giovedì 30 aprile 2015

Notturno in Via della Repubblica e Via Gramsci.

Nella stessa notte del post precedente, sempre camminando verso casa, ecco alla “Croce”, ossia all’imbocco del Vicolo del Convento, il grande portone del garage della Confraternita di Misericordia, recentemente restaurato. Un portone come un altro, si direbbe. Ma non per me. Proprio riparati dal vento, che a questo sbocco soffia sempre gelido o fresco, io e il mio amico Mauro eravamo soliti incontrarci, dopo cena, negli anni della nostra adolescenza. Futili chiacchiere  dei primi anni ’50 del XX° secolo, quando la vita ci sorrideva e l’avvenire non pareva  minaccioso. Studiavamo in quegli anni per poter entrare a lavorare della grande industria geotemoelettrochimica di Larderello! Come in realtà avvenne. Era un punto di osservazione eccezionale, specialmente per i movimenti di due delle fanciulle che allora ci piacevano di più. E, d’altra parte, le nostre abitazioni erano a pochi passi!




Superati l’ex cinema “Tirreno” e il Bar di “Bruna”, ossia il Bar Sport,  dopo il palazzone di Ginulfo, si hanno a sinistra la farmacia, alcuni negozi, e la famosa “Casa di Raspino”, oggi ristrutturata e irriconoscibile rispetto a quando vi ho abitato (1953-1958) e a destra i giardini pubblici, ossia “il Piazzone”, anch’esso più volte rimodellato, fino ad assumere l’aspetto attuale, nel quale spicca una bella fontana luminosa.  Alla casa ed al  giardino ho dedicato descrizioni più ampie, la prima è finita, come protagonista, in poesie e racconti, l’altro in una ricostruzione storica, poesie e racconti. Prima o poi ne parlerò perché il segno che hanno lasciato nei miei ricordi e nella mia anima è inobliabile. 



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