sabato 24 marzo 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 81.

I problemi della Centrale di Castelnuovo V.C. (18 settembre 1980)

La centrale geotermoelettrica di Castelnuovo V.C. – nella quale sono occupati attualmente circa 50 lavoratori – fu costruita nel 1939 e ampliata nella prima metà degli anni ’60. Essa è ubicata in corrispondenza ovest delle antiche manifestazioni endogene (lagoni, putizze, soffioni naturali) su un alto strutturale del basamento che costituisce il serbatoio produttivo del fluido geotermico. La sua localizzazione, un tempo baricentrica all’area produttiva nota, è risultata successivamente decentrata  rispetto ai più importanti sondaggi che la alimentano. Mentre i vecchi pozzi perforati fino agli anni ’50 nelle sue immediate vicinanze sembrano aver raggiunto un equilibrio tra alimentazione naturale del serbatoio e produzione del vapore, del resto su livelli assai ridotti data la sottile coltre di copertura soprastante il basamento produttivo, che affiora in località Tommi, i sondaggi perforati successivamente – le cui produzioni risultano coprire oltre il 50% dell’attuale produzione di energia elettrica – si trovano nell’area a nord e distano fino a circa 3,8 Km. dalla centrale. Le condizioni geologiche del bacino geotermico di Castelnuovo V.C. e quindi le caratteristiche fisiche del fluido geotermico, hanno portato alla suddivisione dei gruppi generatori di energia elettrica in tre tipi:

1) Bassa pressione (2 Mw) che sfrutta fluido tra 1,14-1,62 Ata con 104-186°C e un rapporto gas/vapore tra 0,1 -3,4%. A questa collettrice sono allacciati 5 pozzi la cui profondità media è di circa 240 metri.

2) Media pressione (22 Mw) che sfrutta fluido tra 1,81 – 2,64 Ata con 133 – 228°C e un rapporto gas/vapore tra 0,5-7,8%. A questa collettrice sono allacciati 19 pozzi la cui profondità media è di circa 470 metri.

3) Alta pressione (26 Mw) che sfrutta fluido tra 4,55-5,24 Ata con 160-225°C e un rapporto gas/vapore tra il 9-19%. A questa collettrice sono allacciati 9 pozzi la cui profondità media è di circa 720 metri.

La distanza massima tra la centrale e i pozzi allacciati alle varie collettrici di vapore è: circa 450 metri per la bassa pressione, circa 1200 metri per la media pressione e circa 3800 metri per l’alta pressione. La centrale, con una potenza installata di 50 Mw ha prodotto nel mese di agosto 1980: 16.632.000 Kwh, cioè circa il 60% in meno della sua potenzialità, e 348.000 Kwh in meno rispetto ai primi 8 mesi dell’anno precedente. Il decremento di produzione è stato, negli ultimi dieci anni, del 27%, passando dai 298.822.000 di Kwh all’anno (1969) ai 205.317.000 Kwh (1979). Stante la situazione attuale del bacino (ricarica naturale) e le perdite di portata per il degradamento delle caratteristiche termodinamiche del fluido causa il trasporto da lunga distanza (le perdite di carico variano da 0,5-1 Kg/cm2 per un chilometro di vapordotto), la produzione di energia elettrica nella centrale di Castelnuovo V.C., non tenendo conto di recuperi possibili attraverso modifiche migliorative del rendimento delle turbine, il cui consumo medio globale è oggi di circa 13 Kg. di vapore per 1 Kwh., è destinata nei prossimi anni ad un ulteriore decremento, anche se in misura più lieve che nel passato, se non si effettueranno nuovi ritrovamenti di fluido geotermico. A questo proposito tre sembrano le ipotesi più ragionevoli:

1)    reiniezione di acqua all’interno del “campo produttivo” per sperimentazione variazioni di portata di vapore dei pozzi a media e bassa pressione esistenti;

2)    perforazione di 3-4 nuovi sondaggi per raggiungere strati produttivi più profondi degli attuali all’interno del basamento scistoso-quarzitico nelle zone a sud, ovest e nord, tenuto anche conto della relativa piccola profondità dei precedenti pozzi produttivi esistenti;

3)    perforazione di un pozzo sperimentale a grande profondità di 4 – 5.000 metri.. gli ultimi dieci anni, del 27%, passando dai 298.822.000 di Kwh all'primi 8 mesi dell' ha

Un discorso a parte rimane il completamento e la messa in funzione della piccola turbina termogravimetrica e l’avvio della costruzione dell’impianto sperimentale al pozzo Dolmi 2, capace di produrre energia elettrica e calore per gli usi plurimi.

La consistenza del personale di questo impianto e la sua elevata specializzazione professionale, il costo largamente competitivo del Kwh geotermico rispetto a quelli prodotti con altre fonti e in particolare con quello termico (18 lire contro 31 lire per Kwh.), la possibilità di avere già installate turbine con caratteristiche differenziate e quindi capaci di mettere subito in sfruttamento ritrovamenti di vapore sia a bassa, media e alta pressione, con rapido recupero e ammortamento delle cifre investite, la possibilità di avere risposte a problemi che interessano non solo la centrale di Castelnuovo V.C., ma tutte le vecchie aree produttive della “Regione Boracifera”, inducono a richiedere interventi a breve termine nella direzione sopradetta.

A quanto ci risulta nulla invece è previsto negli attuali programmi Enel. La Fnle-Cgil di Larderello, facendosi interprete della volontà dei lavoratori e del documento scaturito dalla assemblea del 6 giugno 1980, pubblicato integralmente nel numero 6 del nostro “giornalino”, invita le Direzioni dell’Unità Nazionale Geotermica (UNG) e del Settore Produzione e Trasmissione (SPT), Gruppo Impianti Geotermoelettrici (Gig), a prendere congiuntamente in esame i problemi sollevati ed a dare quanto prima una risposta positiva, senza la quale non ci potrà che essere l’avvio di una fase di mobilitazione e di lotta.

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