domenica 5 gennaio 2014

Franco Barca, pittore bizantino.



"L'Angelo", dipinto su carta pergamena con tecnica mista e fondo oro; cm. 16x22, 3/7/1987.


Francesco (Franco) Barca è morto nel 2004 e così, adesso, son già passati dieci anni. Sembrerà strano, ma sento che mi manca. Era un uomo buono, amava la pittura, specialmente quella bizantina, assorbita negli anni della sua giovinezza a Piana degli Albanesi, dove era nato nel 1930. Era anche molto ammalato e i suoi ricoveri in ospedale frequenti. Era immerso nelle sue fantasticherie, di angeli, madonne, maternità,  cristi, che dipingeva su fondi d’oro e incorniciava accuratamente con cornici di legno laccato d’argento, scriveva sempre frasi bibliche in caratteri cirillici, e a voce riusciva a spiegarti anche la complessa iconografia greco-ortodossa. A molte persone regalava i suoi disegni ed i suoi quadri, specialmente a chi considerava amico ed anche, un po’ suo protettore, ad altri li cedeva per poche lire. Aveva figlie e moglie, ma credo che li vedesse poche volte all’anno, viveva solo, in case del borgo, ed anche nelle Residenze Assistite dalla ASL di Castelnuovo. Predicava la pace, l’amore, il comunismo e il Vangelo, collaborando per anni con il settimanale volterrano La Spalletta. I suoi scritti furono raccolti in due fascicoli e stampati. Racconti ingenui, a sfondo educativo, rivolti soprattutto alla gioventù. Lo trovavi spesso nei due o tre bar paesani, a bere un aperitivo o un caffè ed a parlare con tutti. Ebbe la soddisfazione di vedere i suoi lavori esposti in due belle mostre organizzate dall’Associazione Culturale Il Chiassino, ma, naturalmente vendeva poco, non ci avrebbe campato con l’arte! Ho la fortuna di possedere e aver riposto da qualche parte un suo libro giovanile di poesie, un libro malinconico, nel quale Francesco esprimeva già il “dolore della vita” che poi avrebbe segnato ancor di più la sua esistenza. Ora riposa nella quiete del nostro Camposanto, e sarà perché la tomba si vede bene passando dal viale d’ingresso, che mi ci soffermo ogni volta che mi ci reco. E mi ritornano i ricordi.

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