venerdì 26 maggio 2017




Ricordi di  donne  e di una rarità filatelica.
Sera calda di fine maggio. Incontro nel giardino di Piazza Matteotti, R.R., un ex collega della Larderello SpA, poi nazionalizzata nell’ENEL nel 1963, anch’esso in pensione da una ventina di anni. Suo padre è stato il Capo delle Officine della “Larderello”. R.R. aveva un fratello, A.R., con il quale ero in amicizia, un appassionato collezionista ed esperto in “marche da bollo”, che conquistò un prestigioso premio ad una Esposizione Mondiale di Filatelia, credo ad Helsinki negli anni ’80, e mi regalò alcune rare marche che aveva doppie, ma, soprattutto, un  blocco prova di stampa, emesso dai nazisti per il solo uso postale degli ebrei che transitavano nel Campo di Terezin, in Boemia, prima di essere avviati ad Auschwitz. Un pezzo molto raro.
A.R. morì ancora giovane per una grave malattia ed io provai un grande dolore. Anche R.R. aveva l’hobby del collezionismo, soprattutto per i libri, riviste, foto, cimeli sulla Seconda Guerra Mondiale, come pure per la storia di Larderello, comprese  stampe, fotografie e lettere. La sua sorprendente memoria  mi stupiva quando a distanza di decenni ricordava esattamente i numeri di targa delle auto  di ex colleghi, come pure date di nascita e di morte , di matrimonio, di una moltitudine di persone. Aveva fatto le scuole tecniche a Livorno ed era impiegato alla Larderello, disegnatore meccanico, poi nel Settore Amministrativo.

Ci siamo messi a parlare delle persone che avevamo conosciuto in fabbrica, dagli anni ’50 agli anni ’80, soprattutto delle donne. Chi era la più bella tra i circa duemila dipendenti, dei quali un centinaio donne? Abbiamo convenuto che la più bella era IB. IB era fidanzata con un giovane che morì tuffandosi in mare e sbattendo la testa contro uno scoglio. Dopo un po’ di tempo si fidanzò e sposò un nostro amico e collega, un disegnatore e collezionista di francobolli. Mi ricordo di averla vista in costume sulla spiaggia di Cecina, credo potesse stare alla pari con le dive americane!  Da Larderello si trasferirono a Pisa e successivamente a Firenze. Adesso son morti. Ma ti ricordi di M. F. la figlia del Capo delle Guardie? Anche lei era bellissima! Si, bella e sfortunata. Sposò il figlio del Capo delle Perforazioni, ingegner C., Carlo, laureato in medicina a Pisa: si ammalò e visse un po’ su una seggiola a rotelle, la seguì poco dopo il marito. Certo una famiglia sfortunata perché anche A., la sorella di M., era morta non ancora ventenne, anche lei bella e campionessa di tennis da tavolo. Naturalmente non erano le sole a possedere il dono della bellezza, e all’infilata ne abbiamo ricordate altre, come L., MP., K., MS. Invece, nell’ufficio dove entrai  io nel febbraio 1956  c’erano solo due donne di mezza età, una elegante ma bruttina, che, si mormorava, fosse l’amante di uno dei nostri Capi, e che non dava confidenza a nessuno; e un’altra, molto trasandata, che possedeva il dono di sentire i fluidi sotterranei, una rabdomante che veniva utilizzata per le ricerche del vapore.  Quando era in ufficio si rannicchiava dietro ad un tecnigrafo a pregare immagini sacre!  Un mondo scomparso e irripetibile, o quasi. 

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