venerdì 28 dicembre 2012





Il bilancio di un blog intimo (o quasi).

Iniziai a tenere una specie di “diario elettronico”,  il blog “La Vita Larga”, il 12 giugno 2007, l’anno mirabilis nel quale il sacro fuoco della creatività rimase sempre acceso, a volte soltanto braci ardenti, altre  carboni che covavano sotto la cenere, a volte fiamme ardite che si slanciavano verso il firmamento stellato. Nel chiudere il bilancio di quell’anno, rivolgendomi ai miei “visitatori” in tutto il vasto mondo, auguravo di poter continuare a stare dal “lato buono della vita”, il lato della “vertute e conoscenza”, il lato dell’amore e dell’amicizia sincera, sperando che i pianeti lontani, le remote galassie e l’inattese comete che solcano lo spazio, non cessassero mai di stupirci e di stupirmi!

Sono passati da quel giorno quasi sei anni, e dopo il primevo blog, chiuso dal concessionario dello spazio gratuito – splinder – il 24 novembre 2011, ho aperto contestualmente un nuovo blog – blogspot -  “Grazie alla vita”, che è tutt’ora in corso. Adesso ho realizzato una copia cartacea, in sei ponderosi volumi, che mi piace molto: 2013 giorni di diario, migliaia di pagine per un totale di 977 post, con 31.160 contatti, per una media di 15 al giorno. Si, sono molto soddisfatto!

Ai miei amici, noti e ignoti, casuali e abituali, a chi ha lasciato un commento, a chi ha inviato una mail, a chi ha m’ha offerto spazio sul proprio blog, come l’amica RED, e a chi è rimasto in silenzio, dico grazie! Non per vanità, ma per l’incitamento a proseguire l’appartato canto, dato che in realtà mi occupo della sonorità della parola, la parola, ossia il “verbo”, che, non a caso, è l’origine della creazione divina e il manifestarsi dell’ amore di Dio per la sua opera. Perciò non sembri di poco conto se, parallelamente al blog, abbia dato vita a quattro pubblicazioni di poesie e prose, e mi accinga ad ultimarne altre tre, delle quali almeno una dovrebbe comparire entro il prossimo anno 2013.

Dovrei infine aggiungere altre più intime considerazioni, per poter manifestare la sorpresa di aver realizzato l’incipit dei miei due blog, sia una vita vissuta in larghezza, sia per il quotidiano ringraziamento per averla vissuta in profondità: di amicizia, impegno, creatività e amore.

Vi saluto con una delicata poesia dedicata alla seconda immensa gioia di questi anni meravigliosi, l’arrivo di Yobdar, la mia nipotina, che insieme a Bereket, il nipotino, ancora una volta mi fa dire “Grazie alla vita”!


Pimpindoro

                Alla mia amata nipotina

Oggi, più dell’azzurro cielo
m’ha Yobdar allietato, più
del primo croco d’oro
e del sole, ancor splendente
e fiero. Ci siamo divertiti
 raccontandoci storie:
quando il sughero pesava,
e il pulcino aveva i denti,
una volta, c’era, c’era…
Pimpindoro, cuor contento!
-  s’è messa a ridere, stringendosi a me -
allora, sommessamente, ho canticchiato:
Pim-pin-d’oro la lincia e la lancia
al sor Pippo gli prude la pancia
a la bisusì a la bisusò…
- occhi illuminati –
il sor Pippo fa prò prò!
- lei ha riso forte
e ancor più m’ha abbracciato -

Intanto il raggio s’era aperto un varco
tra i rami del tremulo tiglio,
e ci ha abbagliato. “Nonno, perché
stai al sole? Vuoi diventare come me,
di cioccolato? Quand’ero nata
tutta rosa, sono stata tanto al sole…
e son così…” – ha aperto le braccia
e le piccole sue mani –
Avrei voluto aggiungere qualcosa,
invece l’ho baciata, e lei, birbona,
beata socchiudeva gli occhi suoi fulgenti
a questo meraviglioso sconosciuto
amor che l’inondava.

Avevamo con noi una salveregina
per primi esperimenti coi ruotini,
ma troppo dura per le sue gambette
s’impuntava la catena e non andava.
Così le ho insegnato con pazienza
che per andare avanti in bici
                                               e nella vita,
occorre andare indietro, coi pedali,
fino a trovar la giusta posizione
per la ripartenza.

Il piede, il cuore, l’anima, la mente,
bramare l’umiltà e non l’onnipotenza,
là stanno speranza e verità!

Entrambi abbiamo imparato
qualcosa di buono in questo giorno
                                               chiaro.

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