chi per San Martino,
chi alla Posta Vecchia e chi in Piazza Padella,
nascosti si stava, sempre più vicini
alla nostra bella! 

Le carni non vestivano corazze,
ma l’innocenza non ne aveva bisogno,
ci bastava un balenar d’occhi fulgenti,
un sorriso sul biancor dei denti,
e la finta paura, che frementi ci stringeva!

Percorro solitario Borgo e Castello,
la Porta Santa, il Poggetto e il Caratello,
non una voce, un suono, né il miagolio
di una gatto o l’abbaiar di un cane,
soltanto da qualche parte
parole sconosciute, qualche panno teso
che sbatte sulla canna, e un refolo di vento
disperato. 

Nascondo la mia pena,
sarei ridicolo e deriso dall’insulsa genia
che invade il mondo.

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