martedì 28 gennaio 2014


Rudolf soldato in Inghilterra.
e Carlo alla Sinagoga di Plzen,
Grazia con Jaroslava Fialkova, moglie di Rudolf


Ricordo di un grande amico: Rudolf Löwy.

Rudolf Löwy nasce il 14 novembre 1918 nella città boema di Plzen, da Moric e Berta Sommer, entrambi discendenti di antiche famiglie della numerosa comunità ebraica dell’Europa Centrale. I genitori avevano raggiunto una discreta agiatezza attraverso il commercio all’ingrosso di prodotti alimentari; nel loro fornito emporio in Piazza Kramarovy 19 si potevano acquistare eccellenti merci coloniali d’importazione tra cui thè, caffè e agrumi. Militante fin dalla prima adolescenza del movimento patriottico democratico scautistico fondato da Hanus Adel (Praha, 1905 – Auschwitz, 1944), membro dell’8° Gruppo ebraico della Sezione giovanile dell’associazione ginnica Makabi e del club ebraico di nuoto di Plzen, Rudolf compie gli studi al Liceo Regio cittadino ottenendo la maturità nella scuola superiore di economia. Dopo la maturità, nell’autunno del 1937, si iscrive alla Facoltà di Agraria. Nel maggio 1938 si profila minaccioso il primo tentativo nazista di invasione della Cecoslovacchia e il Presidente della giovane repubblica democratica, Eduard Benes, proclama la mobilitazione generale. Anche Rudolf, studente universitario, è costretto ad interrompere gli studi per arruolarsi nell’esercito. Scongiurata momentaneamente l’invasione, la crisi scoppia nell’autunno a seguito del tradimento di Inghilterra e Francia, nazioni amiche della Cecoslovacchia, che a Monaco lasciano mano libera ad Hitler di annettere al Reich il territorio dei “Sudeti”, abitato dalla “minoranza” di lingua tedesca. Il 10 ottobre 1938 i soldati tedeschi occupano la regione mentre l’esercito cecoslovacco è costretto ad una lenta smobilitazione. Il 15 marzo 1939 i soldati tedeschi invadono la Boemia e nello stesso giorno Hitler dichiara la nascita del “Protettorato di Boemia e Moravia” e l’entrata in vigore delle leggi germaniche. Gli Ufficiali cechi sono immediatamente sostituiti da quelli nazisti mentre si avvia la confisca dei beni mobili ed immobili degli ebrei. Il 30 marzo 1939, Rudolf, insieme a molti altri giovani amici, tra i quali alcuni ebrei di Plzen: i fratelli Otto e Rudolf Kohnovi, Hanus Beck, Rudolf Korper, Pavel Novak, Egon Beck ed il fratello maggiore, Oskar Löwy, riesce a salire sull’ultimo treno in partenza per Londra, poco prima della chiusura delle frontiere. Al suo arrivo a Londra è preso in custodia dal “Czech Refugee Trust Fund” e trasferito, come operaio agricolo, in una fattoria dove rimane fino all’autunno del 1941, data del suo arruolamento volontario nella 1^ Brigata dell’Armata cecoslovacca, costituita nell’ottobre 1940 ed acquartierata a Cholmondeley, Malpas, Cheshire. Dopo una lunga fase di addestramento, che Rudolf alterna al lavoro agricolo, giunge il tanto atteso “D-Day”, “Operazione Overlord” e il 7 giugno 1944 sbarca in Normandia con le divisioni di fanteria della Seconda armata britannica del generale Miles Dempsey, combattendo sempre in prima linea con l’Armata Ceca agli ordini dei generali Alois Liska e Karel Krapalec, le battaglie di Francia, Belgio e Germania. Nel corso della guerra raggiunge il grado di sottufficiale con quattro stellette dell'artiglieria da campo; è ferito, e per ben tre volte è decorato al valore tra i patrioti artefici della Liberazione della Cecoslovacchia. Ma la sua gioia più immensa è quella di ritornare finalmente, da liberatore, nella sua patria entrando a Plzen l'8 maggio 1945 con un piccolo contingente scelto di cechi insieme alla II Divisione americana di fanteria del III° Corpo d'Armata del generale George Patton. A Plzen tenta subito di mettersi in contatto con i parenti, ma invano. Cerca i genitori, il fratello e gli altri familiari, in ogni luogo, scoprendo infine la tragica verità: tutta la sua famiglia (Moric Löwy, Berta Löwyova, Vilem Löwy, Anna Löwyova, Leo Löwy, Marie Löwyova, Helenka Löwyova), è stata deportata dai nazisti in un campo di concentramento, prima a Tabor, poi a Terezin, infine ad Auschwitz e risulta sterminata insieme ad altri milioni di ebrei. Alcuni cugini ed amici di scuola che hanno fatto in tempo a fuggire prima dell'occupazione tedesca, sono emigrati in Ecuador, negli Stati Uniti ed in Palestina. Al suo ritorno in