Andar per cimiteri…
Ho parenti, amici, compagni, in
troppi cimiteri. Succede a vivere abbastanza a lungo, e tante volte,
chiacchierando con Mauro, abbiamo convenuto che “il nostro villaggio non è più
questo borgo disabitato, ma è lassù, all’Olmone, al camposanto”. Ci vado spesso, nei giorni
senza “ricorrenze”, a meditare insieme ai morti, e non mi crea angoscia.
Ma non lascerò carne ed ossa ai vermi, né avrò da sostener la pesantezza di
marmi ed altri futili orpelli. Né lumini da accendere o tariffe d’illuminazione
mortuaria a carico di figli distratti o
nipoti e pronipoti indifferenti. La fiamma farà il suo dovere e le poche ceneri
sian disperse al vento che s’ingolfa nelle gole dei nostri monti, mentre
l’anima, se c’è, andrà per la sua via incontro a Dio. Stamani ho fatto la fotografia al loculo dei
miei nonni paterni, e poi alla memoria di quattro partigiani uccisi il 15
giugno 1944 a
cento metri dalla mia casa, ad un poeta e pittore un po’ pazzo, a mia suocera,
e stasera, a Monterotondo, al sacello dei miei consuoceri…lì vicino è sepolto
uno sconosciuto, m’ha incuriosito il nome: CORAGGIO. Pareva fosse messo apposta
per me, ad incitarmi. Coraggio Carlo!
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