venerdì 22 febbraio 2019

DELLA POESIA SENZA RITMO E SENZA RIMA.

“…quando ho pubblicato delle poesie non rimate mi è capitato di sentirmi chiedere come facessi a spacciare per poesia roba simile; la domanda è legittima  perché di solito la poesia, quando rinuncia alla rima, presenta almeno un ritmo fisso. Molti dei miei ultimi lavori lirici non presentano né rima né ritmi fissi e regolari”. E allora? In silenzio ho elaborato il mio appartato canto, il quale, ormai sul viale del tramonto della vita, mentre è ancora immerso nell’esistenzialismo, riesce a scrutare oltre la storia personale ed aprirsi a quella  dell’umanità e dell’intero creato, nel suo tendere a quello che non c’è. E così non ho dato al fuoco i miei poemi, ma l’ho riposti in una scatola di cartone, ed essi saranno, il mio solo lascito e segno del cammino. Adesso, mentre scrivo, guardo gli otto volumi, ancora sciolti, posati sul mio tavolo di lavoro. Sono composti da 1188 pagine ed abbracciano il periodo 1952 – 2018. Credo che mai saranno pubblicati per intero. Tuttavia, in otto volumetti e su alcune pagine di riviste letterarie, circa trecento delle mille totali, sono state pubblicate con bassissime tirature. Forse, ma ancora nulla è deciso, pubblicherò in quest’anno un nuovo libriccino a quattro mani, forse, se i miei sparsi amici mi sosterranno.



Ne riparleremo.


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