martedì 16 luglio 2019





TRILUSSA

Anche se, come fu detto, alle signore ed ai poeti non si chiedono mai gli anni”, sappiamo per certa la data di nascita di un grande poeta italiano: Carlo Alberto Salustri che nacque a Roma il 26 ottobre1871. Nel 1889 pubblicò il suo primo volumetto di versi romaneschi “Le stelle di Roma” con lo pseudonimo di Trilussa, che poi gli resterà per sempre.  Fu brillante giornalista e il 1° dicembre 1950  fu nominato Senatore a vita dal presidente della Repubblica  Einaudi. Tre settimane dopo il poeta  moriva nello studio di via Maria Adelaide. E agli innumerevoli ammiratori ed amici che si erano rallegrati con lui della nomina giungeva postumo il biglietto col facsimile della sua scrittura: “Trilussa ringrazia”. Le sue poesie e sonetti son poco meno di mille e furono raccolte in volume  a cura di Pietro Pancrazi, nel 1951 da Arnoldo Mondadori. Anche se  la lingua di Trilussa è il romanesco, esso è così vicino alla lingua comune  che può essere facilmente inteso dagli italiani d’ogni regione.  Dalla raccolta “Le Storie, 1923”,  riporto la poesia 

La Fede.


Una vorta un Banchiere amico mio
vidde le casse-forte tanto piene
che disse a l’azzionisti: - E’ annata bene:
bisognerà che ringrazziamo Iddio.
Tantoppiù che la fede è necessaria
ne l’azzienda bancaria.
Anzi, su questo, - dice – ciò l’idea
da stabbilì una spesa
pe’ rifà la facciata d’una Chiesa
e ripulì l’interno a ‘na Moschea.

Davanti a l’interesse e a li guadagni
er Vangelo o er Corano so’ compagni:
 fintanto che ce cresce er capitale
ce sia Cristo o Maometto è tale e quale:
credo in Dio-Padre-Onnipotente, ma…
un pochettino credo pure a Allàh! -

E soddisfatto disse un’orazzione
mezzo in ginocchio e mezzo a pecorone!

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