patria amministra per un breve periodo i beni paterni in Kunejovice, insieme a quelli di altre aziende agricole. Infatti le proprietà, mai restituite e delle quali risulta difficile dimostrare i diritti legali stante la sistematica distruzione e dispersione di archivi e documenti, sono passate, con la nazionalizzazione, in mano allo Stato. A Plzen incontra una giovanissima ragazza, Jaroslava Fialkova, che nel 1948 diventerà sua moglie. A seguito del colpo di stato comunista del febbraio 1948 e nel cupo periodo delle persecuzioni staliniane, è indagato per aver combattuto nell'esercito di Liberazione ceco in Occidente. Altri suoi amici , il fratello Oskar ed il cugino Edmund Layton, emigrano in Israele, Stati Uniti, Australia. Nonostante il diploma in agraria, la grande cultura umanistica, la conoscenza delle principali lingue straniere e una convinta adesione alle linee politiche socialdemocratiche, trova soltanto un lavoro da manovale prima nelle miniere di uranio di Jachmov e, successivamente, in un mulino, guidando camion e caricando e scaricando farina (sarà a causa di questi lavori durissimi che contrarrà la disfunzione cardiaca che lo condurrà alla morte). Con molta cautela, se non in segreto, dedica la sua vita alla raccolta di documenti sulla deportazione degli ebrei dalla Boemia Occidentale, al censimento dei cimiteri ebraici, alla collaborazione con l'Archivio Yad Vashem di Gerusalemme e, dopo il 1989, alla conservazione della Sinagoga di Plzen, una delle più grandi del mondo, semidistrutta e chiusa dalle autorità naziste e lasciata praticamente inagibile, nel più completo abbandono, da quelle comuniste. Dal 1962, per fortuite circostanze, abbiamo iniziato una fitta corrispondenza, corrispondenza che si è trasformata rapidamente in una grande amicizia tra le nostre famiglie dando luogo ad una collaborazione, fitta di molti incontri, che è stata interrotta soltanto dalla sua morte, avvenuta a Plzen il 23 febbraio 1994. Memorabile rimarrà l'incontro dell'agosto 1979 a Firenze tra i grandi amici Rudolf e Pavel Novak, un ingegnere ebreo, comunista, ex combattente nell'Armata cecoslovacca, che dal 1968 si era rifugiato in Inghilterra (per sfuggire alla repressione scatenata a seguito della "Primavera di Praga" da Husak per conto dei russi), insegnando ingegneria civile ed idraulica all'università di Newcastle. Attraverso Rudolf, Edmund e il figlio Jirì, sono venuto a contatto col mondo delle comunità ebraiche dell'Europa centrale, con la loro cultura e con la loro immensa tragedia. Ai funerali solenni di Rudolf, celebrati il 3 marzo 1994 nel cimitero ebraico di Plzen, ha partecipato il Rabbino di Londra, Andrew Goldstein, che ha pronunciato l'orazione funebre davanti ad oltre un migliaio di persone. Dopo la rivoluzione di velluto del 1989 Rudolf era stato pienamente riabilitato, le proprietà in parte restituite ed il suo impegno principale si era rivolto al censimento, restauro e riapertura dei cimiteri ebraici ed al complesso restauro della grande Sinagoga di Plzen. Il 22 agosto 1994, a pochi mesi dalla sua morte, il Magistrato della Comunità ebraica della città di Plzen dichiarò costituita la "Fondazione Rudolf Löwy per il recupero della Sinagoga di Plzen". Anche attraverso finanziamenti governativi e sottoscrizioni internazionali, la Sinagoga, riportata all'antico splendore, ha riaperto i battenti ed è stata riconsacrata al culto l'11 febbraio 1998 con la presenza del rabbino di Praga, Karol Sidon. Nella primavera 1999 si è celebrato nella Sinagoga il primo matrimonio dal lontano anno 1938 e a dicembre il battesimo del loro bambino, il primo nato dopo la riapertura del Tempio, al quale  sono stato presente. Dei 2605 ebrei deportati da Plzen oltre il 92% sono morti nei Lager tedeschi e adesso la piccola comunità conta appena 100 individui. Con l'apertura della Sinagoga alle poche decine di cittadini di religione ebraica ancora presenti a Plzen, l'impegno prioritario della Fondazione Rudolf Löwy può dirsi finalmente compiuto anche se i suoi scopi si proiettano nel futuro (Spirkova Vera, Zidovska komunita v Plzni, Domazlicich, 2000, pp. 46, 50, 62, 90, 92, 100, 101), tra i quali quello per assicurare la conservazione delle tradizioni della cultura della Comunità ebraica nella Boemia Occidentale.

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