martedì 18 giugno 2013




Lezione sul possesso.

M’inchino a un ramo
di rose nel primo mattino,
non lo farei ad un Re!
Seguo della tortora il volo
sullo svettante cipresso
e mi soffermo a mangiar
ciliegie piccole ed amare
sulla proda di via giusti,
c’è un solo bambino
nella strada, lo conosco,
timido s’avvicina:
<Chi è il padrone del ciliegio?>
<Tutti e nessuno> gli rispondo!
<Anche mio?> <Si,
anche tuo, perché il seme
lo portò il vento,
la pioggia, il sole e
il raspaticcio dei merli
l’hanno fatto crescere
così alto e snello!
Soltanto mi raccomando,
non rompere i suoi rami,
sii gentile con picciòli e
foglie, proteggi i nidi
che sugli alti rami
ci regalano il canto>.
Lui assaggia i frutti e dice
<Sono un po’ aspri!>
<Si, vedi, devono diventar
neri, ma t’assicuro che
ci verrà ben la marmellata,
tra qualche giorno.
Se ritorni, insieme
li coglieremo, faremo
a metà!>
Lui ci stà, e se ne va contento

di questa inaspettata “proprietà”!.

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